Giuseppe Crimaldi

Giuseppe Crimaldi

Giuseppe Crimaldi, 54 anni, giornalista, scrive di cronaca nera e giudiziaria per Il Mattino. Autore del volume "Napoli è servita" e coautore dei libri "Il Casalese", "Al mio Paese - Sette vizi, una sola Italia" e "Mafie". Dirige il sito della Federazione delle associazioni italiane antiracket la rivista online "Lineadiretta". Collabora come docente al Master di Giornalismo dell'Università Suor Orsola Benincasa.

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Sotto il cielo di Berlino

di Giuseppe Crimaldi

I migranti sulla scogliera rossa di Ventimiglia. Le file davanti ai bancomat in Grecia. Il muro che sta alzando l’Ungheria. Dovunque ti giri, la vecchia cara Europa è in ginocchio, perdutamente in affanno E in Germania? Nell’unico paese dell’Unione dagli indicatori economici col segno positivo, che aria tira? Siamo andati a Berlino, a vedere come vivono i tedeschi, a capire se all’ombra del Bundeskanzleramt si sente la crisi…

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 Thomas de Maizière

Thomas de Maizière

A Berlino c’è un ministro incazzato nero. E’ il titolare del dicastero degli Interni, Thomas de Maiziere, (figlio del colonnello e ispettore generale dell’artiglieria nella Germania Ovest Ulrich de Maizière) e di ragioni effettivamente ne ha da vendere: dopo aver tuonato contro il fenomeno dei furti d’auto (che pare siano in costate ascesa in tutto il Paese) ha dovuto ingoiare un boccone amarissimo: i ladri hanno rubato la sua Audi A4 (privata) mentre era parcheggiata nel centro di Dresda.

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Bundeskanzleramt, sede della Cancelleria federale

Sui giornali tedeschi non si fa altro che parlare di questo: anche la guida che mi accompagna lungo i viali verdeggianti del Bundeskanzleramt – la sede della Cancelleria federale governativa – sembra non avere altro per la testa. La questione deve essere veramente seria e tremendamente vissuta da tutti. E, allora, ti rendi conto com’è distante la Germania dai mille problemi dell’Europa Unita… “Oddio – sorride sornione Gunther – il furto è avvenuto martedì e solo due giorni dopo la vettura è stata ritrovata, anche grazie a un notevole dispiegamento di forze…”.

Ogni mondo è paese. Ma ci vuol poco a convincersi del contrario. E Berlino resta, ad esempio, la cartina di tornasole dalla quale si può misurare la distanza siderale tra l’Italia e la Germania, ma anche l’abisso che separa una città come Napoli dal resto delle grandi metropoli europee.

Checkpoint Charlie

Checkpoint Charlie

Ti accorgi subito che Berlino è una città martire, anche se le sono state ben coperte le ferite inflitte dalla storia del secolo scorso: la follia del nazismo, che lungo questi viali e nelle piazze si esaltava facendo germogliare i fiori neri della dittatura e dell’odio razziale; poi quella del comunismo, che fu capace di devastare le vite di migliaia di famiglie separate da un muro. Tutto presente e visibile ancora oggi all’Holocaust Mahnmal dove abbondano i documenti, le foto, i filmati sui rastrellamenti, le pubbliche gogne cui la Gestapo di Himmler sottoponeva ogni dissidente portandolo in giro per la città con un cartello appeso al collo, e ancora le partenze dal Gleich 16 dei treni piombati carichi di ebrei verso i campi di sterminio. La topografia del terrore.

Eva Braun e Adolf Hitler

Eva Braun e Adolf Hitler

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Il bunker – parcheggio

Da qualche parte avevo letto che si poteva anche arrivare al bunker nel quale si consumarono le ultime ore di Adolf Hitler, Eva Braun e la corte di gerarchi impazziti. Serve tanta buona volontà per trovarlo. E chi ci riesce si accorge di essere arrivato al centro di un nulla rappresentato da un parcheggio con erba spelacchiata, di fronte a un caseggiato basso, appena riconoscibile per ciò che fu grazie a un’insegna che riproduce l’ultimo rifugio del Fuhrer. Anche questo spiega bene come Berlino abbia deciso di chiudere i conti col suo passato più buio: persino con una certa leggerezza, la stessa che si coglie leggendo le spiegazioni su ciò che fu quel luogo di morte e disperazione.

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DDR Museum, la “Trabant”

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Ma è varcando la soglia del Museo della DDR – la ex Germania Democratica dell’Est – che si realizza il capolavoro di chiusura di quei conti: una estesa galleria degli orrori di ciò che il regime fu, imponendo il proprio credo ad un popolo separato dal bisturi del “tavolo dei vincitori”. E allora ecco la mitica”Trabant”, l’auto nazionale nel cui cofano in tanti si rifugiavano nel tentativo di passaggio ad Ovest; le foto delle spiagge popolari sulle quali in estate i tedeschi dell’Est potevano andare a fare il bagno purché fossero rigorosamente nudi; le tessere d’iscrizione al partito; i videogiornali dell’epoca con la retorica di Honecker ai congressi; i giornali con i titoli di prima passati al vaglio della censura e perciò sempre tutti uguali; le supposte russe che facevano passare ogni malattia; la cella in cui venivano rinchiusi i dissidenti e persino il tavolaccio degli interrogatori della temutissima Stasi. Un viaggio interattivo e multimediale dal quale si esce frastornati.

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E allora per riprendere ossigeno meglio navigare sulla Spree, ottimo punto di osservazione per ammirare anche le sorvegliatissime architetture di cristallo che ospitano la cittadella governativa, accanto al Parlamento. Qui c’è la più alta concentrazione dei ministeri che contano e che sicuramente oggi dettano – incontrastate – legge sull’Europa unita dei popoli.

la vecchia casa della Merkel è diventato un bed and breakfast

La vecchia casa della Merkel è diventato un B&B

 

Si riesce persino a vedere bene la casa destinata al Cancelliere: un lussuosissimo superattico al settimo piano che guarda sul fiume. Un attico però deserto. Angela Merkel, che non solo nelle parole dimostra di essere donna sobria, vi ha rinunciato preferendo vivere in un appartamentino anonimo del centro.

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Berlino, la città dei cantieri, uno ogni 53 metri

Berlino è ancora oggi un enorme cantiere aperto. Gru gialle innalzate al cielo e vorticanti ovunque. E lì capisci perché, assieme ad esse, qui gira forte e bene anche l’economia di una nazione: perché se fai l’imprenditore edile puoi star certo di poter lavorare senza che ti arrivi qualcuno a bussare al cantiere per importi la tangente, e tantomeno senza dover ungere le ruote a un funzionario pubblico corrotto. E’ la Germania, bellezza…

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Giuseppe Crimaldi

Certo, adesso c’è chi comincia a dirsi preoccupato per l’arrivo di certi italiani e per le infiltrazioni della ‘ndrangheta che ricicla sempre più alla grande i suoi denari sporchi aprendo catene di ristoranti nei quali un piatto di spaghetti aglio e olio equivale a un salasso (9 euro e 60 centesimi). Ma quella è un’altra storia, che i tedeschi – giurateci – prima o poi pure liquideranno a modo loro: perché no, magari costruendoci un altro museo dedicato alla memoria.

(1.continua)

 

 

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Un pensiero su “Sotto il cielo di Berlino

  1. ersilia riccio

    Aprrezzo sempre la sua espressione letteraria,contenuti e vivacità intellettuale,grazie Giuseppe Crimaldi,per la tua professionalità e umiltà

    Replica

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