di Angelo Vaccariello
Sponz Fest o Business Fest? C’è eccitazione in Alta Irpinia. A fine agosto, tra le tante sagre e feste di paese, torna lo “Sponz Fest”. Per chi non lo conoscesse è il festival ideato dal cantautore di Calitri, Vinicio Capossela, che fa molto trend tra gli amanti di una “certa musica”. Il tema di quest’anno è “Raglio di Luna, le vie dei muli, i sentieri dei miti”.
L’evento parte il 24 agosto e dura sette giorni. Una buona occasione per dare lustro all’Irpinia profonda e rurale. Un’idea interessante venuta a Capossela da tempo in prima linea per la difesa delle antiche tradizioni. Lasciamo perdere, però, che il festival stesso diventa un mega spot proprio per Capossela. Ci sarà un suo concerto. Uno dei temi è legato al suo libro “Il paese dei Coppoloni”. Suonano le sue band (come la Banda della posta) e cosi via.
Che male c’è? L’importante è fare marketing territoriale, attirando tantissime persone in luoghi nei quali solitamente non si sognerebbero di andare. Che male c’è? Il festival si pone come un appuntamento dell’anti-modernità; un elogio a tutto ciò che è lento e lontano dal metropolitano. Giusto. Che male c’è? Confessiamo una enorme simpatia per la paraculaggine di Capossela: il richiamo al rurale è un segmento marketing che tira molto (eh si, siamo proprio fissati con questo marketing).
Se poi a finanziare questo festival ci pensa la Regione Campania con 100 mila euro di fondi europei, vuoi mettere che non sia un vero e proprio affare?