Angelo Vaccariello

Giornalista esperto di economia e Mezzogiorno Ora si occupa di marketing e comunicazione.

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Matteo contro Matteo

di Angelo Vaccariello

La web tax no. La web tax si. Il primo a parlare è stato Matteo Renzi, allora segretario del Partito Democratico, che con un tweet cassò la proposta di Francesco Boccia. Il secondo a parlare, invece, è Matteo Renzi, presidente del Consiglio dei ministri. Dal no al si sono passati meno di quindici mesi. Cosa è cambiato?

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Secondo i retroscenisti è un modo per stimolare Bruxelles. Secondo i pratici, in realtà, è un modo per racimolare due o tre miliardi di euro da investire per qualche altro obiettivo o tassa da cancellare.

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La bozza allo studio di Palazzo Chigi prevede che alle aziende che vendono dall’estero servizi digitali in Italia verrà applicata una ritenuta del 25 per cento, effettuata dagli intermediari finanziari che fanno transitare il pagamento, a meno che i colossi stessi non decidano di aprire una sede fiscale nei nostri confini o non trovino accordi con il fisco. Le società coinvolte saranno quelle che per un periodo di tempo superiore ai 6 mesi hanno superato i 5 milioni di euro di entrate provenienti dall’Italia. Nelle loro casse entrano complessivamente, secondo le valutazioni del Politecnico di Milano risalenti al 2013, 11 miliardi di euro all’anno che potrebbero fruttare tra i 2 e i 3 miliardi.

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Ma è una tassa attuabile? O sarà il solito intervento complicatissimo dell’italiana burocrazia che si risolverà in un nulla di fatto come la “Robin Tax”? Ve la ricordate? La tassa che bisognava far pagare a quei mascalzoni delle multinazionali che speculavano sia in borsa che sulle materie prime. Il balzello fu introdotto a furor di radical chic, tra un gamberetto e uno discussione su “Occupy Wall Street”. Il risultato? E’ stata abrogata lo scorso anno perché non fruttava nulla. E questa nuova tassa? Lasciamo le considerazioni ai fiscalisti. Di certo, un governo che vuole attrarre investimenti in nuove tecnologie; che si vanta di voler diminuire il carico fiscale; che vuole semplificare la vita ai cittadini, non fa una bella figura introducendo una nuova tassa. O forse no? Dipende da chi parla: se il presidente del Consiglio o il segretario del Pd.

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