di Adolfo Mollichelli
Sotto il cielo di Napoli sono sfiorite le viole. Sarri si beve un bel bicchiere di Porto e dimezza il distacco dalla Fiorentina del portoghese Paulo Sousa, accorciando la classifica verso l’alto. Insigne ed Higuain i goleador, in mezzo la rete del momentaneo pareggio del croato Kalinic.
Tutte le emozioni nella ripresa. Dopo un primo tempo tatticamente interessante e, quindi, noiosetto. Con leggera prevalenza della Fiorentina nel possesso palla. Formazione tipo per gli azzurri, confermato il tridente Callejon-Higuain-Insigne. Nella Viola c’è Bernardeschi per Ilicic che entrerà nella ripresa. Bernardeschi è uno dei gioiellini dell’Under. Prodotto del vivaio viola, lo chiamano il puttino. Dalle parti di Ponte Vecchio giurano che sarà l’erede di Antognoni. Si vedrà.
Quanto conta un portiere degno del ruolo più delicato che ci sia? Tanto, chiedere al polacco dal nome impronunciabile (e va bene: Blaszczykowski, che fatica anche a scriverlo!) stoppato da Reina con un intervento salvifico. Per vedere il primo tiro azzurro nello specchio della porta viola bisognerà attendere lunghi, interminabili minuti (più di venti!). E cominciava a girarmi per la testa una domanda: ma vuoi vedere che questa Fiorentina messa su da mister Tod’s ed affidata al portoghese più generoso di idee che ci sia, è davvero un’imbattibile macchina calcistica? E Tatarusanu nel contempo neutralizzava in scioltezza una punizione a giro lento di Insigne.
Vedremo. E dunque, ripresa e subito gol. E che gol! Taglio di Hamsik che è poesia autentica. Al di là, nel senso dell’altro mondo possibile, Insigne compare improvvisamente, Tomovic in ambasce per una lettura tardiva superato e beffato, destro dolce a giro e Tatarusanu non può fare altro che smoccolare in rumeno stretto, immaginiamo. Il filtrante di Hamsik mi ha ricordato una frase di Platini (il meraviglioso campione, non l’imbarazzato ed imbarazzante presidente dell’Uefa): il giocatore di classe superiore vede una prateria davanti a se’ laddove il giocatore normale vede un muro!
Quando il subentrato Ilicic, sloveno lunatico, lancerà Kalinic nella prateria mal presidiata da Hysaj e Koulibaly, ed il centravanti croato toccherà di fino sulla sinistra di Reina, stranamente non ho temuto più di tanto. Anche se Insigne se ne era andato per il meritato riposo, sostituito da Mertens (che a sua volta cederà il posto ad El Kaddouri). Perché il Napoli c’era eccome! E la Fiorentina era appassita, come una viola.
Infatti, quattro minuti dopo, lo svagato Ilicic pasticcerà di brutto consentendo la fuga centrale ad Higuain che appena in area taglierà in diagonale per la disperazione di Tatarusanu neanche più capace di smoccolare in rumeno, fiorentino o in chissà quale altro lessico.
Napoli su in alto in classifica, missione compiuta. Nelle ultime nove
partite, tra coppa e campionato, sei vittorie e tre pareggi, non male. E poi, lo sfizio di vedere la coppia del gol Higuain e Insigne raggiungere Eder a quota 6 reti in vetta alla classifica dei bomber. È un Napoli grandi numeri, non c’è che dire.