Angelo Vaccariello

Giornalista esperto di economia e Mezzogiorno Ora si occupa di marketing e comunicazione.

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Per Boccia due Confindustrie

di Angelo Vaccariello

La Confindustria ha scelto l’erede di Squinzi. E’ Vincenzo Boccia, 52 anni, laureato in Economia e Commercio ed è amministratore delegato di Arti Grafiche Boccia, azienda di famiglia che opera nel settore grafico da oltre 50 anni, è il nuovo presidente di Confindustria. Toccherà ora all’assemblea generale del 25 maggio ad ufficializzare il risultato

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Vincenzo Boccia

Vincenzo Boccia è stato eletto con nove voti di scarto su Alberto Vacchi, ancor meno di quegli undici che divisero nel 2012 Squinzi e Bombassei. La Confindustria continua ad essere spaccata come una mela, esattamente in due parti. Una contrapposizione netta, forte, decisiva fatta di relazioni personali, accordi, intrecci economici e finanziari e, soprattutto, interterritoriali. Quattro anni fa Bombassei era il candidato del Nord, mentre Squinzi aveva ottenuto l’appoggio degli industriali del Centro-Sud.

Questa volta per Vincenzo Boccia, salernitano, determinante è stato l’appoggio degli industriali del Nord coagulati dalla lombarda Emma Marcegaglia. Gli industriali napoletani in maggioranza si erano espressi, invece, per Vacchi, vecchi rancori ed inimicizie alla base dello “strappo”.

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Emma Marcegaglia e Vincenzo Boccia

Luca Cordero di Montezemolo, come past president non ha avuto mezzi termini. “Ho il grande rammarico dopo quattro anni di vedere una Confindustria ancora spaccata  che ha perso una straordinaria opportunità di rinnovamento, facendo prevalere un sistema che si vuole autoconservare e che continua a vedere il ruolo preponderante dei professionisti di Confindustria”.

Uomo di Confindustria è senz’altro Vincenzo Boccia che all’inizio degli anni novanta entrava nel Gruppo dei Giovani Imprenditori. Nel 2000, dopo essere stato presidente degli under 40 di Salerno e leader regionale dei Giovani della Campania, è stato scelto da Edoardo Garrone come vicepresidente nazionale dei Giovani. Forte l’impegno poi nella Piccola Industria.

Nel 2003 è stato eletto presidente regionale della Campania e nel 2005 vicepresidente nazionale. Nel 2009 ha assunto la carica di presidente nazionale della Piccola Industria e, di diritto, quella di vicepresidente di Confindustria. In qualità di presidente della Piccola è entrato nella Commissione di riforma presieduta da Carlo Pesenti che ha disegnato il nuovo assetto organizzativo del sistema. Successivamente è stato designato come componente del Comitato per l’Implementazione della Riforma Pesenti che ha riscritto lo statuto confederale.

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Vincenzo, Orazio e Maurizio Boccia, Arti Grafiche

Il duello Boccia-Vacchi è stata la rappresentazione plastica dello scontro fra piccola e grande industria. Quaranta milioni di fatturato e 160 dipendenti di Arti Grafiche Boccia “contro” il gruppo Ima di Alberto Vacchi, uno dei principali player mondiali nella progettazione e produzione di macchinari e impianti per il packaging che  nel 2015 ha realizzato ricavi consolidati per 1,1 miliardi. Davide e Golia.

Ma non è stato questo l’elemento determinante di questa lotta presidenza, in gioco c’era qualcosa di più, un vecchio sistema con le sue logiche e le sue dinamiche ed una Confindustria totalmente nuova, nel segno della discontinuità e delle novità. Ed a vincere è stata la cultura del conservatorismo, del non cambiamento. E Boccia personificava esattamente questa cultura. Come del resto aveva detto più volte. “ La mia storia è in Confindustria, un percorso di formazione fatta di impegno, passione, senso di responsabilità, identità di cui sono orgoglioso. Non userò mai il termine discontinuità, lo ritengo irrispettoso per chi ci ha preceduto. La mia sarà continuità nei valori e nell’identità e cambiamento che ci è imposto dai nuovi contesti, nello stile, nel merito, nella struttura”

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“La rappresentanza è solo un costo, se male esercitata , ha scritto nel suo Programma per l’Italia il neo presidente. Dobbiamo investire in una Confindustria che sappia evolversi rapidamente nei servizi, in particolare per le piccole e medie imprese, al fine di dotarle della cassetta degli attrezzi con cui affrontare le sfide della crescita, dall’internazionalizzazione all’innovazione, dall’accesso al credito alla nuova finanza”.

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