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Guidi pericolosa

di Giovanni Pasàn

Questa volta non ci siamo dovuti sorbire la narrazione “del papà migliore del mondo” che si faceva quattro chilometri a piedi al giorno per andare a scuola e crearsi un futuro. Questa volta Federica Guidi si è dimessa, presto subito, senza tentennamenti.  ”Caro Matteo sono assolutamente certa della mia buona fede e della correttezza del mio operato. Credo tuttavia necessario, per una questione di opportunità politica, rassegnare le mie dimissioni da incarico di ministro. Sono stati – si legge nella lettera – due anni di splendido lavoro insieme. Continuerò come cittadina e come imprenditrice a lavorare per il bene del nostro meraviglioso Paese”

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Guidi e Renzi, il bacio

E così donna Federica se n’è andata. Sola. Solissima. Non l’ha difesa nessuno nella compagine governativa, non si è alzata una sola voce, anche flebile, in sua difesa. Del resto è chiaro. La Guidi era l’anello debole, l’unica indipendente, anzi si disse che era stata nominata come segno di “distensione” nei confronti di Berlusconi (che guarda caso è stato l’unico a spendere una parola in sua difesa, pur stando all’opposizione.

La Guidi non è venuta in Parlamento a raccontare che il suo compagno “è bello, bravo e buono”, un imprenditore che si da fare perché ha tanti mutui da pagare, anche se dovrebbe darsi un po’ più da fare e trovare altri lavori altre commesse.

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Gianluca Gemelli

E questo aspetto dolce del ministro ce lo hanno rivelato in modo crudo alcune intercettazioni. Chiede la apprensiva ministra al suo compagno “perché sei sempre  sofferente in banca”? E l’imprenditore spiega “troppi mutui da pagare”. Ed allora donna Federica sprona il suo Gianluca “Eh, per quello dico che dovresti riuscire a prendere altri lavori”. E Gemelli solerte rispondeva, si giustificava “eh lo so gioia, non è che mi sono fermato, l’hai visto...”

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La svolta si chiama  “Tempa rossa” una contrada nei pressi di Potenza per i lavori al centro oli della Total, una serie di raccordi e di condotte che devono arrivare sino a Taranto. Un’operazione che riguarda molto da vicino anche lo stesso Gemelli  stesso aveva interesse essendo alla guida di due società del settore petrolifero. Un affare colossale. Soprattutto per alcuni.

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Maria Eelena Boschi e Federica Guidi

Una delle intercettazioni chiave dell’inchiesta è la telefonata di due anni fa fra la ministro Guidi e il compagno. “Dovremo riuscire a mettere dentro al Senato se è d’accordo anche Mariaele (il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi, ndr) – dice la Guidi – quell’emendamento (l’emendamento venne inserito nella legge di Stabilità 2014 e approvato al Senato n.d.r.) che mi hanno fatto uscire quella notte, alle quattro di notte“. Il compagno le chiede poi se riguarda gli “amici” della Total: “Quindi anche coso, vabbè i clienti di Broggi“. “Eh certo, capito? - replica subito il ministro – te l’ho detto per quello“.

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Gianluca Gemelli

Una informazione importante, che se girata alla persona giusta, dava piena contezza che la vicenda era stata  in tempo reale e con molta attenzione. E così più veloce del vento, chiusa la telefonata con la compagna Gianluca Gemelli chiama al dirigente della Total Giuseppe Cobianchi: “La chiamo per darle la buona notizia, si ricorda che tempo fa c’è stato casino che avevano ritirato un emendamento? Pare che oggi riescano ad inserirlo nuovamente al Senato… pare ci sia l’accordo con Boschi e compagni. È tutto sbloccato“.

Per la cronaca Gianluca Gemelli ha avuto poi dalla Total una commessa di 2, 4 milioni di euro. Avrà potuto pagare un po’ di mutui. Meno male, eravamo in pensiero.

 

 

 

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