Ottorino Gurgo

Ottorino Gurgo

Ottorino Gurgo, scrittore e giornalista italiano. E’ stato per molti anni notista politico de Il Giornale al fianco di Indro Montanelli. Poi capo della redazione romana de il Mattino, direttore del Roma, editorialista del Giorno e dell’Informazione. E’ stato conduttore della rubrica politica “Il Punto” per il Gr2. Autore di numerosi saggi tra i quali "Vietnam controrapporto", "Perché i Kennedy muoiono", "Sciascia" e "L’illuminista cristiano".

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La morte dell’Onu

 di Ottorino Gurgo

Il mondo è sconvolto dalle guerre, dal terrorismo, da ogni tipo di violenze. Si può dire che non vi sia angolo del pianeta che non sia in stato di belligeranza; una sorta di conflitto permanente generatore di morte Fondata nel 1945 a San Francisco, sulla scia della vecchia Società delle Nazioni, l’organizzazione delle Nazioni Unite aveva fissato, agli articoli 1 e 2 del proprio Statuto, sette fondamentali scopi e principi sulla base dei quali intendeva svolgere la propria azione

Li riepiloghiamo: 1) mantenere la pace e la sicurezza internazionale; 2) promuovere la soluzione delle controversie internazionali e risolvere pacificamente le situazioni che potrebbero portare a una rottura della pace; 3) sviluppare le relazioni amichevoli tra le nazioni sulla base del rispetto del principio di uguaglianza tra gli Stati e l’autodeterminazione dei popoli; 4) promuovere la cooperazione economica e sociale; 5) promuovere il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali a vantaggio degli individui; 6) promuovere il disarmo e la disciplina degli armamenti; 7)  promuovere il rispetto per il diritto internazionale e incoraggiare lo sviluppo progressivo e la sua codificazione.

World Leaders Attend 66th United Nations General AssemblySe rileggiamo questo elenco di ottime intenzioni, non possiamo fare a meno di constatare che neppure uno dei pur nobilissimi scopi enunciati nello Statuto dell’organizzazione, ha trovato adempimento. Anzi, l’evoluzione del mondo sembra procedere in modo radicalmente inverso agli obiettivi prefissati. Eppure ad aver sottoscritto quei principi sono oggi ben 193 paesi rispetto ai 50 iniziali (oltre allo Stato della Città del Vaticano e della Palestina presenti con lo status di osservatori permanenti).

12179643_10206857347625514_706702931_nConsiderati gli scarsi risultati prodotti dalla sua azione (e più esatto sarebbe dire dalla sua non-azione) e anche alla luce del fatto che dispone, nel mondo, di svariate decine di migliaia di dipendenti che comportano un costo elevatissimo, l’opinione pubblica è sempre più portata a domandarsi quale funzione abbia questo elefantiaco apparato.

“Ma l’Onu che fa ? A che serve ?” è una domanda che echeggia sempre più in ogni angolo del mondo. E’ stato non del tutto a torto rilevato da autorevoli osservatori che l’Onu si trova ad agire in un contesto internazionale assai più complesso del passato poiché altri soggetti, forse più potenti degli stessi Stati nazionali sono apparsi sulla scena.

Si citano, al riguardo, per fare degli esempi, un’organizzazione privata come Greenpeace, la fondazione che prende il nome dall’ex presidente americano Carter, la comunità italiana di Sant’Egidio. L’elenco potrebbe continuare a lungo e certamente ha più di un fondamento la sottolineatura della moltiplicazione e della eterogeneità degli attori che operano sul palcoscenico mondiale.

indexMa ciò non sposta l’asse del problema poiché, al di là delle molteplici cause che possono esserne all’origine, non si può non prendere atto di due inoppugnabili dati di fatto: che l’azione dell’Onu è sempre più inefficace e che la sua credibilità e il suo prestigio sono ormai in territorio decisamente negativo.

Ecco perché appare più che mai importante che gli Stati, tutti gli Stati che aderiscono a questa “pomposa e costosa organizzazione” (la definizione non è nostra), si pongano finalmente il problema di come adeguare l’Onu alle mutate condizioni geopolitiche del nostro pianeta. Altrimenti continuare a tenerla in vita non ha senso davvero.

 

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