di Marcello Lala

Aveva sorpreso nel portare la Serbia alle elezioni anticipate: voleva un mandato ancor più forte per poter attuare le grandi riforme. E le urne gli hanno dato ragione. Aleksandar Vucic, conservatore-europeista, ha vinto le elezioni anticipate. Il Partito del Progresso (Sns) ha ottenuto quasi il 50 per cento dei voti, aggiudicandosi la maggioranza assoluta in Parlamento, con 150 seggi su 250 totali. il Partito socialista (Sps) del ministro degli esteri Ivica Dacic si conferma seconda forza nel Paese (12 per cento)

Spia, uomo della Cia, frocio. La campagna elettorale è stata feroce e senza esclusione di colpi: la lotta è dura da queste parti. Ma il gigante con la faccia da bambino ha sbaragliato tutti. Aleksandar Vucic, 46 anni, che ricorda fisicamente Felice Casson, ha la faccia del pulita del ragazzo appena uscito da un college americano, se poi gli mettete fra le mani un pallone da basket, il quadro è completo.

Già perché la pallacanestro è la grande passione del premier, che va in giro dicendo di essere stato anche un discreto giocatore. Due metri e 10, una discreta velocità, un tiro non male. Grande, grandissimo tifoso della leggendaria Stella rossa di Belgrado, è sceso in campo personalmente in campo per far votare i giocatori serbi nelle selezioni per l’All-Star Game della Nba.

Vucic ha risposto, via twitter, alla richiesta di un tifoso dei San Antonio che gli aveva chiesto il suo sostegno per la nomina di Boban Marjanovic, un pivot di 2,22 metri, arrivato in questa stagione agli Spurs dalla Stella Rossa di Belgrado. Ma il primo ministro ha fatto di più e, politicamente, ha allargato la richiesta di consenso anche per gli altri due giocatori serbi in Nba, Nikola Jokic dei Denver Nuggets, e Nemanja Bjelica dei Minnesota Timberwolves. Il basket in Serbia è uno sport diffusissimo, almeno quanto il calcio, e di grandissima tradizione. La Serbia è arrivata seconda nel Mondiale 2014 che si è svolto in Spagna, dietro agli Stati Uniti.

Vucic vanta una lunga carriera alle spalle da parlamentare e da ministro dell’informazione del governo di Slobodan Milosevic lo stesso che iniziò la guerra in Bosnia ed in Kosovo contro le minoranze mussulmane. Pupillo dell’ultranazionalista Seselj che rientra in parlamento con il suo Srs dopo anni di isolamento a causa di un processo per crimini di guerra, Vucic  sembra essere molto versatile, amico di Mc Kaine e degli americani in visita a Belgrado ed allo stesso tempo pronto ad accogliere con tutti gli onori lo zar Putin. Un perfetto equilibrista, equidistante dall’oriente e dall’occidente.

Lo accusano, per l’incarico che ha ricoperto di ministro dell’informazione, di riuscire abilmente a controllare tutta l’informazione anche  quella scandalista. Ma lui, da buon giocatore di scacchi (un’altra sua passione) non solo contesta ogni accusa di manipolazione ma, anzi passa al contrattacco e dice di essere una sorta di tiro al bersaglio nei talk show e trasmissioni di satira politica. “Siate onesti – si è lamentatodi recente Vucic – e citatemi una trasmissione di satira o una qualsiasi nella quale venivano criticati Boris Tadic e il mio amico Dragan Djilas? Chi aveva il coraggio di farlo? La televisione “B92”, il conduttore Ivan Ivanovic? Quando Ivan Ivanovic ha osato criticare Dragan Djilas? Beh, mai. Nei miei confronti, invece tutt’altra storia e trattamento…”

Condividi0000