di Adolfo Mollichelli
Stava per funzionare il gemellaggio col Grifone. Poi, metti un egiziano autentico, un Pupone ed un faraone un po’ fasullo e patatrac e il Napoli si è dovuto sudare sotto aghi ghiacciati di pioggia pure la sfida con i bergamaschi di Reja, carissimo nemico
Si mette subito bene, per fortuna. Perché l’Atalanta scevra di pensieri brutti se la gioca a viso aperto, anche senza il suo apriscatole per eccellenza che sarebbe Gomez detto Papu. Piove governo ladro ed è cosa buona e giusta alzare palla: la telecomanda Hamsik, la raccoglie al volo Higuain che dice trentuno e si fa scivolare addosso la rabbia per il tempo perduto in tribuna dopo la fatal Udine.
Titolarissimi tutti insieme appassionatamente. Ovvero Insigne per Mertens ed i soliti altri dieci. Sarà pure un poco ‘ncazzusiello il Pipita ma certo non gli manca l’altruismo e così regala un cioccolatino al Magnifico che è lezioso e Sportiello che è di casa ringrazia. Sguardo torvo del Pipita che ha capito che quest’Atalanta è tosta e pensa che sarebbe meglio chiudere la pratica quanto prima.
Napoli sempre bello nei triangoli (un po’ più larghi del solito) ma meno aggressivo nel pressing ma si sa che i muscoli sono un po’ stanchi. E le sforbiciate storte, vero Magnifico?
Sarri in tuta e giaccone è mille culure. E ordina partenza lanciata ad inizio ripresa perché non si fida di questi orobici. Reja in impermeabile lungo sembra Sherlock Holmes. E presenta lo svizzero Freuler (chi era costui?) per Diamanti che non l’aveva mai vista, un Diamanti è per caso. Sempre in bilico perché Hamsik penetra a centro area ma traccia il più diritto dei tiri possibili al centro della porta dove c’è Sportiello che, incredulo, raccoglie e ringrazia.
Come ringrazierà poco dopo quando Allan centrerà la traversa nella classica circostanza in cui si dice che era più semplice metterla dentro. Dentro Mertens per Insigne. Reja replica con Monachello per D’Alessandro scuola Roma e s’era visto, il più vivace tra gli avanti atalantini tanto da sfidare sulla corsa e sulla forza il gigantesco Koulibaly.
Mertens si sbatte, due volte al tiro a giro, di poco fuori. E piove e piove e il raddoppio che non arriva. Finché Callejon crossa doce doce e Higuain la piazza di testa e sono trentadue, nona doppietta. Superato Toni veronese, nel mirino resta Nordhal il pompierone (35) e
il record assoluto può essere battuto.
Passerella per El Kaddouri (per Callejon) e per Gabbiadini per il Pipita che non ha tempo di godersi la standing ovation perché Freuler con la complicità di Albiol e insomma frittata cotta e Reina incassa gol. E piove e si suda fino alla fine perché Mertens è precipitoso nella conclusione semplice. E Sportiello ipnotizza El Kaddouri da due passi. Tutto a posto ma che fatica.
Contenti gli azzurri da Champions? Immaginiamo di sì ma la viva voce ancora non è stata inserita. Ordina di scrivere Aurelio Primo. Un comunicato per smentire Televideo che aveva messo in dubbio la riconferma di Sarri. Sensibilità propria di un produttore cinematografico: tele più video, ragazzi ghe pensi mi. Si parla presidente? Ma no, si scrive. Lettera ad un giornalista mai visto. Che forza, ragazzi. Che romanzo. Che film.