Gerardo Mazziotti

Gerardo Mazziotti

Architetto, giornalista e scrittore. Per 20 anni docente all’Università di Salerno. Premio internazionale per il giornalismo civile. E’ considerato “ la coscienza critica della città”.

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I fantasmi partigiani

di Gerardo Mazziotti

Anpi, Anvrg, Aicvas, Anvcg, Aned, Anppia,  un elenco infinito. Centoottanta associazioni, una in più una in meno. Dalla Associazione Nazionale Partigiani Italiani” sino, addirittura, all’ “Associazione Nazionale Veterani e Reduci Garibaldini”, passando per l’“Associazione Italiana Combattenti Volontari Antifascisti”, per l’“Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra”, l’“Associazione Nazionale Ex Deportati” l’ “Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti”. Sembra uno scherzo, ma è vero. E volete sapere quanto ci costano? Più di tre milioni di euro “per il sostegno delle attività di promozione sociale e di tutela degli associati svolte dalle Associazioni combattentistiche…”

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Bersani e Boschi

“ La Resistenza danese si rivelò uno dei più validi movimenti clandestini d’ Europa. Fornì un costante flusso di informazioni militari agli Alleati, portò a termine migliaia di azioni di sabotaggio contro le forze di occupazione e assicurò vie di fuga segrete attraverso le quali tutti gli ebrei danesi riuscirono a sfuggire ai nazisti”. Ha scritto lo scrittore gallese Ken Follett nel suo libro sulla seconda guerra mondiale. “ Il volo del calabrone” edito da Mondadori  2002.

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Non si può dire la stessa cosa della Resistenza italiana che del problema degli ebrei non si preoccupò affatto. Dico di più.

Il 25 aprile del ’45 ero a Roma nella segreteria del mio amico e conterraneo Fausto Gullo, ministro di Grazia e Giustizia, e sapevamo che la insurrezione generale era stata proclamata dal Clnai (Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia) quando le truppe angloamericane avevano già sconfitto l’esercito tedesco.

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Ma i partiti antifascisti decisero di dichiarare il 25 aprile Festa della Liberazione per narrare la favola che furono i partigiani a liberare il paese dall’occupazione nazifascista.

A dispetto dei 335mila ragazzi americani, inglesi, francesi, canadesi, polacchi, neozelandesi, australiani morti o dispersi nella campagna italiana della guerra contro Hitler.

Un malvezzo tipicamente italiano. Anche la Repubblica Napoletana del ’99, celebrata da Benedetto Croce e rimpianta da Gerardo Marotta che ha insediato il suo Istituto Italiano per gli Studi Filosofici nel palazzo dei Serra di Cassano, fu proclamata dai giacobini partenopei con dieci anni di ritardo rispetto a quella dei Robespierre e dei Marat e solo quando le truppe di Championnet avevano costretto i Borbone a scappare precipitosamente da Napoli.

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Si sa che in tutti i paesi europei occupati dai nazisti c’è stata la Resistenza costata diecine di migliaia di morti ma in nessuno di questi è sorta un’associazione partigiani. Solo nel nostro paese è nata l’Associazione Nazionale Partigiani Italiani per iniziativa del Pci che l’ha egemonizzata e che l’ha usata come strumento di lotta politica contro tutti i governi.

E ancora oggi il direttivo dell’Anpi ( chi e quanti sono?) sente il bisogno di dichiararsi contrario all’approvazione della riforma costituzionale del governo Renzi. E sbaglia la ministra Maria Elena Boschi a distinguere tra partigiani veri e quelli falsi. E sbaglia Pier Luigi Bersani nel bacchettarla in nome della “ sacralità” della Resistenza.

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Dario Fo e Giorgio ALbertazzi

Sbagliano tutt’e due perché non si capisce che senso abbia l’esistenza dell’Anpi nel 2016 se a distanza di 71 anni dagli accadimenti del 1945 si possono contare sulle dita di una mano i partigiani novantenni. Forse.

Del resto dei così detti “repubblichini” che combatterono nella Repubblica Sociale di Mussolini sopravvivono solo gli ultra novantenni Giorgio Albertazzi e Dario Fo. Gli altri sono tutti morti.

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