di Adolfo Mollichelli
Lassatece passa’ semo romani. La Roma passa al San Paolo con un secco (3-1) ed infligge la seconda sconfitta consecutiva al Napoli di Sarri che aveva sempre fatto valere il fattore campo: 19 vittorie e 3 pareggi. Nella sfida dei toscanacci in panchina, Spalletti di Certaldo si fa beffa di Sarri, nato a Bagnoli per caso, di Figline Valdarno. Era di Certaldo Boccaccio e dunque ci sta la novella delle beffe.Torna, ‘stu stadio aspetta a te! Non l’avesse mai fatto,
Il PF che sta per presidente fatturato sceglie la giornata sbagliata per andare a (non) vedere il suo Napoli e non fa nulla che ci sono più di ventimila spettatori e che le poltroncine non sono imbottite. Prima volta senza Milik, auguri di pronta e completa guarigione al gigante polacco, sostituito da un impalpabile Gabbiadini. Ennesima volta senza Jorginho. Nel senso che l’italobrasiliano anche stavolta non si vede e non si sente. E va bene che deve vedersela per tre quarti di match con Nainggolan che è un cliente difficile.
Solito Napoli: triangoli, scambi di posizione, incursioni dei centrocampisti, ma il gioco non fluisce perché Spalletti di Certaldo narra una novella nuova. Difesa a tre, Florenzi largo e avanzato, Salah e Perotti che si chiama Diego (ma per caso) larghi sulle fasce, effervescenti negli attacchi e solleciti nei ripiegamenti; De Rossi a controllare Allan e Paredes sui passi di Hamsik. E poi, il Napoli ha Gabbiadini al centro dell’attacco e la Roma il bosniaco Dzeko che è tornato il cavallone di Manchester sponda City e che costituirà incubo perenne per la coppia centrale azzurra Maksimovic-Koulibaly.
Poi certo, pesa come un macigno Il vantaggio romano che nasce in
seguito ad un’incertezza sesquipedale di Koulibaly che si fa rubare palla sulla linea di fondo da Salah che crossa a centro area, velo di Nainggolan e destro a colpo sicuro di Dzeko che ci aveva provato spesso sin dagli albori del match.
Va detto che poco prima mister 58 milioni, cioè quelli offerti dal Chelsea di Conte per Kalidou, aveva salvato in scivolata disperata sul centravanti bosniaco. La seconda sberla arriva sempre da parte di Dzeko che raccoglie di testa l’invito su punizione di Florenzi.
E qui deve esserci stato a monte un errore del drone. Perché mi piacerebbe sapere come si può pretendere di contendere palla in elevazione a Dzeko con Hjsay e difatti l’albanese non potrà fare altro che appoggiarsi goffamente sulla schiena del centravanti accompagnandolo nell’atto finale.
Con Mertens come falso (molto falso) nueve al posto di Manolo (falso e basta) il Napoli mostra una certa effervescenza seppur caotica. E la rete dell’ordalia di Koulibaly che si gioca Dzeko ed anticipa di testa l’uscita del portiere giallorosso dal nome che è un codice fiscale, Szczesny, induce a confidare nella rimonta, a sperare in un pari almeno.
Ma mentre le sostituzioni di Spalletti aiuteranno a dare nuove forze ai suoi gladiatori stanchi, quelle di Sarri non porteranno beneficio alcuno.
Salverà Reina su El Shaarawy. Ma non potrà nulla sul vero faraone, Salah, innescato da un passaggio in anticipo tackle di De Rossi: palo e rete con preghiera Salah aukbar!
Mentre Jorginho non saprà fare altro che mandare alle ortiche una facile conclusione che avrebbe potuto accorciare le distanze e nel recupero, chissà. La Roma vince con merito. Il Napoli sembra appassito.
Avrebbe bisogno di forze fresche (ci sono) e di variazioni tattiche alle trame solite. E se fatturato fosse da intendere come fattura ricevuta? Potrebbe essere quella di Higuain. Ogni volta che Aurelio Primo lo nomina accade qualcosa di strano. Non è vero ma ci
credo!