di Angelo Vaccariello
Dieci anni di giornalismo economico, in Campania, non hanno insegnato nulla a nessuno. Stiamo parlando del convegno organizzato dalla Regione con un titolo modesto: Assemblea Nazionale per il Mezzogiorno. L’evento ha chiuso i battenti oggi a Napoli
Parliamo di convegno perché un’assemblea degna di questo nome non avrebbe escluso le vere forze del Meridione: giovani impegnati, cooperative sociali, associazioni e imprenditori di frontiera. Invece, il programma non ha offerto nulla di nuovo; nulla che gli “addetti ai lavori” non hanno sentito in maniera trita e ritrita, in salse diverse, in location più o meno suggestive e con relatori importanti.
Nel corso degli ultimi dieci anni presidenti della Repubblica, premier, ministri dell’economia, imprenditori e sindacalisti vari hanno ripetuto fino alla nausea sempre lo stesso concetto: se non riparte il Sud, non riparte l’Italia. Ognuno di loro ha offerto sempre e solo la stessa ricetta: lo stantio e oramai fuori dal tempo “investimento da parte dello Stato”.
Solo che questa volta lo ha quantificato il governatore De Luca: “Servono 200mila assunzioni statali nel Mezzogiorno”. L’unico slogan possibile e atteso intorno al quale si è scatenato il solito dibattito tra favorevoli e contrari. In realtà, il convegno (assemblea, eh) nasce malissimo: gli stessi relatori che da dieci anni sono protagonisti della vita civile ed economica italiana vengono a Napoli, si fanno una due giorni nel golfo, e offrono la loro visione.
Una visione inutile, fuori dalla realtà che, in verità, provoca molta rabbia. Ad esempio: dove si prendono i 25 miliardi di euro per le assunzioni al Sud? E poi, con quali criteri? Diamo tutto in mano a partiti e sindacati che si spartiscono la torta?
I “protagonisti” che si sono alternati al microfono non hanno presentato nulla di realmente innovativo. Solite parole. Se si dovesse creare una nuvola cloud, ecco i motti: Sud, giovani cervelli, innovazione, web, sviluppo, infrastruttura, Stato. Diciamolo: che noia. Senza contare il colpo d’ala del ministro degli Interni, Angelino Alfano: Bisogna costruire il Ponte sullo stretto.
Il premier Renzi, invece, si è soffermato a parlare sul nulla visto che il suo Governo, dopo quello del gran genio del professor Monti, è stato tra i peggiori nei modi in cui ha trattato il Mezzogiorno. La verità è amara: se a parlare di Sud saranno ancora i vari ministri, imprenditori e sindacalisti che si sono alternati al microfono della Mostra d’Oltremare, il nostro territorio è spacciato. Rassegniamoci.