di Adolfo Mollichelli
Era scritto, doveva pur accadere che avremmo spezzato le reni ad una nazione. C’è andato di mezzo il Lichtenstein che in verità è un Principato. Goleada doveva essere e goleada è stata. A metà.
Quattro reti nel primo tempo, nessuna nella ripresa. Il re nel pollaio l’ha fatto Belotti che, non a caso, è detto il gallo per quel suo modo di festeggiare dopo una rete mimando di avere la cresta. Il bomber del Torino porta a casa una doppietta, di Immobile e Candreva le altre reti.
Accanto al Reno che scorre quasi gelato. Nel Principato che è come un paesino tipo Cinisello Balsamo. Governato da Giovanni Adamo II che non risulta essere parente del cantante celebre per la notte. Contro la Nazionale che è numero 183 nel ranking mondiale per la prima volta.
nella storia, si fa per dire. Con il quattro-due-quattro che è il modulo tattico dell’amore. Sì, insomma la gentile signora Ventura che si chiama Luciana Lacriola e che ha confessato di essersi innamorata di Giampiero nostro (il ct azzurro) per il modo spregiudicato con cui faceva vibrare il Bari record dei 50 punti ai tempi della coppia centrale di difesa che era formata da Bonucci e Ranocchia.
Scusate la digressione ma questo è il periodo delle first lady e tutto fa brodo, ma non ditelo a Michelle (Obama) che ha dovuto lasciare il suo orticello nelle mani di un tycoon che ne farà un campo da golf. E qui chiudo con le parole di Oscar (Wilde) che diceva: per giocare a golf non è necessario essere imbecilli, ma aiuta!
Partita divertente per un tempo almeno. Quasi una comica l’inno cantato da fans azzurri e giocatori in attesa delle note che sono partite in colpevole ritardo. Va l’Italia con il modulo tattico dell’amore. Con due catene che funzionano. Quella di destra, con Zappacosta e Candreva. Quella di sinistra con De Sciglio e Bonaventura.
In fase di non possesso è puro quattro-quattro-due che si espande con un due-quattro-quattro. Cross e sovrapposizioni in misura industriale che portano ai facili gol azzurri. Se i venturiani avessero mostrato l’entusiasmo, la brillantezza e la precisione dei primi quarantacinque minuti la goleada sarebbe stata una valanga azzurra.
E invece il bello è diventato caos. Per le scelte sbagliate di Candreva e gli assurdi errori di Belotti, sempre lui, il gallo che ha fallito anche una deviazione quasi sulla linea di porta. Finale da showman per Verratti autore di slalom alla Tomba.
Più che buona la prova dell’esordiente Zappacosta che si mise in mostra tra i lupi dell’Avellino. Decente il ritorno in azzurro di Insigne, subentrato a Bonaventura. Ha sfiorato la rete l’altro ripescato: Zaza che ha preso il posto di Immobile. Picchiato duro Eder (per Candreva) che non ha avuto il tempo di riprendersi per sprintare come sa. Due gli interventi di Buffon: un’uscita di piede su incauto retro passaggio di Zappacosta e l’autografo sul petto di un invasore tifoso a partita in corso. Goleada e comica. Tutto insieme. Per non farci mancare nulla.
Grandissimo articolo di un Grandissimo Giornalista.Competenza,Ironia e Cultura.
Complimenti!
L’Avvocato