Adolfo Mollichelli

Adolfo Mollichelli

Giornalista. Ha lavorato con il Roma ed il Mattino. Ha seguito, tra l'altro, come inviato speciale cinque Mondiali, altrettanti Europei, nove finali di Campioni-Champions e l'Olimpiade di Sydney

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Papera rosa & Paperi azzurri

di Adolfo Mollichelli

 Napoli bloccato in casa sul pari. Non accadeva dal 28 novembre (1-1 col Sassuolo). Con l’identico risultato, è lo scalcagnato Palermo a fermare gli azzurri che avevano nel mirino l’aggancio alla Roma caduta al cospetto della Sampdoria. Partitaccia, si dice così in questi casi.

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Mertens

Quando non riesci a rimontare con 93 minuti a disposizione. E ti fermi al palo (ce n’è stato anche uno, nato da un rimpallo) e devi ringraziare la papera gigante del portierino avversario: Mertens ha tirato sì e sale a quota tredici centri in campionato ma la goffaggine di Posavec che si accartoccia sulla sfera e se la fa passare tra le gambe è sesquipedale.

Anche perché il titolare della Under 21 croata aveva (prima e dopo il fattaccio) dimostrato di essere l’uomo in più del Palermo.

Callejon

Callejon

Un po’ di Chinatown al San Paolo, avete notato i ragazzini che i giocatori tengono per mano? avevano magliette con ideogrammi per festeggiare l’Anno del Gallo (niente a che vedere con la gentile famiglia che gestì la presidenza del Napoli in epoca triste). Siamo all’ideogramma della pubblicità. Perché una volta era di voga lo slogan: la Cina è vicina. Che è stato superato dalla realtà: la Cina è tra noi. E in campo calcistico in particolare a Milano. Con i cinesi “veri” che governano l’Inter e quelli “tarocchi” – nel senso che non sono ancora usciti allo scoperto – che si aggirano attorno al Milan.

Hamsik

Hamsik

Aurelio Primo da un po’ di tempo sta sondando il mercato dalle parti della Muraglia e dintorni, magari vagheggiando un “Natale a Pechino” o forse un “pechinese a Napoli”.

Insomma, occhi aperti in caso di disimpegno e blandizie per un eventuale affare. Intanto, magliette dedicate e in uno store, in settimana, alcuni azzurri hanno cercato di scrivere in…cinese su drappi rossi.

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Mi piace addossare la colpa dello stop imprevisto alla magia cinese, insomma quell’idea di festeggiare l’Anno del Gallo ha portato jella.

E confusione nelle idee di tutti. A cominciare da Sarri che quando i suoi effettuavano cross su cross in area, Pavoletti non c’era. E che quando l’ex genoano c’era, avevano ripreso a giocare di tic e toc. Oddio, resto dell’idea che Pavoletti – allo stato attuale – sia più simile ad un paracarro che ad un “vero nueve“.

Pavasec

Povasec

 

Come dite? il Napoli ha creato diverse azioni che per un soffio non si sono concretizzate? D’accordo. Ma il calcio è questo. E dopo l’aiuto decisivo di Posavec si sarebbe dovuta trovare la lucidità necessaria per segnare un altro gol almeno. Né credo che abbia giovato alla causa il finale con i tre piccoletti più Pavoletti, tutti insieme appassionatamente. A far casino. Favorendo anche nel convulso finale – in superiorità numerica per l’espulsione di Goldanica – i difensori di Alamo, in divisa rosanero.

Anzi, a ben riflettere il Palermo è come se avesse giocato in dieci sin da quando Diego Lopez aveva mandato in campo Aleesami per Trajkovski. Il norvegese mi ha fatto venir voglia di scendere in campo seppur la mia età sia veneranda: mai visto un pippone simile.

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E, invece, niente da fare. Quando gli azzurri non riescono a giocare di catena diventano prevedibili. Le due linee strette del Palermo, specie nel primo tempo sono apparse come il muro che Trump sta facendo innalzare al confine col Messico. Si sono adagiati i nostri eroi sul falso psicologico: tanto, prima o poi gli facciamo due tre gol. E, invece, nonostante numerose infiltrazioni nel muro non si è quasi mai arrivati alla battuta nitida, di solito frutto di aggiramenti e percussioni effettuati in velocità.

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Era andato subito in vantaggio la squadra di Diego Lopez (quarto allenatore in stagione e non è neanche il record di Zamparini) grazie ad un cross pulito di Rispoli che Nestorovski il macedone girava di testa alle spalle dell’incolpevole Reina (disoccupato per tutto il resto del match) anticipando Hjsay che evidentemente stava guardando il drone, con il naso all’insù. Salvo Mertens e basta. E m’è parso svagato anche Ghoulam che evidentemente – come Karen Blissett – aveva la sua Africa da rimpiangere.

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Sarri

Sprecato l’aggancio alla Roma nella sera che non t’aspetti. Oh sì, portano male gli ideogrammi cinesi.

Ma pure Sarri quando si lamenta: ora ha cominciato ad inveire contro gli impegni ravvicinati di un certo tipo tra campionato e coppe. Ed ogni volta che il toscanaccio mugugna, qualcosa succede. E non è mai qualcosa di buono.

 

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