Adolfo Mollichelli

Adolfo Mollichelli

Giornalista. Ha lavorato con il Roma ed il Mattino. Ha seguito, tra l'altro, come inviato speciale cinque Mondiali, altrettanti Europei, nove finali di Campioni-Champions e l'Olimpiade di Sydney

RINNOVI.DYBALA.INSIGNE.750x450

La piccola fuga dei nanetti

di Adolfo Mollichelli

Il Napoli pareggia i conti con la Spal che a Ferrara era in vantaggio di una vittoria. Così è se vi pare. Frequenti gli incroci nei favolosi Anni Sessanta quando Cané si divertiva a bersagliare i rappresentanti dell’acronimo società sportiva ars et labor. La Vecchia Signora lascia in panca il figliolo depresso Gonzalo, versa una pozione malefica nella tazzina da caffè di Baselli e s’aggiudica il derby della Mole. Arsenico e vecchi merletti. La corsa continua. Tra Sarri e Allegri, come Messala e il principe di Hur.

 Poesia poca, incroci letterari e smoccolamenti vari tanti nella terra degli Estensi (Ferrara è stupenda). Azzurri un po’ sbiaditi, biancocelesti sorprendenti come ai tempi di Massei e di Capello il bisiaco. Càpita. Non prendete per oro colato Vasco: non sempre si può andare al massimo. Specie quando in previsione della battaglia (agonistica, sportiva) rinunci ad un guerriero come Allan. Il sosia di Sammy Davis junior è il Vidal dei tempi d’oro anche se con molti gol in meno.

3257520_8789538

Poi, non puoi immaginare neanche lontanamente che un Viviani ti vada contro e che un napoletano che ha mosso i primi passi tra gli Amici di Mugnano e la Ciro Muro ti faccia vedere cose turche. Nel senso di attenzione, corsa, giocate fino all’esaurimento e infatti crollerà nel finale sotto i “colpi” delle invettive del popolo azzurro transumante.

Schiattarella, so’ cose ‘e pazzi! E giù in coro: puozz’ schiatta’. In senso figurato perché il male non si augura ad alcuno.

3257520_8789563

Molto sale e poco Pepe a Ferrara

Tiro radente con tanto sale e poco Pepe. Sembrava Beckham, il marito di Victoria la Spice Girl, che ha fatto milioni di sterline tra cross e gol e pubblicità agli slip per la gioia delle teenagers di tutto il mondo unite sotto i tabelloni giganti. Schiattarella Pasquale, presente.

E meno male che una volta colpito dai dardi delle invettive, stremato, ha lasciato via libera a Ghoulam che m’è parso Tomba l’Albertone che scendeva come un fulmine, paletti o non paletti. Serviti tutti quelli che dicono che usa il destro solo per salire le scale.

3257520_8789542

E vogliamo parlare di Viviani che si chiama Federico soltanto che il lamento l’ha sussurrato Regina? Una pennellata che el arquero manco ha visto e difatti l’ha ammesso subito con quella faccia da piacione che come fai a volergli male. No lo vi. E che cosa gli vuoi dire.

Capolavoro di Viviani che stava per costare due punti due. E allora per ripicca prendo a prestito – e sconvolgo, perdonami Maestro – un verso di Raffaele Viviani da ‘O vico e mast’Errico ‘nnanz ‘o bancariello, laddove Errico è zio Maurizio che potrebbe anche essere orologiaio per come guarda i “pezzi” con gli occhi oltre la montatura delle lenti.

3257520_8 789544

Versetti satanici, se volete: …e nu ciuccio passa senza capezza / è quasi niro e tene ‘e recchie a sventola. Fine. Dedicata a Ghoulam, uno dei pochi tra i ciucci d’oro (Apuleio) che volarono sull’Olimpico, che se n’è fregato degli schemi, dei droni, dei triangoli corti e lunghi, equilateri, isosceli e scaleni, delle distanze tra i reparti, la lontananza sai è come il vento e allora ha deciso di fare da solo in omaggio al detto che chi fa per sé fa per tre e difatti è arrivato il terzo gol e in alto i cuori.

Per completare un pomeriggio-sera da sballo (prima aveva telecomandato il cross per Callejon) che ha fatto sobbalzare perfino Macron che dall’Eliseo ha tuonato inviperito: ma come ci siamo fatti scappare un tipo così. Ha scelto l’Algeria mon président. Mon dieu.

3257520_8789549

Il calcio sarà sempre bello e piacevole finché tra moduli e teorie adaniche ci sarà qualcuno che si ribellerà inventando. C’era, tanti anni fa, un allenatore delle giovanili del Napoli che prima di ogni partita riepilogava posizioni e compiti e poi concludeva così: guagliù, avite capito? Ma nun ve scurdate d’a cosa cchiù importante, mettite ‘o pallone d’int ‘a porta.

Bello il gol d’Insigne dal vertice di un angolo inusuale, dolce la torsione e scugnizzesca la conclusione. Da Big Ben la sostituzione di Hamsik quando suona il minuto quindici del tempo secondo e fossi in Marek mi lascerei scappare un educato n’ata vota che il paziente capitan slovacco pronuncerebbe col tono giusto.

Calcio: Napoli, per Milik possibile intervento chirurgico

Milik, un nuovo infortunio

Sembra serio l’infortunio ad Arkadiusz Milik che nonostante un fisico da armadio (così avrebbe detto Nicolò Carosio) pare che abbia muscoli fragili. Ginocchio destro stavolta. Càpita di forzare sull’arto buono dopo che l’altro aveva già ceduto. Sarebbe una iattura se il recupero fosse irragionevolmente lungo. Auguri. E un consiglio allo sfortunato centravanti polacco: un pellegrinaggio al santuario della Madonna di Czestochowa, si trova sui pendii del monte Jasna Gòra.

Da Messala a Ben Hur. In scioltezza la Juve sul Toro nel derby della Mole che era stato etichettato padroni contro popolo. Che fine sta facendo il mio mondo. Sempre alla ricerca di titoloni e pezzi da grido. Da strilloni direi. Raccomando ai giovani colleghi un saggio di Giovanni De Luna sulle origini del tifo (termine che aborro) per le squadre di Turìn.

c

Higuain, il goleador depresso

Juve più forte del Toro, in tutto. Perché il conte Max ha ascoltato i consigli di Ambra.

Ed ha relegato nel cono d’ombra della panca della tristezza (che poi all’Allianz sono comodissime poltroncine) il Gonzalo dei gol perduti che osservava i compagni con lo sguardo dello smemorato di Collegno: perché non so più fare quello che facevo prima, continua a chiedersi. Pare che sia in programmazione un film di genere dal titolo: salvate il centravanti Higuain.

213527427-e57b74d1-1060-4b13-a5b5-8634f44d49cc

Senza il gordito, Mandzukic è tornato al centro della scena. Immagino il croato dallo sguardo truce con intorno i piccoletti sarriani. Sarebbe un crack. Dybala allunga sugli altri bomber del campionato. Sempre più mi ricorda Sivori, Omaruccio mio. Rivelazione del pentito Baselli: chiedo scusa ai miei compagni, ho sbagliato. Mihajlovic l’avrebbe preso a schiaffi poi ha guardato Ljajic che fu preso a cazzotti da Delio Rossi a Firenze ed ha rinunciato. In serbo ha sussurrato: altrimenti passiamo per una squadra di schiaffeggiati e scazzottati.

173017514-c0cfb512-c094-4472-8bd5-4a88f55e80b1

Esulta D’Ambrosio per il gol partita

L’Inter resta incollata alle due più belle del reame. Vittoria sul Genoa maturata nel finale. Brutta partita. Alla Beneamata va riconosciuto il merito di non mollare mai.

Due espulsioni decretate da Guida che è di Torre Annunziata e quindi potrebbe trovare occupazione in un pastificio. Spalletti guida l’eterna incompiuta di questi ultimi anni grami. Ma il filosofo di Certaldo s’è portato via da Roma il cupolone. Nel senso del lato B. E quando c’hai quello – e un paio de scarpe nove – puoi girare tutto il mondo e t’accompagni da te.

170020069-5d64c156-1ef7-4f37-aff1-715fe444e296

Immobile fa camminare la Lazio

Risale la Lazio dopo la scoppola azzurra. Trascinata da Immobile che insidia la leadership dei cannonieri a Dybala.

La Samp affossa il Milan, va su in classifica e deve recuperare il match interno con la Roma che fu rinviato per il maltempo.

Giampaolo, tecnico sopraffino e mi piaceva anche quando giocava, si beve Montella che guida – si fa per dire – una delle due squadre della Milano da bere. Zapata travolgente. M’è sempre piaciuto il panterone che a Napoli non hanno mai compreso.

141338347-cb846810-b572-46b7-a1b5-1ed92262a341

Bonucci, capitano di sventura

Raddoppio lampo di Ricky Alvarez, ex interista a pochi secondi dall’ingresso in campo. I sampdoriani hanno fatto blu e cerchiati i rossoneri sotto lo sguardo di bambolotto Fassone mentre Ferrero faceva corna e bicorna e sempre meglio di Cellino che lanciava caccole. Un altro depresso si aggira come uno spettro sui verdi terreni della felicità perduta. E’ Bonucci. Sua moglie che vaga per le stanze di casa ripetendo il mantra non ho capito perché ha lasciato la Juve ha cambiato il nome sull’etichetta del citofono dell’appartamento meneghino: Malucci, ci ha scritto.

180941922-fdd7034a-8766-4804-add6-836c906f1005

Baroni, l’amaro sapore della serie A

Una passeggiata per la Roma nell’anticipo con l’inesistente Udinese. E va bene che nella Capitale amano dire lassatece passà, semo romani ma i difensori friulani si sono scanzati in maniera vergognosamente goffa. A Del Neri non ha detto bene neanche il cambio del portiere, da Scuffet acchiappafarfalle a Bizzarri imbizzarrito come un puledro sperduto nei pascoli.  In coda, primi tre punti per il Crotone che battendo il Benevento – l’avevo detto che sarebbe più opportuno chiamarlo Maleventum – sorpassa con un’unica sgommata ben quattro rivali nella lotta per sopravvivere nella massima serie. E per oggi è tutto.

 

 

CondividiShare on Facebook0Tweet about this on TwitterPin on Pinterest0Share on Google+0Share on LinkedIn0Email this to someone

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>

Altri post dello stesso Autore