di Gerardo Verolino
Da quando è nato e si è strutturato come movimento politico, il partito di Beppe Grillo, è stato, anche, un grande catalizzatore di personaggi bizzarri ed improbabili. Non poteva essere così per un partito che ha fondato la sua ragione sociale, oltre che sul mantra dell’onestà, anche su quello del complottismo.
All’apice di tesi assai stravaganti campeggia l’idea che in Cielo si propaghino scie chimiche nocive per l’individuo, scaturite da chissà quali aerei inviati da forze plutocratiche, che tenderebbero ad avvelenare l’ ambiente. Mentre si cerca di capire chi li guidi, nel frattempo, ad avvelenarsi sono stati i cervelli dei poveri sostenitori che, attingendo nel campo delle più strambe teorie cospirazioniste, hanno potuto far carriera nell’unico movimento che poteva accoglierli ed allevarli.
Il campionario umano è assai vasto. Troviamo, ad esempio, una deputata, Tatiana Basilio, che crede all’esistenza delle sirene ed accusa un importante ente governativo americano, il Noaa, di ostacolare la diffusione della notizia. La Basilio vorrebbe impedire le immersioni dei sottomarini perché le onde sonar che trasmettono danneggerebbero l’udito dei poveri cetacei.
Poi c’è il dottor Gian Piero Vanoli, referente Salute e Ambiente del meetup Movimento Cinquestelle Lombardia, che sostiene alcune tesi scientificamente deliranti del tipo che “le vaccinazioni provocano l’omosessualità”. O che “basta l’ipnosi per non ingravidare una donna“. O ancora che “bere la propria urina cura tutto, anche il cancro”.
In un’intervista al sito “Vice”, nell’esporre una delle sue strane teorie para-meta-scientifiche, afferma che “quando il vaccino viene introdotto nel bambino, questo poi cresce e cerca di trovare una propria personalità e se questa viene inibita dal mercurio…il bambino diventa gay”.
E si vanta di aver “brevettato” il sistema per sconfiggere addirittura il cancro bevendo, come pare faccia lui dalla nascita, un bel bicchiere di urina al giorno. Magari allungato con una goccia di gin.
E che dire dell’onorevole (anzi cittadino…) Carlo Sibilia che ha sostenuto la tesi secondo cui l’uomo non sarebbe mai sbarcato sulla Luna ed in un tweet liquidava la cosa come “una farsa” a cui, l’umanità, sarebbe stata costretta a credere.
Un altro deputato, Paolo Bernini, ospite a “Ballarò”, informava gli italiani che, nel Mondo, ogni essere umano sarebbe controllato e spiato poiché gli americani avrebbero installato un micro-chip sottocutaneo in ognuno di noi.
Ma, non bastassero i parlamentari, anche i semplici aficionados, sono capaci di produrre autentiche “perle”.
Interrogati sulla piattaforma Rousseau, attraverso il sistema “Lex iscritti” su quali leggi vorrebbero proporre sono arrivati suggerimenti i più bizzarri.
Da chi vuole “l’abolizione dei circhi con animale” a chi pretende di inserire nella propria tessera sanitaria il gatto o un altro “fido” domestico.
Da chi vorrebbe l’introduzione di una ceneriera nei pacchetti di sigarette e chi per incentivare il turismo vorrebbe una legge che “imponga ferie tutto l’anno”.
Si capisce che in quello che sembra un Circo Barnum popolato da nerds, freaks e personaggi sui generis propalatori di teorie imbarazzanti, Beppe Grillo, per dare un volto accettabile e rassicurante al suo partito, abbia pensato di ricorrere all’unico pentastellato che non scantoni e presenti tratti di “normalità”, spinti fino alla noia, nelle apparizioni pubbliche.
Infatti Luigi Di Maio che Grillo ha imposto come solo candidato premier dei Cinquestelle, creando malumori, maldipancia e minacciati Aventini tra dirigenti e sostenitori, è quella che potremmo definire come la “ricerca della normalità agognata” per un movimento che, numeri alla mano, rischia di governare il Paese. Ha scelto, insomma, il più british della sua pittoresca compagine.
Già, perchè se all’inizio della sua picaresca avventura, il comico genovese, non immaginando fin dove potesse arrivare la sua “creatura”, non aveva badato troppo alla necessità di selezionare e di creare una classe dirigente, imbarcando di tutto e di più nel suo movimento, ora che si trova di fronte alla concreta possibilità di dover mettere in piedi un governo, sta cercando, goffamente, di porvi rimedio, in fretta e furia.
E allora via i personaggi sui generis, che costituiscono la quintessenza del partito, e vai col restyling estetico partendo dall'”uomo normale” Di Maio (che ricorda un po’ l’uomo medio al potere che ha rappresentato Francoise Hollande con risultati disastrosi in Francia) per dare un’immagine nuova al partito. Ma basta l’idea di uomo, soltanto, “nella norma” al potere, senza il guizzo del genio (politico), per governare un Paese ed essere rispettati all’estero?