22447328_904066059742284_1080023226_n

Eravamo quattro amici al bar…

di Mino Cucciniello

Luoghi di incontro, punti di ritrovo, bar che fanno tendenza. E poi solo un cumulo di macerie. Locali devastati dalle fiamme, incendi che distruggono tutto. E’ lo strano filo conduttore che ha accumunato importanti bar cittadini, dal cuore della città, al lungomare, alla collina cartolina. Storie torbide e misteriose, incendi scoppiati chissà come e perché. Ma non è di questo che ci occuperemo. Vogliamo ricordare il Cristallo, il Rosso e Nero e il Miranapoli, bar che hanno accompagnato alcune generazioni…

index

20988580_10214118120692918_7267511564731764903_o-150x150

Lo scheletro Miranapoli

In una caldissima notte di questo caldissimo agosto è andato completamente distrutto da un violento incendio il bar Miranapoli, che fu a lungo un luogo simbolo per i giovanissimi degli anni sessanta e settanta. Gli scherzi del destino. In fiamme sono scomparsi altri due famosi caffè napoletani: il Cristallo ed il Rosso e Nero, tutti locali molto in e frequentati soprattutto da quella che veniva chiamata “la Napoli bene”.

Il primo ad incendiarsi fu l’elegante bar Cristallo, che apriva i suoi spazi in piazza dei Martiri ed occupava due dei locali, quelli più adiacenti al portone di palazzo Partanna, che oggi ospitano Ferragamo donna.

637 60

Bruno Del Monaco, Gilbert George: bar Cristalli 1974

Negli anni cinquanta e sessanta il Cristallo fu una tappa fondamentale per tutti i dandy, che tirati a lucido da capo a piedi e sempre in giacca e cravatta, erano soliti intrattenersi ai suoi tavolini nelle cosi dette” ore di punta ” cioè a mezzogiorno ed il pomeriggio intorno alle diciotto e trenta quando il via vai delle tante signore impegnate nello shopping aumentava nella piazza considerata il salotto buono di Napoli.

I frequentatori erano giovani abitanti in zona, anche se qualcuno si recava in vespa identica a quella  del film Vacanze Romane che in quegli anni trionfava nelle sale cinematografiche, qualche altro più grande si “sparava una posa” con la 1100 Fiat o con la Giulietta sprint del papà, tutti invece avevano nomi appartenenti a famiglie importanti di Napoli, e già frequentavano l’università o qualcuno iniziava anche a lavorare nell’azienda di famiglia, insomma erano i famosi ragazzi di via dei Mille degli anni cinquanta , un mondo che purtroppo da tempo non c’è più.

Peter Van Wood

Peter Van Wood

Il celebre cantante Wan Wood, che spesso suonava allo Shaker club, dove trascorrevano le serate gli stessi personaggi che di mattina affollavano i tavolini del Cristallo, ebbe modo di conoscere questo allegro ed affascinante mondo tutto napoletano tanto da poter scrivere la canzone “Sci sci piazza dei Martiri”

Alla fine degli anni sessanta il Cristallo, che con la sua strategica posizione poteva godere dei raggi del sole anche nei mesi invernali, fu rinnovato. Le pareti della sala da tè vennero tappezzate in pelle color nera ed il pavimento fu ricoperto di moquette beige  come voleva la moda del momento mentre alle spalle del lungo bar, che si trovava sulla sinistra entrando, c’erano su vari livelli varie bottiglie di liquori illuminate con una luce blu che dava molta atmosfera all’ambiente, furono messi anche nuovi divani che di sera si occupavano con i soliti habituès che si davano appuntamento prima di andare a cinema o a cena.

Piazza Martiri 2

Il loro chiacchiericcio aveva come accompagnamento un piano bar completamente differente da come è inteso oggi perchè era un semplice sottofondo musicale che permetteva di parlare.

Anche parcheggiare era semplicissimo se proprio non si trovava un posto per l auto innanzi al bar bastava fare un giro intorno ai quattro leoni e sicuramente usciva la possibilità di posteggiare, insomma tutto era molto comodo e soprattutto a portata di mano.  Poi dopo solo qualche anno la bella sala da tè del Cristallo andò distrutta da un incendio e non venne più riattivata, restò aperto solo il vano occupato dal bar che si era salvato dalle fiamme, ma il locale non era più quello di un tempo e così iniziò la sua agonia che lo portò irrimediabilmente alla sua chiusura.

Rosso e nero zzz

Rosso e nero

Anche al Rosso e Nero di via Partenope, altro famosissimo bar, toccò la stessa sorte nel gennaio del 1978. Il locale del lungomare, inaugurato alla metà degli anni cinquanta, per molto tempo fu un altro  luogo cult per tanti napoletani, che soprattutto nelle giornate domenicali di bel tempo, grazie alla sua magnifica collocazione, si davano appuntamento per l’aperitivo o per gustare i toast preparati dal barman Gennarino.

Il Rosso e Nero nel suo arredamento già si presentava con uno stile più essenziale in confronto ad altri caffè ed iniziò ad ospitare una clientela più sportiva, qualche giovanotto indossava come soprabito i primi montgomery comprati da  Gutteridge in via Toledo, mentre molte ragazze con pettinature cotonatissime in versione prima Mina, per non farsi scompigliare dal vento ornavano le loro testoline con foulard di Hermes con nodo sotto al mento. Molti dei frequentatori mattutini, poi si recavano anche di sera poiché negli spazi sottostanti del bar si apriva un accorsato night club, avente lo stesso nome del bar, frequentatissimo nel periodo invernale.

22446685_904064609742429_89462036_n

Il Miranapoli di “qualche anno fa”

Intanto la nuova generazione cresceva ed i tempi iniziavano a cambiare. I giovani volevano la loro indipendenza ed i loro spazi, possibilmente lontani dai “matusa” termine coniato per individuare persone dai quaranta anni in su e pertanto per le loro esigenze quale miglior posto poteva essere se non il Miranapoli di via Petrarca, attrezzato anche con jukebox.

Mario De Luca e ALfredo Fiorillo

Mario De Luca e ALfredo Fiorillo

Per quell’epoca questo bar era molto lontano dal centro e quindi poteva essere  raggiunto solo in auto o con moto di grossa cilindrata.

E fu così che il nuovo caffè divenne ben presto il punto di riferimento giornaliero per i tanti centauri napoletani, che dopo aver prelevato qualche bella ragazza all’uscita di scuola e dopo una “vasca” in via dei Mille con passaggio fondamentale innanzi a Moccia all’Umberto , si incontravano,tutti vestiti con jeans e chiodo, al Miranapoli che all’epoca oltre ad avere la terrazza belvedere occupava i locali dove oggi c’è un istituto bancario.

22407530_904066146408942_1860102404_n

“Ci vediamo al Miranapoli”. I ragazzi di ieri non avevano perso l’abitudine…

Solo con gli anni novanta del secolo scorso, il Miranapoli lasciò i suoi vecchi locali in muratura per trasferire la sua attività sulla terrazza che nel frattempo era stata ricoperta da pannelli di plexiglass sostenuti da una struttura di ferro e proprio questo spazio, che comunque continuava a far vivere la tradizione del Miranapoli, ad agosto è andato distrutto.

CondividiShare on Facebook0Tweet about this on TwitterPin on Pinterest0Share on Google+0Share on LinkedIn0Email this to someone

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>

Altri post dello stesso Autore