Adolfo Mollichelli

Adolfo Mollichelli

Giornalista. Ha lavorato con il Roma ed il Mattino. Ha seguito, tra l'altro, come inviato speciale cinque Mondiali, altrettanti Europei, nove finali di Campioni-Champions e l'Olimpiade di Sydney

gol mertens

Ben Hur e il settebello

di Adolfo Mollichelli

Come tra Messala e Ben Hur, la sfida continua. Non c’è stata la notte delle streghe a Benevento che una volta si chiamava Maleventum. Quale magìa, quale filtro, quale pozione avrebbero potuto mai inventarsi i sanniti rinvigoriti (si fa per dire) da Vigorito?

Dries-Mertens-Napoli 2

Mertens

La sintesi del derby che non c’è stato sta tutto nel volto alquanto perplesso (disgustato?) di Bacary Sagna il vecchio bucaniere di corsìe infinite spettatore in tribuna nell’attesa della battaglia prossima a venire. Stentatello l’inizio della creatura sarriana. Come si fa a non concedere un po’ di corse ardenti ai cuginastri senza rancore lontano cinquanta punti al fischio d’avvio? E poi, e poi il sigillo di Mertens – fu vero tiro o cross fuori misura? – e il raddoppio facile facile di Hamsik servito dal pateracchio solitario in uscita di Umiti, roba che neanche tra scapoli e ammogliati.

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Adolfo Mollichelli

Novantottesimo centro in serie massima di Cresta d’oro. Undicesimo successo esterno che proprio stona l’unico punto lasciato a Verona, sponda Chievo e forse un po’ c’entra la maledizione di Giulietta che fu offesa nell’onore (ma i suoi sudditi se lo meritarono).

L’unico thrilling dal tocco maligno di Dijmsiti chi era costui (?) sulla caviglia di Dries il campanellino che ha ripreso a trillare a suon di gol, eppure belli. Bravo Ben Hur, tutto okay.

Poche ore prima, Messala era sceso in campo allo Stadium. Eccolo il tridente del Sassuolo, e in molti avranno pensato: càspita però, Berardi-Babacar-Politano! Oddio, non è che siano Didì-Vavà-Pelé ma vedrete che serpentine, che tocchi, che scatti, che ripartenze. Attenta Juve che questi tre potrebbero farti del male. E invece, nisba.

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Higuain prende sulle spalle la Juve e…Pjanic

Sette volte ha bussato la Signora e sette volte le è stata aperta la porta e si sa che è la notte che porta Consigli ma s’è giocato nel primo pomeriggio.

Divertitevi bianconeri acciaccati e lungodegenti (Dybala) e freschi malaticci (Douglas Costa). E così è stato.

Ha aperto le danze Alex Sandro, doppietta di Khedira, missile di Pjanic e prima tripletta in bianconero dell’innominabile Gonzalo che ha lasciato la maglietta nelle mani di un fanciullo in curva e s’è portato a casa il pallone.

Essendo rimasto con la maglia della salute s’è notato che è sparito il giro-pancia. Tirato a lucido l’innominabile Gonzalo. Per la gioia degli orfanelli dal cuore azzurro che cominciano a preoccuparsi per le clausole di Mertens e di Sarri. L’intervista fiume a giornali e reti unificate di Aurelio Primo non ha sortito l’effetto sperato. Certamente, il Sassuolo non ha raccolto. E, come poi è stato, la Madama s’è risentita.

Quella di Calabria è la sesta espulsione in campionato

L’espulsione di Calabria, la sesta per il Milan in questo campionato

Gennarino Gattuso, bello tosto (ah! quando giocava se lo era) avrà, anzi ha, smoccolato in coriglianese bello stretto alla mollezza doppia di Bonucci e Donnarumma detto Dollarumma che è costata due punti ad Udine.

Per la vittoria sfumata e che era stata costruita con il golazo di Suso dal sinistro dolce e squassante nello stesso tempo. E perché si stava concretizzando un altro bel passo d’avvicinamento all’obiettivo prefissato: arrivare al derby meneghino (del 4 marzo) quanto più vicino possibile alla Beneamata del filosofo Spalletti che non vince dal cinque a zero al Chievo del 3 dicembre, insomma dall’anno scorso. Per la rabbia tutta gialla del cinese Zhang, e ci credo.

_Gennaro Gattuso

Gennaro Gattuso

Gennarino da Corigliano ha impiegato meno tempo del previsto nel dare un volto decente e un pizzico d’anima alla creatura rossonera che il Berlusca si rifiuta di incontrare perché dice che è brutta e insomma per nulla somigliante alle care bonazze che animavano (animano ancora?) le dolci notti arcoriane del bunga bunga. In casa rossonera, ricca di frequentatori, figli di una campagna acquisti esagerata, c’era da scegliere i posti a tavola.

E Gennarino ci sta riuscendo ed avrebbe potuto avere quattro punti in più se non avesse dovuto fare i conti col pipelet beneventano (terra di streghe) che si trasformò in goleador volante e nella moscezza tipica di certi interventi bonucciani e nelle manone di burra del ragazzone di Castellammare telecomandato da Raiola che, a proposito, farebbe la sua figura – tra congiuntivi e sgrammaticature vari – come candidato alle prossime politiche.

Luciano Spalletti

Luciano Spalletti

Induce alla tenerezza il filosofo Spalletti perduto tra la nebbiolina fastidiosa ed umida di Appiano Gentile. No, le docce funzionano nel regno di riserva di Zhang. Il problema è un altro: rendersi conto che pochi pseudocinesini sono degni della Beneamata. Che si batte e tormenta tra croati incostanti ed un italogruppetto mediocre: D’Ambrosio, Gagliardini, Santon, Candreva. Quanto a super Icardi , qualcuno dovrà pur trovare il modo di non fargli toccare solo un paio di palloni utili e che a volte sono sufficienti al superbomber per fare centro. Misteri wandiani!

Torna a vincere – dopo cinque flop e mezzi flop consecutivi – la Roma che ora è ad un solo punto dall’Inter e in piena lotta per il quarto posto che significa qualificazione certa alla prossima Champions League.

Under gol dopo quarantatré secondi

Under-gol, dopo 43 secondi…

In casa di Giulietta – per piacere, ci provi lei nobile e gentile dama a sedare il Pecchia sempre più furente – Dzeko è apparso più sciolto nei movimenti, più sereno dopo che Londra (sponda Chelsea) non ha più chiamato e una volta avuta la certezza che Roma non ha fatto la stupida e quindi potrà respirare ancora il ponentino, almeno fino a quando Pallotta non tornerà di nuovo alla carica per fare cassa. Di Francesco salvato a Verona dal piccolo turco che si chiama Under e che, così dicono, non è stato raccomandato da Erdogan.

 

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