di Enrico Mentana
Mia mamma era di Macerata, e siccome apparteneva a una minoranza a rischio di vita dovette nascondersi per un anno con la madre il padre e la sorellina in un fienile sui monti, fino alla Liberazione
Tutti oggi parlano dello sparatore, per dargli del terrorista, del fascista, del pazzo o della testa calda, dell’isolato o del cittadino esasperato, o perfino del vendicatore. Nessuno parla dei feriti, di chi sono, che storie hanno, come stanno.
Sono “gli invasori”. Il sopruso sta anche nell’aver criminalizzato l’accoglienza, nell’aver creato un clima di odio per chi arriva, nell’aver infangato le Ong, nel promettere di ripulire l’Italia senza essere nemmeno in grado di ripulire le proprie liste. L’Italia che specula sulla paura attua un gioco molto rischioso per tutti.