di Ottorino Gurgo
I lunghi anni della sua attività politica ci hanno abituati ad applicare a Silvio Berlusconi quell’appellativo di “Rieccolo” che Indro Montanelli affibbiò, a suo tempo, a Amintore Fanfani. Come la Fenice, l’ex cavaliere è riuscito, in più d’una occasione, a risorgere dalle sue ceneri, rendendosi protagonista di clamorosi ritorni, quando i più lo davano ormai per definitivamente spacciato e consideravano arrivata al capolinea la sua carriera politica.
Le più recenti vicende sembravano, tuttavia, questa volta, scandire per Berlusconi il tempo di una inevitabile uscita di scena vista la decisione della Lega di procedere autonomamente ad un accordo con i Cinquestelle..
Ma, improvvisamente, uno spiraglio sembra essersi riaperto per una sua ennesima rinascita dopo che il Tribunale di sorveglianza di Milano gli ha restituito la piena agibilità politica annullando gli effetti della legge Severino con la quale gli era stato imposto di lasciare il suo scranno di senatore e impedito di ricandidarsi alle elezioni.
In effetti la coalizione fra Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia sulla quale Berlusconi ha puntato per edificare le sue nuove fortune politiche sembrava andata in frantumi.. Diversi anni fa, nella politica italiana, si discusse a lungo sull’importanza del “trattino”.
Gli ondivaghi rapporti tra democristiani e socialisti facevano sì che, in periodi di bonaccia, i massmedia parlassero di centrosinistra (in una sola parola), mentre quando il clima si faceva teso la formula usata era quella di centro-sinistra ( con il centro e la sinistra divisi dal fatidico trattino).
Oggi, in realtà, ammettendo con molta buona volontà e del tutto convenzionalmente, che Forza Italia rappresenti il centro e la Lega la destra, potremmo dire che anche il trattino non basti a segnare le differenze tra i due schieramenti.
Ma, malgrado tutto, Berlusconi non si è arreso. Anche se Salvini pare stia accordandosicon Di Maio, l’ex Cavaliere è tornato a dar battaglia operando dietro le quinte per frapporre ostacoli in extremis a tale accordo. Che segnerebbe irreversibilmente la fine della sua carriera politica.
A indurre Berlusconi a sfoderare tutta la sua grinta è stato soprattutto l’inserimento, nel cosiddetto “contratto di governo” tra leghisti e grillini di quella legge sul conflitto d’interessi che, per il “signore di Arcore”, costituisce un’autentica spina nel fianco.
Chi ha buona memoria non può dimenticare che oltre vent’anni or sono, Berlusconi scese nel campo della politica per una ragione soprattutto: salvaguardare le proprie aziende dalla minaccia della “gioiosa macchina da guerra” di Achille Occhetto che i sondaggi davano come vincitrice della competizione elettorale.
A dargli ora man forte è stato il successo ottenuto dal centro-destra in alcune elezioni locali e, soprattutto l’andamento dei sondaggi (ai quali è sempre attentissimo) secondo i quali la coalizione Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia in caso di nuove elezioni sarebbe in ulteriore crescita.
Forte di questi dati, Berlusconi ha prospettato al leader del Carroccio la possibilità che, andando al voto, il centro-destra potrebbe superare la fatidica soglia del 40 per cento così da poter governare da solo. “Perché – gli ha chiesto – avendo a portata di mano la possibilità di una vittoria piena, vuoi ora accettare un accordo con Di Maio che ti collocherebbe, comunque, in una posizione minoritaria ?”.
E in Salvini si è insinuato un dubbio che lo ha indotto, almeno per ora, a bloccare l’intesa che stava stipulando. Non sappiamo come la telenovela si concluderà. Quel che è certo è che Berlusconi, da vecchio combattente, non ha ancora gettato la spugna..