Adolfo Mollichelli

Adolfo Mollichelli

Giornalista. Ha lavorato con il Roma ed il Mattino. Ha seguito, tra l'altro, come inviato speciale cinque Mondiali, altrettanti Europei, nove finali di Campioni-Champions e l'Olimpiade di Sydney

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Papponi e don Maurizio. La burla scudetto

di Adolfo Mollichelli

Un giorno all’improvviso si ruppero ‘e giarretelle. Svanì il grande sogno. Piansero gli azzurri, non tutti. Si divisero gli aficionados in papponi e sarriani. Esternarono sui social i cuori infranti. Ballò, con tanto di trenino, l’uomo di fascia (tricolore) che dopo i fatti di Inter-Juve aveva tuonato “ci riprenderemo quello che ci hanno tolto”. Disse tutto ed il contrario di tutto – a reti più o meno unificate – Aurelio Primo l’imperatore-padrone-amministratore. Un solo concetto chiaro. Il rimprovero a quel testone nato a Bagnoli e che mugugna in toscano: Maurì, t’avevo detto de fa’ giocà un po’ tutti, con questa smania tua de figli e figliastri.

Udinese - Juventus

De Laurentiis e Sarri

Proclama giunto con colpevole ritardo su veleni reali o presunti che hanno frenato la squadra tra le più belle del mondo. Una meravigliosa boutade l’idea dei tecnici da mettere dietro al congegno Var, registi che sappiano vedere (!) e perché non attori, magari Boldi e De Sica per un cine-panetton-var da smerciare nelle sale, ma prima di Natale. E’ già tempo delle parole (serie), degli incontri chiarificatori, delle clausole rescissorie da discutere. Ora che il campionato è andato.

Col settimo sigillo della Madama che gli aiutini determinanti li ha ricevuto more solito e però neanche lontanamente immaginava che ‘o Napule sette bellezze si squagliasse al cospetto di viola e granata, autentici nemici suoi.

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Adolfo Mollichelli

Non resta che attendere fino alla fine di maggio (non il giocatore) che è ‘o mese d’e rose e sapremo se avrà vinto Aurelio Primo o zio Maurizio che sa tanto della storia antica quella di Giorgio che se ne vò jì e ‘o vescovo ne ‘o vò mannà.

Alla delegittimazione di Aurelio Primo ha replicato con tatto ma con fermezza lo zio Maurizio, una vlta per tutte: “Il mio futuro dipende dalla società, voglio capire se questo progetto è finito o deve continuare, quali giocatori resteranno e quanti saranno ceduti; la società dovrà spiegarmi i programmi e poi decideremo insieme, se ci saranno i presupposti continuerò”. E beccate questa Aurelio Primo!

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Napoli – Torino, la resa

Un campionato gettato via. La grande occasione sprecata. Questa la sintesi della sfida infinita (che poi è finita) lanciata dal Ciuccio alla Zebra. Entrambi arrivati cotti alla meta. Con i titolarissimi più tre spremuti al massimo. Senza avere in organico un autentico crack. Del quale ha beneficiato (insieme con tutti gli altri big in rosa) il conte Max, quel velocista dal sinistro fatato che è Douglas Costa che col primo titolo in Italia è arrivato ad 8 campionati vinti di fila: 5 a Donetz, 2 a Monaco (Bayern). Classe, esperienza e attitudine alle vittore. Quel tipo di top player che zio Maurizio ha avuto (Higuain) e che gli è stato tolto sul più bello della creazione del team che gioca come solo in paradiso. Quel tipo di campione che nelle difficoltà si carica la squadra sulle spalle e via col vento. Che ti convince che ogni partita nata storta può aggiustarsi. Non solo la bellezza, anche la pratica dell’esperienza.

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Il capolavoro di Sarri – perché tale resta il suo concetto di calcio – vanificato da quell’aiutino che la società (?) non ha voluto o potuto dargli. Tutto qui. Tanto, l’importante per l’amministratore-padrone era l’ingresso blindato nella Champions che assicura milioni su milioni e pecunia non olet. Tutto il resto, lo scudetto, sarebbe stato un di più.

In tutti i sensi. Con premi da pagare e tutto il resto. Conti a posto, per carità. Sotto quest’aspetto Aurelio Primo s’è dimostrato un maestro. Non c’è che dire. E il popolo che reclama il tricolore? Conta poco o nulla: festa, farina e forca. Se ne farà una ragione. E poi, il prossimo anno ci sarà un altro alibi. Perché ci sarà da combattere con la solita Juve e volete che non rientrino nel giro scudetto la Roma, le milan-cinesi e l’eventuale sorpresa di turno? Tutto a posto. Anche per il campionato che verrà. Con i proventi della Champions, magari da onorare il più a lungo possibile.

C_29_articolo_1212337_upiImgPrincipaleOrizResta avvincente la lotta per l’Europa maggiore. Con un posto da assegnare e con tre concorrenti. Roma quasi sicura di farcela. Per Lazio e Inter tutto è ancora in gioco. Con la sfida diretta all’Olimpico che varrà quanto una finale mondiale. Lotito e Suning, roba da far tremare due mondi, fino alla Muraglia. Come intriga la lotta per la terza squadra che dovrà retrocedere insieme con Verona e Benevento. Tremano in in cinque: Spal, Chievo, Crotone, Udinese e Cagliari. Sarà un bel vedere. Come la lotta per l’Europa minore tra Milan, Atalanta e Fiorentina. L’altra cinese di Milano, la Dea e la Viola. Per chi è sportivo, un finale tutto da gustare.

 

 

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