di Adolfo Mollichelli
Viva le donne! C’è qualcosa che non va nel modo di concepire lo sport se la Gazza – che leggo da una vita – dedica all’Italia del calcio femminile un riquadro in prima…a piede di pagina. Le azzurre avrebbero meritato ben altra visibilità. Perché hanno battuto il Portogallo (3-0) a Firenze e si sono qualificate per il mondiale che si disputerà il prossimo anno in Francia.
Sì, colori azzurri nella terra di Macron. Un ritorno dopo vent’anni. Impresa raggiunta con un turno d’anticipo che renderà una semplice formalità l’ultima partita con il Belgio. Dominato il girone di qualificazione. Messe in fila le ragazze belghe, portoghesi, rumene e moldave. Sette vittorie su sette. Diciotto reti segnate, soltanto due subìte. Un rullo compressore. Tra gridolini e corse. Veroniche e legnate, perché se necessario picchiano anche.
Poche chiome al vento. Per lo più caschetti birbanti. E i riccioli crespi di Sara Gama, la capitana di colore. Il Balotelli in gonnella ma non fatelo sapere a Salvini, per carità. Ha capelli biondi ed è di gentile aspetto la ct Milena Bertolini che è stata centrale di difesa bella tosta (chiedo venia) e vale un milione di Ventura l’omaccione.
Come Carolina Morace, ex stella che brillava col pallone tra i piedi, la Bertolini ha titolo per allenare nella serie A maschile. Fossi in Pecchia, e non solo lui, tremerei.
Ricca di connotati tecnici la rappresentativa in rosa. E di fior di giocatrici che interpretano al meglio il quattro-tre-tre. Ha preteso ed ottenuto le specializzazioni l’elegante ct in giacca e pantaloni. E così la Giugliano ti piazza la sfera dove vuole dalla bendierina, da destra o da sinistra con eguale maestrìa. Le sua battute dagli angoli sono stelle filanti che cadono nei posti giusti. Non è un caso che diversi gol arrivino sugli sviiluppi dei calci da fermo.
La Guagni è la reincarnazione di Cabrini sul lato destro. Tre talenti in avanti: Girelli, Sabatino e Bonansea. Classe pura la prima. Meravigliosa praticità anima la seconda che milita nel Brescia. Roba da ohhhh prolungato la Bonansea che ha dribbling secco, eleganza, velocità, destro, sinistro e testa. Gioca nella Juve campione d’Italia.
Se fossi Allegri la metterei in “rosa”, magari al posto di Sturaro. Non scherzo. Contro il Portogallo, giocate sublimi a iosa, un gol e due traverse, più vari assist per le compagne. Le ragazze lusitane che gli gravitavano intorno avevano il volto triste dei fado di Amalia Rodrigues.
E su, cantiamo tutti insieme: sorelle d’Italia / l’Italia s’è desta e tutto il resto, compreso il peropò che declinerei in parapà. Le sorelle che dovrebbero lasciare l’egida della Lega nazionale dilettanti e passare sotto quella federale. E se lo merita tutto questo sbalzo d’attenzione il calcio femminile. Fenomeno da coltivare, seguire ed incentivare.
Alla vigilia dello spareggio tra i maschietti d’Italia e di Svezia, Tavecchio dixit: non qualificarci per il mondiale sarebbe una tragedia. Così è stato: e più che tragedia, una farsa. Sorelle d’Italia e quel che segue. Viva le donne, non solo l’8 marzo. A quando una Nazionale mista?