Adolfo Mollichelli

Adolfo Mollichelli

Giornalista. Ha lavorato con il Roma ed il Mattino. Ha seguito, tra l'altro, come inviato speciale cinque Mondiali, altrettanti Europei, nove finali di Campioni-Champions e l'Olimpiade di Sydney

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Quella sua maglietta bianca

di Adolfo Mollichelli

Diego viveva nella sua Baires come in un limbo, sospeso tra un passato di gloria ed un futuro nebuloso e in mezzo un presente di tristezza. Era andato via da Napoli nascondendosi agli sguardi della corte di cui era stato il signore venerato ed osannato, per passione, ma anche per interesse. Una fuga solitaria, come quella di Franceschiello. Lui che era stato l’ultimo re di una città bella e impossibile, il più umano tra gli dei. L’estenuante trattativa per convincere Ferlaino a lasciarlo libero, il ritorno al calcio a Siviglia , un’altra maglia dopo quella azzurra, il calore dell’Andalusia per proiettarsi da protagonista verso il mondiale a stelle e strisce. Un inviato al seguito per raccontare quello che segnò il definitivo distacco di Maradona dalla squadra che aveva condotto alla gloria di scudetti e coppe e dalla città che continuerà ad amare. Era il mese di settembre del 1992.

 indexL’estate stava finendo. I Righeira lo stavano sussurrando da sette anni ma i napoletani ci ridevano su. L’estate meteorologica che passa il testimone all’autunno e chi se ne frega.

C’era il pibe a riscaldare i cuori. Sempre, anche a trenta gradi sotto zero. Ma stavolta stava finendo davvero la bella stagione, quella che aveva proiettato una luce che aveva i contorni dello splendore, che era durata per anni e che pure sembrarono un lampo, perché la felicità è lieve e se la porta via il vento della malinconìa.

Maradona_gol_Napoli_1987-1988

Si sapeva che la Napoli dei vicoli e dei bassi, dei quartieri bene e della borghesia avrebbe perduto Diego Armando Maradona. Un dio sporco che ci assomiglia: donnaiolo, bevitore, spericolato, irresponsabile, bugiardo, fanfarone. Però gli dei per quanto siano umani non si ritirano mai.

La telefonata arrivò nel bel mezzo del mattino. Mentre mi accingevo a raggiungere a nuoto lo scoglio della tartaruga, mio percorso abituale con partenza dalla scogliera delle Axidie.

Era la segreteria del direttore: devi partire subito per Siviglia. Sembra che Maradona vada a giocare in Spagna, si tratta di un servizio di tre quattro giorni, vedi un po’ che cosa succede e poi torni in ferie.

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Adolfo Mollichelli

Va bene e da dove dovrò partire? Da Roma, ti abbiamo già prenotato il volo per Siviglia via Madrid. E a che ora c’è il volo? Alle ore quindici, devi sbrigarti. Okay, ci sentiamo quando sarò arrivato in aeroporto, a più tardi, ciao.

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Guardai l’orologio, erano le undici. Non c’era un minuto da perdere. Un bacio alla mia Rosaria, la solita raccomandazione ai ragazzi di fare i bravi, un saluto collettivo agli amici, più di un dribbling per evitare i soliti ansioso che ogni giorno mi chiedevano se ci fossero novità su Maradona.

Da Seiano a Fiumicino, quasi alla Schumacher. Persi un po’ di tempo per trovare posto in un parcheggio, cercavo quello long distance, vidi un posto libero, parcheggiai…

(La vida loca, con Diego a Siviglia, di Adolfo Mollichelli, sarà presentato domani, ore 17, al Circolo Posillipo. Relatore Gianfranco Coppola della Rai, intervengono l’editore Maurizio Cuzzolin e Bruno Pezzella, docente e scrittore)

 

 

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