Galleria-UmbertoI

Napoli in Galleria

Centoventiquattro anni e li dimostra tutti la Galleria Umberto I di Napoli, che venne inaugurata nel 1890 e fu il primo grande centro commerciale della città ma anche un salotto di mondanità con i suoi eleganti caffè che c’erano nei quattro bracci del bellissimo e maestoso monumento.

Seriamente danneggiata dai bombardamenti dell’ultima guerra mondiale e nel 1944 anche dall’esplosione di una nave ormeggiata nel vicino porto, la galleria dal 1945 fu oggetto di seri interventi di restauro che si conclusero nei primi anni cinquanta con la sostituzione dei magnifici mosaici che costituiscono il pavimento sotto la cupola. Ritornata ai suoi originali splendori la galleria tornò ad essere il cuore pulsante della città, popolata da una variopinta umanità, che la frequentava sia per shopping sia come luogo d’incontro nei tanti caffè frequentati anche da tanti artisti di varietà in cerca di scritture.

BGA-F-010210-000011Sicuramente, da sempre, il braccio più frequentato della galleria era quello che partendo dal centro del monumento porta a via Toledo nel quale c’erano ben tre bar: il Gran Caffè, il Bar Assisi ed il superstite Brasiliano più degli importanti ed eleganti negozi come la Galleria Navarra, l’Arte Fiorentina, Picardi, la Galleria Aurea, Luxor radio ed anche l’entrata da dove poi si accedeva al Salone Margherita, che fu il primo cafè chantant in Italia, ospitando sul suo palcoscenico, tra la fine dell’ottocento ed l’inizio del novecento, le più attraenti chanteurs dell’epoca. Quando questo genere di spettacolo andò in disuso, il Margherita ospitò il varietà e sulle tavole del suo palcoscenico recitarono fra i tanti Totò e Renato Rascel.

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Rosalia e Beniamino Maggio

 

Poi un lento e costante declino portò il teatro della galleria ad essere un locale per riviste di secondo ordine, sebbene ci lavorassero nomi come Trottolino, Fanfulla, Lino Vollaro, Rosalia e Beniamino Maggio sempre in compagnia di procaci e sensuali girls, quest’ultime vestite di sole stelline che coprivano i punti strategici. Questi spettacoli richiamavano folle di giovanotti, che al passaggio delle ballerine in passerella, si lasciavano andare ad apprezzamenti molto coloriti. Il teatro apriva alle undici del mattino e perciò era il luogo ideale per tanti ragazzi degli anni 50-60- e 70 per trascorrere la mattinata quando decidevano in gruppo di marinare la scuola.

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Ma in galleria anche il cinema aveva i suoi spazi grazie a tre sale cinematografiche: il Colosseo ed il Santa Brigida, oggi entrambi negozi Barbaro, e l’Umberto (oggi profumeria sephora). Questi tre cinema si trovavano nel braccio della galleria che corre su via Santa Brigida ed inoltre c’erano ll rinomato negozio di porcellane Fierro (anche questo oggi rilevato da Barbaro) ed Imperatrice specializzato in articoli militari (oggi c’è Timberland). Invece proprio al centro dello storico edificio vanno ricordati oltre a Barra, che tutt’ora c’è, due bei caffè l’Umberto, da dove si entrava anche al cinema, e Smith, in questi due bar vennero girate alcune scene del film l’Oro di Napoli con Silvana Mangano.

lsIl bar Smith, oggi Barbaro uomo, si estendeva anche nel braccio della galleria, che si dirige verso il Teatro San Carlo, dove c’erano anche i negozi della casa musicale Ricordi, (oggi sempre Barbaro donna). Infine il quarto ed ultimo braccio è quello che si protende verso via Verdi ed è sempre stato quello meno frequentato tanto che negli anni cinquanta e sessanta quando in galleria si organizzava la Sagra dell’uva il palco sul quale si esibivano i cantanti, veniva montato in questo lato. Oggi invece anche in questo braccio si sono aperti già da un po’ il bar De Rosa ed il Box office oltre agli ufficio postale che con le loro attività lo hanno reso più vivace.

ilroma1900Ma la galleria, non ha ospitato solo cinema, teatro e caffè, ma anche importanti istituti bancari. La Banca d’Italia aveva la sua sede napoletana nel palazzo che comunica con via San Carlo e ci rimase sino al 1955 quando si trasferì in via Cervantes ed anche la Banca nazionale dell’Agricoltura occupava alcuni locala oggi in affitto a Zara, inoltre la Galleria ospitava ben quattro sedi delle più importanti testate giornalistiche.
Prima fra tutte quella del Il Mattino oltre al Roma, Il Tempo e l’Unità. Questi ultimi tre giornali erano ubicati al civico 83, che è quel palazzo che dal centro galleria comunica con piazzetta Matilde Serao. Il Roma fu il primo ad andare via per trasferirsi in via C Colombo quando il suo editore il comandante Achille Lauro fece costruire il palazzo della flotta. Solo molti anni dopo andarono via anche Il Tempo, oggi in quell’appartamento c’è lo studio di radiologia Muto, e poi l’Unità che occupava dei locali al terzo piano con i balconi proprio di fronte all’entrata del Salone Margherita.

Il-mattino-1949-P-252x350Il Mattino, fondato nel 1892, aveva la sua entrata da un palazzo in piazzetta “giornalista Matilde Serao”, che fu una delle fondatrici della gloriosa testata ed occupava tutto il primo piano che comprendeva i locali al primo piano che andavano dall’omonima piazzetta per passare all’interno della galleria sino ad arrivare alle stanze che affacciavano su via Toledo, dove la direzione del quotidiano su uno dei balconi aveva fatto apporre una asta dove veniva issata la bandiera italiana nelle festività nazionali ed anche quando gli studenti, degli anni cinquanta, che scioperavano affinché le città di Trieste e Trento tornassero italiane e chiedevano a viva voce: Bandiera, Bandiera!
Il Mattino andò via dagli storici locali il 1 maggio 1962 per trasferirsi nella nuova e bella sede di via Chiatamone, in Galleria ci sarebbe tornato nel 1992 per festeggiare con l’allora direttore Pasquale Nonno i suoi primi 100 anni di vita.
La piazzetta, intitolata alla giornalista, dai napoletani viene da sempre chiamata Angiporto Galleria fu scelta anche dalle tante signorine, che una volta entrata in vigore nel 1958 la legge Merlin, potettero esercitare il loro mestiere per strada, proprio come viene raccontato da Vittorio De Sica nel suo film Ieri Oggi e Domani che girò alcune sequenze del film proprio in Galleria.

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Le signorine, dette puntonere, prendevano possesso dell’Angiporto appena la luce del giorno si affievoliva e restavano sino a tarda notte, tra un via vai di clienti. In quegli anni i quotidiani uscivano in edicola solo alle sei pertanto quando i direttori e gli addetti ai lavori dei vari giornali partecipano alle prime del dirimpettaio Teatro San Carlo, nel tornare nelle rispettive sedi giornalistiche, per scrivere i pezzi sullo spettacolo e sulla serata appena conclusasi, si imbattevano in frotte di signorine che li ossequiavano sempre con molta soggezione. Solo qualche volta capitava che qualcuna un poco più sfrontata presa dalla curiosità chiedeva: direttò come è stato “o spettacolo”?

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Le risposte erano frettolose ma sempre date con garbo e gentilezza, come si conviene a degli uomini di mondo. Certo ogni tanto capitava pure che qualche giornalista più giovane e molto focoso, tentando di non farsi scoprire dai colleghi, voleva raccontare sino all’ultimo particolare dello spettacolo in modo da poter appagare molto bene la curiosità …ed altro ancora…..ma beata gioventù!

112325848-45f81a05-17e0-4155-b58f-d0befdc45d87Oggi, nonostante che sia sotto gli occhi di tutte le autorità preposte, la Galleria Umberto, che per bellezza e grandezza non è seconda a quella di Milano, da anni versa in uno stato di totale abbandono. Marmi, vetri, mosaici e stucchi quasi distrutti per non parlare dell’angiporto che viene scelto da decine di clochard ,che ci vanno a dormire, ma spesso sono disturbati dalle pallonate tirate dai giocatori che organizzano delle vere e proprie partite di calcio .

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