logo-omaggio-a-lucio-dalla1

Lucio, tutta una vita
Dalla parte di Napoli

di Paolo Baronio

Ma sì, è la vita che finisce / ma lui non ci pensò poi tanto, / anzi si sentiva felice / e ricominciò il suo canto…” (Caruso). Lucio Dalla è morto da due anni. Bolognese di nascita, napoletano di cuore. Un legame forte. Immortale

lucio-dalla-428x240
”Fiuto ogni angolo un rifiuto, questo odore lascia muto. Né governi o terremoti, né ministri né Borboni: piensa si ci a fanno ‘sti coglioni ad ammazzare ‘sta città…Mi alzo, prendo in mano la chitarra, esco fuori, guardo ‘o cielo è mi sento ancora un re… ”

Qualche verso di Fiuto ( dall’album “Angoli nel cielo” cantato in duetto con Toni Servillo) l’ultima dichiarazione d’amore di Lucio Dalla per Napoli.

Lucio Dalla con la maglia del Napoli (3)

“Glielo dovevo a Napoli, ormai è la mia casa insieme a Bologna, anzi forse anche di più. Da sempre il mio sogno è di essere napoletano. La città non merita quello che le è successo: i napoletani sono le prime vittime di una non educazione, di un processo di sviluppo mai portato a termine. Napoli, con la sua cultura, la sua freschezza e la sua grandezza, intesa non solo come accademia, ma anche come riferimento popolare, merita un altro futuro”. Un amore, qualcosa di più di un amore. “Napoli sembra una città, ma è una nazione. Io non posso fare a meno, almeno due o tre volte al giorno, di sognare di essere a Napoli. Sono dodici anni che studio tre ore alla settimana il napoletano: se ci fosse una puntura da fare intramuscolo, con dentro il napoletano, tutto il napoletano, che costasse 200.000 euro io me la farei, per poter parlare e ragionare come ragionano loro da millenni…”

lucio-dalla-morto-salma-470x270Con quegli occhialini tondi, la barba sempre incolta, cappelli e cappellini d’ogni tipo e all’orecchio l’orecchino verde che gli regalò Maradona, Lucio Dalla sembrava scolpito nel tempo, sempre uguale, carismaticamente avvolto nella sua musica.

Oggi avrebbe 71 anni. Dalla è stato un cantore popolare che ha raccontato il suo tempo, col suo canzoniere pieno di sogni e di stelle ha presentato il suo mondo e la sua anima. E un pezzo d’Italia. ”L’ immaginario in circolazione oggi è finto, forzato, poco consistente. È tutto taroccato. Quello che dobbiamo fare è ricominciare ad essere, invece di mostrare qualcosa che sembra”.

C’è una pigrizia creativa.” Tutto questo ovunque, ma tranne che a Napoli. “ Una zona magica. Il grand tour cominciava da qui. Ci sono passati Goethe e Calderon de la Barca. Una volta c´erano le ambasciate. E i migliori marinai, i migliori carpentieri, i migliori cordai: la corderia ha duecento anni, mi hanno regalato dei manufatti pregevoli. Qui si trovano tesori inestimabili, ma il pubblico bisogna portarcelo. Perché non è vero che la gente è stupida, basta metterla in contatto con le cose belle, fargliele conoscere. E vedrete che non se ne stacca più».

lucio-dalla-a-napoli_-diario-partenopeoLui non ha mai avuto dubbi: “quella napoletana è la musica più importante del Novecento, altro che Beatles… Dobbiamo tornare a noi, e non essere provinciali, scopiazzando all’estero”. E non ha avuto remore nell’incidere e cantare canzoni del repertorio classico napoletano. Come ad esempio Anema e core, anche rivisitandola a modo suo come amava dire. “ Anema e core” è una delle più grandi canzoni del ‘900 insieme a “Era de maggio” e altre 5 o 6, e ho voluto dargli nella mia versione una contemporaneità che metta in condizione la gente di sentirla non solo come testimonianza della memoria, ma anche come valore contemporaneo da ascoltare mentre si fa l’amore, mentre ci si guarda negli occhi o si fa un viaggio. Gli autori di questa canzone erano persone comuni, niente di che sul piano antologico: questa è la dimostrazione che l’arte e la creatività sono totalmente diffuse nei napoletani e non solo in pochi geni”.

DallaLucio_adn--400x300
Il suo ultimo studio di registrazione era in mezzo al mare, una cianciola dei cantieri azzurri di 25 metri, su tre ponti, ormeggiata a Marina di Stabia, il porto commerciale di Castellammare. “Billy&Brilly”, che deve il nome alla splendida coppia di cani del cantautore, il suo rifugio creativo, anche se quando Lucio Dalla era a bordo si è sempre fatto sentire l’affetto degli stabiesi. Una mozzarella, un pacco di pomodorini del Piennolo del Vesuvio, una confezione di biscotti a “sigaro” di Castellamare, ogni giorno era una processione al molo. E lui Dalla sempre disponibile, una parola, un gesto per tutti. “Mica sono come Battiato o De Gregori, che appena vedono qualcuno scappano via- soleva dire- Io alla gente sono grato: in qualche modo oserei dire che la sfrutto. ”Si sentiva talmente di casa da quelle parti che aveva in mente di organizzare un circuito di eventi tra musica e teatro, da ambientare nei siti archeologici e monumentali dell’area, rappresentazioni tematiche, strettamente legate ai luoghi. Nel segno dell’eclettismo un festival che doveva essere da contro altare a quello di Ravello. Diceva Dalla: “questa terre è un luogo simbolico, la bellezza della natura e la dignità della storia violate dall’industrializzazione del primo Novecento. Poi, con il nuovo secolo, la riconversione: delle strutture prima che delle coscienze.“

20130308_carusoLucio Dalla, cioè Caruso. Un successo mondiale, forse la sua canzone più bella e famosa, reinterpretata da artisti di tutti i paesi, cantata in coppia con i grandissimi della musica. Eppure Dalla non si sentiva all’altezza aveva “paura” di interpretare Caruso, la canzone, nata dai ricordi di Angelo, un pescatore di Sorrento, discendente dell’ultima cameriera di Caruso, che si cantava col cuore. Ed allora per un consiglio, un suggerimento andò da Peppino di Capri. “Me la fece sentire per primo, al pianoforte il giorno dopo che l’aveva composta –racconta il cantautore napoletano- Venne nella mia casa discografica a Napoli, e mi chiese un parere. Si mise al pianoforte e suonò. Rimasi senza parole e mi uscì una lacrima”. “Ma tu veramente fai?”, mi chiese Lucio toccandosi quel filo immancabile di barba, come soleva fare spesso. “Vai tranquillo, sarà un successo mondiale”. Caruso ha venduto circa dieci milioni di copie in tutto il mondo.

Stella_di_marmo_con_il_nome_Lucio_Dalla_in_via_Orefici_a_Bologna

CondividiShare on Facebook0Tweet about this on TwitterPin on Pinterest0Share on Google+0Share on LinkedIn0Email this to someone

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>

Altri post dello stesso Autore