di Mino Cucciniello
Radiografia di una generazione, attraverso una festa di compleanno. Sogni speranze, delusioni e amori. Sfogliando le pagine del diario è come sfogliare le pagine della “Napoli bene”. Pagina di vita degli anni settanta, quando si andava a fare il militare ed i cinema, per alcuni anni, chiudevano alle dieci di sera
La cena di novembre era diventato un appuntamento fisso. Una “festa” comandata. Un motivo per rincontrare gli amici di sempre e di volta in volta aggiungere qualcuno. “Aggiungi un posto a tavola”, come il musical di Garinei e Giovannini che in quegli anni vedeva la luce.
E così i nuovi furono: Donato Grispello, Daniele De Luca, Peppe e Pierluigi Izzo, Guido Bevilacqua, Roberto La Volpe, Mario Grilli, Licio Gagliardi, Davide Tavernini. E si aggiunse anche Peppe Imparato, amico da sempre, dagli anni dell’asilo al Denza, figuriamoci.
I “nuovi ingressi” in campo femminile furono un nutrito numero di belle ragazze da Fabrizia Bagnati a Bianca e Brunella Mercadante da Marcella Grilli, ad Antonella Tosti e Caterina Casiere, da Antonella Fabiani a Fabiana Maggi, Anna La Rosa e Paola Giordano.
Ricordo che nel 1971 per la prima volta parteciparono Patrizia Triunfo, Cristina Castel con una mitica tuta azzurra con scollatura sul davanti a forma di cerchio, Paola Pane e la strepitosa Patrizia Reichlin che fu decisamente la più corteggiata della serata, nessuno riusciva a toglierle gli occhi da dosso.
Ma c’erano anche Carolina Bonapace e Mara Termin belle e solari, davvero uno spettacolo. Un sestetto d’eccezione soprannominato il “gruppetto Primavera”. Paola Pane e Patrizia Reichlin resteranno per sempre le amiche di una vita, sempre presenti.
Quelle serate a casa mia cominciarono ad avere un finale obbligatorio, si concludevano alla Mela: oramai allo scoccare della mezzanotte bisognava assolutamente “firmare il cartellino” nel locale di via dei Mille che viveva i suoi migliori anni.
Questo piacevole dopo cena durerà per molti e molti anni ancora in particolar modo per tutte le serate organizzate da me in tutto il decennio dei settanta ed anche quando per qualche anno non si andava alla Mela perché chiusa, in sostituzione ci si spostava o alla Giungla o allo Sgu in seguito chiamato Chez moi, al Parco Margherita.
Il night, non ancora del tutto trasformato in discoteca, era un vero e proprio salotto dove si poteva incontrare tutta la Napoli bene: si chiudeva d’obbligo così la serata. Ed importante era il tavolo, i migliori erano ambitissimi. Naturalmente c’era un occhio speciale per gli habitués . Io ero tra i pochi della mia generazione, che oltre a frequentare i night, ricevevo amici in casa come lo facevano Maria Di Pace , Roberto Cortese, i fratelli Garzilli e pochi altri.
La moda dal 1968 in poi si era andata totalmente mutandosi, i ragazzi nonostante partecipassero sempre in abito scuro a questo tipo di serate, tuttavia avevano optato per un look decisamente più attuale: i pantaloni erano a zampa di elefante e le giacche presentavano dei revers più sciallati oltre ad essere tanto più strette. I colletti delle camicie poi erano decisamente alti, qualcuno a due bottoni, per essere cinti da cravatte molto larghe. Pochissimi dei miei amici optò per l’orrendo borsello seppure fosse tanto di moda e tanto comodo, sebbene in quei lontani anni non c’erano i telefonini, le enormi chiavi delle macchine, gli occhiali, i pacchetti di sigarette ed altri oggetti che oggi uno veramente non sa dove deporre.
Per le ragazze era indispensabile per essere alla moda indossare minigonne e hot pants. Qualcuna iniziò ad osare i primi nude look e d’obbligo erano gli stivali alti sopra il ginocchio o scarpe dalle zeppe altissime.
La pettinatura preferita era sicuramente quella con capelli lunghi e lisci anche se erano gli anni di Raffaella Carrà che dettava moda con il suo mitico caschetto biondo creato da Cele Vergottini celebre coiffeur milanese.
Nel 1973 una piccola rivoluzione. Qualcosa erano cambiato, la vita scorre veloce.
C’era chi era impegnato col servizio di leva (che allora era obbligatorio), altri con il lavoro fuori da Napoli, qualcuno aveva messo su famiglia ed aveva, comprensibilmente, altre esigenze ed altri ritmi di vita. Insomma in quel novembre del 1973 cambiarono molte facce. E nacquero molte grandi storie.
E così oltre alle Patrizie (Reichlin e Triunfo), Paola Pane, Francesca Rizzo, Mario e Marcella Grilli per la prima volta avevo come ospiti alcuni amici che, in seguito, sarebbero diventati dei veri propri punti di riferimento della mia vita. Parlo di Emilia Acquaviva, Mitzi Di Salvo, Diana Iorio, Gianantonio Garzilli, Maurizio Paternò, Bruno Pelli, Roberto Naldi ed il carissimo e mai dimenticato Raoul Palmieri.
Ma non solo. Tra gli invitati comparivano alcuni nomi che sarebbero diventati per me delle grandi amicizie come Titti Di Salvo, Fortuna Fiore , Lalla Giovene, Luciana Gianani, Vinni Auricchio, Salvatore Cardillo, Sergio De Luca, Gianpaolo e Riccardo Brun, Lucio Stella, Aris Maffei, Gerri Sacco, Vincenzo Caracciolo, Aldo Mattei, Riccardo Tanturri, Edo Rovene. Presenti anche Enzo ed Annalisa De Paola all’epoca unica coppia ad essere già sposati, anche loro, sarebbero rimasti per sempre dei fraterni ed insostituibili amici. E c’era anche Marcellino De Luca, una mia vecchia conoscenza, risalente ai tempi della scuola, “dividevamo” un professore di latino.
Ed era anche la prima volta del mitico comandante Giovanni Cafiero, che da quel lontano 1973 non sarebbe mai mancato ad una mia festa apportando con la sua grande gioia di vivere buono umore e molta allegria alle serate. Non sarebbe mai mancata anche Maria Di Pace, un altra amica che ha fatto con l’eleganza e la classe che la contraddistinguono, la storia delle serata a casa mia. Maria ogni volta era una sorpresa, ogni volta una mise strepitosa, ogni volta una valanga di complimenti. Indimenticabile un abito bordato da piume di gallo cedrone.
Poi ad un tratto fummo travolti dall’austerity, una drastica riduzione del consumo energetico per lo scoppiare della crisi petrolifera. I fine settimane non circolavano le auto private, ci si spostava usando trasporto pubblico, biciclette, erano bandite le insegne luminose animate e di grandi dimensioni, la televisione chiudeva le trasmissioni alle 22,45 i cinema chiudevano alle 22. Un mortorio. La sera non si andava più in giro, si rilanciarono le feste in casa.
Era rientrata in Italia Marisa Reichlin che sebbene impegnata tra un set televisivo ed uno cinematografico trovò sempre il tempo per partecipare alle mie cene da vera e bellissima star. E per restare nell’ambito del mondo dello spettacolo ricordo un giovane e simpatico Geppi Gleijeses agli inizi della sua straordinaria carriera in teatro. E come non ricordare amici come: Peppe Carignani, Pietro Concilio, Toni Di Pace, Achillino Lauro, Francesco Rossetti, Margherita Laudiero, Carmen Matacena, Decio Marinucci, Pio Domenico Cesare, Tonino Vigliotti, Donato Garruto, Brunello Ferrara, Laura e Giuliana Vosa, Piera e Nicoletta Boccia, Maria Gloria Murolo, Alba Puca, Stefania Piccolo, Micki Fabbrocini, Irene Ciardiello oggi regina dei salotti ampezzani ed infine Patrizia Boccia, altra storica presenza.
“Boccina”, come veniva chiamata da Lucio Stella, partecipò a tutte le mie cene fin quando non dovette trasferirsi al nord. Patrizia sarebbe tornata molti anni dopo felice e sposata da Rosolino quando trasferii le feste da casa mia al locale del lungomare.
Voglio sottolineare con soddisfazione che si cucinava ancora quasi tutto in casa, gli invitati aumentavano di anno in anno e non bastavano mai piatti e bicchieri. E così con mia mamma, santa donna, mi recai a comprare trecento e piatti e trecento bicchieri.
Andando via dal negozio dove avevo fatto l’acquisto il titolare chiese a me e mamma dove avremmo aperto un nuovo ristorante… “Erano trecento erano giovani e forti…” Ne sono rimasti poco più della metà, resistettero al terremoto ma non ad un cameriere che combinò un vero sfracellò sembrava una scena di quei clamorosi filmati di “Scherzi a Parte”.
Un poker di regine caratterizzo le ultime cene degli anni settanta: Marilisa Rea, Carola Limoncelli, Rossella Crisci e Carmen Villani, una più bella dell’altra, anche se tutti sanno quale è la mia preferita. Fra i “gentleman” fecero il debutto nientepopodimenoché Peppe De Rosa, Picchi Coccoli, Nicola e Paolo Rivelli, Antonio e Gennaro Galdo, Fabrizio Amato, Paolo Carrino, Gigi De Simone, Massimo Guizzi, Peppe Cimmino e Lionello Manfredonia.
Ci sono da aggiungere poi Francesca Carola, Celeste De Pascale, Isabella Lamberti, Ines Marano, Stefania e Daniela D’Alterio. Felici ed innamorati come non mai c’erano Bruno Pelli ed Elena Ortomeno essendo da qualche mese iniziata la loro lunga storia d’amore oggi condivisa con figli e nipotini.
Molta curiosità intorno ad un gruppetto di new entry: Maria Laura Lauro e Valeria De Luca accompagnate da un giovanissimo Fabrizio Rocca, che in seguito sarebbe diventato un noto presentatore della tv, e poi per l’aristocratica Januaria Piromallo in compagnia di Maurizio Bacci.
Ma non da meno era la curiosità di vedere una nuova coppia che si era unita in matrimonio nel settembre precedente: lui, Valerio Romano un veterano delle mie cene, lei Vicky de Dalmases , entrambi bellissimi tanto da formare una coppia magica. Ovviamente gli sguardi erano soprattutto puntati sulla sposa, perché non solo non essendo italiana, per tanti amici era una novità assoluta.
Devo dire che Vicky ci mise pochissimo con la sua simpatia ed il savoir faire da vera nobildonna a conquistare tutti.
Altre presenze significative che dettero maggiormente lustro alla serata furono quelle di Aldo Trifuoggi, che fu poi il team manager del Napoli di Maradona, Luciana Manfredonia, Annalisa Piromallo, Bruno Ferrara, Rossella Curato, Andrea Ratti, Patrizia Migliore, Francesco de Angelis e Peppino Aglialoro e chiedo scusa sin da ora se ho dimenticato qualcuno ma prometto di farmi perdonare con gli anni 80
(2.continua)