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Bellino, anzi bellissimo

 di Gaetano Borrelli

Negli anni Settanta il mio  primo maestro, Enrico Marcucci,  pubblicava una grande (per dimensioni e contenuti) rivista patinata in occasione del  Lotteria. Turismo e ippica, i temi trattati. Si chiamava Gran Premio. A me, giovane apprendista, Marcucci affidava il compito di “rompere le scatole” ad Angelo e Ruggero Rossi,  titolari dell’ “Arte Tipografica”, la storica tipografia di Palazzo Marigliano

Bellino II e JR Gougeon

Bellino II e JR Gougeon

Nelle settimane precedenti il Lotteria mi recavo ogni mattina in tipografia pressando Angelo e Ruggero affinché accelerassero la composizione dei pezzi e l’impaginazione. A me spettava poi la correzione di bozze. Per l’Arte Tipografica, la rivista Gran Premio era uno dei tantissimi lavori (si stampavano libri, giornali, collezioni storiche). Angelo e Ruggero, sempre indaffaratissimi, erano “costretti” a sopportare la mia fastidiosa intrusione perché Enrico Marcucci in città era una personalità e anche un cliente importante. Giorni e giorni a Palazzo Marigliano, gomito a gomito con i tipografi, tra il rumore assordante delle linotype e i fumi del piombo fuso.

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Gaetano Borrelli

Nel 1976, giusto 40 anni fa, Gran Premio uscì sorprendentemente prima del solito e fu subito spedita in giro per l’Italia ai numerosi inserzionisti. Marcucci per premiarmi mi invitò per la prima volta a scrivere un articolo sul Lotteria da pubblicare su  “Sport Sud”, uno dei due settimanali sportivi del Mattino, di cui il mio maestro era direttore. Marcucci mi diede anche il tema: vai ad Agnano, fai un giro nelle scuderie, descrivi un po’ l’aria che si respira riporta i pronostici degli allenatori.

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Il 1 maggio ad Agnano il Lotteria numero 67

Era la ventiseiesima edizione per i puristi come me che escludono quella del 1947 disputata in una prova unica.  Nell’articolo pubblicato in mezza pagina (l’altra metà era di pubblicità) scriverò tra l’altro: “Giuseppe Maisto, uno dei più bravi driver dell’ultima leva, è seduto sulla poltrona del barbiere con il quale discute animatamente della corsa. Il suo pronostico è senza tentennamenti: primo Bellino II, secondo Wayne Eden”.

Bellino II era reduce dal secondo successo nell’Amerique (farà tris l’anno dopo) e dal triplete: Amerique-France-Paris, le corse faro del trotto francese che si disputano in inverno a Vincennes su distanze diverse (2700 metri, 2100 metri, 4000 metri). Oggi intervallate di quindici giorni, ma allora anche con una sola settimana di stop tra Amerique e France.

Maurice Macharet

Maurice Macharet e il fido Bellino II

A febbraio, si è parlato molto sulla stampa francese delle gesta di Bellino II per un motivo specifico. Da Bellino in poi nessun cavallo ha siglato il triplete. Quest’anno alla ribalta del trotto francese è salito Bold Eagle, un campione fortissimo. Ha vinto facile l’Amerique, si è ripetuto nel France, tutti pensavano che avrebbe passeggiato anche sui 4000 metri del Paris.

Non è stato così. Forse perché un po’ stanco è stato sconfitto dal norvegese Lionel. Nemmeno i supercampioni sono quelli di una volta. E Bold Eagle non è Bellino II.

GRAN PREMIO LOTTERIA DI AGNANO

Agnano, la tribuna del Lotteria

Dunque Bellino sul miglio di Agnano era il favoritissimo per tutti gli intervistati. L’anno precedente, 1975,  pure era  stato tra i partenti del Lotteria ma sbagliando in batteria aveva fallito l’ingresso finale. S’era parzialmente rifatto vincendo la Consolazione, traballando sempre sulle curve strette della pista piccola di 800 metri. Ma nel 1976 era cambiato tutto. Antonio Sedia che gestiva l’ippodromo, affiancato da un giovanissimo Pasquale Sedia, all’inizio dell’anno aveva rivoluzionato l’impianto. Distrutta la pista di 800 metri ne aveva costruito una di mille metri. In cinquanta giorni. Miracolo napoletano.

Rene Sala

rene Sala, il “gendarme” di Bellino II

Su quella nuova pista bellissima e scorrevole – sostenevano i tecnici – Bellino II non avrebbe  perso. Nel giro per le scuderie andai a trovare anche Bellino II che era arrivato ad Agnano in larghissimo anticipo, non da Parigi ma da Torino all’indomani della vittoria nel Costa Azzurra. Per ospitarlo era stato necessario abbattere la parete divisoria tra due box. Bellino II era un gigante. “Un goffo maciste” lo definì Mario Fossati in un articolo sul Trotto. “Proprio non era bellino, soprattutto per le dimensioni, con tutte le goffagine dei maciste, movimenti per nulla aggraziati ma con il segno di un’intelligenza animale notevole, ariete in corsa, mastino capace di aggredire fino a costringerlo alla resa qualsiasi avversario”.

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Bellino II e Jean-René Gougeon

Bellino II era accudito da Rene Sala, un’omaccione burbero, diventato ancor più diffidente e sospettoso da quando in Francia erano arrivate minacce telefoniche a Maurice Macharet, il proprietario del campione, un ricchissimo industriale di salumi e carne in scatola. Sala e la sua cagnetta bianca non mi accolsero con un sorriso. L’artiere tagliava carote sotto lo sguardo impaziente di Bellino II affacciato al box. Gli chiesi quante carote mangiasse Bellino. “Sette chili per ogni pasto, ma le vuole sempre accompagnate dal miele. Sette chili di carote e sette etti di miele”. Il miele lo prendeva con una paletta da un bidone. A me sembrava una poltiglia immonda, ma Sala mi spiegò che era miele grezzo inglese di primissima qualità. Prima di servire carote e miele al gigante, Sala mi invitò ad allontanarmi. Sua maestà durante il pranzo non voleva intrusi tra i piedi.

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Quella del 4 aprile 1976 fu una domenica che resta scolpita nella storia di Agnano.  I Sedia, Don Antonio e il neo dottore Pasquale,  avevano organizzato tutto a puntino ed in pista  c’erano davvero i trottatori più forti del mondo. Non solo Bellino II, c’era pure Dimitria la vincitrice dell’anno precedente, gli indigeni Delfo e Patroclo, l’americano Wayne Eden, il primo cavallo rapito che a ferragosto del 1975 era stato prelevato da un box dell’ippodromo di Montecatini. Era stato rilasciato dopo 23 giorni dietro il pagamento di un riscatto di 50 milioni.

Sergio Brighenti-e-Gioccino Ossani

Sergio Brighenti-e-Gioccino Ossani

Naturalmente vinse Bellino II. Irrisoria la quota vincente al totalizzatore: in batteria 11, in finale 12. Finale alla quale non si qualificò Wayne Eden, in errore sulla prima curva ma che poi dominò la Consolazione. L’americano di Fontanesi, come era accaduto a Bellino II vinse poi nel 1977.

La finale fu comunque da brividi per merito di Delfo. Brighenti portò l’indigeno al comando ma lasciò subito passare College Record. Bellino II iniziò a carburare sulla seconda curva. Invano contrastato da Patroclo, si sbarazzò di College Record, passò in testa ma il rush violento di Delfo in arrivo fece tremare il clan del  francese.

L’indigeno chiuse a mezza lunghezza da Bellino II regalando a Jean Renè Gougeon il quinto Lotteria dopo Roquepine e il tris di Une de Mai.  Delfo si prese la rivincita l’anno dopo a New York. Sulla pista di 800 metri del Roosevelt, Bellino II andò ancora una volta in difficoltà sulle curve e Delfo lo trafisse.

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Anna Grimaldi

Yul Brynner

Yul Brynner

Alla viglia del Lotteria 1976, Adriano Falvo aveva lasciato la presidenza della società di Agnano alla signora Anna Grimaldi che in lungo abito bianco accolse i numerosi ospiti. Da Yul Brinner ad Antonella Lualdi, da Minnie Minoprio a Franco Califano, da Alighiero Noschese a Mario Merola sfilarono in diretta tv al microfono di Alberto Giubilo.

Nei miei ricordi quello di 40 anni fa è il Lotteria del record di presenze. Non ho mai più visto tante gente schiacciata sulle tribune, nel parterre, nelle scuderie. Ufficialmente hanno contato 25mila spettatori nel 2002 per il terzo successo di Varenne. Ma sono sicuro che nel 1976 erano di più.

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