Carlo Alberto Paolino

Carlo Alberto Paolino

Passato dal campo turistico, insegnamento in corsi aziendali fino alla Pubblica Amministrazione per poi dedicarsi alla sua passione: l'informatica, in particolare la grafica dove può dar sfogo a tutto il suo estro. Il suo non d'arte è Capaquila

Il presidente del Consiglio in campagna elettorale a sostegno del candidato sindaco del centrosinistra

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di Carlo Alberto Paolino

Giù la maschera, ora sappiamo un po’ di più qual è la piattaforma ideologica di questo governo. Ne avevamo avuto già sentore quando il presidente del Consiglio, candidamente dichiarò “che aveva fatto più Marchionne per il lavoro che Cgil-Cisl e Uil…”. Ora la seconda puntata. Renzi si dedica la tessera numero uno del sindacato della lobby dei petrolieri attribuendosi il salvataggio di migliaia e migliaia di posti di lavoro

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Michele Emiliano e Matteo Renzi

Il referendum sulle trivelle non ha raggiunto il quorum. Era un miracolo raggiungerlo, inutile nasconderlo. Sono venti anni che il quorum non si raggiunge, da quelli del 1995. “Ha vinto chi lavora sulle piattaforme“, ha detto con enfasi Matteo Renzi in conferenza stampa a Palazzo Chigi. “Ha perso chi ha voluto conta a tutti costi”. Ed ancora “La demagogia non paga. E, soprattutto gli sconfitti – ha detto ancora – non sono i cittadini che sono andati a votare: chi vota non perde mai. Massimo rispetto per chi va a votare. Ma gli sconfitti sono quei pochi, pochissimi consiglieri regionali e qualche presidente di Regione che ha voluto cavalcare un referendum per esigenze personali politiche”.

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“Una balla, una barzelletta quella dei posti di lavoro in bilico. Le bugie non servono mai…” Il presidente della regione Puglia Emiliano non ci sta. E lo scontro è totale. “Non si è mai perso un posto di lavoro. E non è vero è che non ci sono vincitori. Le Regioni hanno costretto il governo ha cambiare radicalmente la politica sulle piattaforme. Quattordici milioni di italiani si sono recati alle urne..”

Ma al di la della questione trivelle, è stata una vera e propria resa dei conti. Il presidente del Consiglio, pur senza mai nominare il presidente della regione Puglia non è certo stato diplomatico. Accuse precise di lotte interne, ambizioni di potere. “Gli sconfitti ci sono, hanno nomi e cognomi. Sono quei consiglieri regionali e alcuni presidenti di regione che hanno voluto cavalcare questo referendum per esigenze personali. Per esigenze di conta interna da parte di qualcuno.”

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Michele Emiliano

Scuro in volto Emiliano che aveva dato “del venditore di pentole a Renzi” ascolta la requisitoria del Premier e risponde senza indietreggiare di un metro. “Da ora in poi talloneremo sempre di più il governo nelle decisioni di politica energetica, i cittadini e le Regioni saranno in prima fila, non permetteremo più alle lobby di condizionare la politica nazionale. Renzi deve imparare ad ascoltare gli italiani.”   

 

 

 

 

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