di Mino Cucciniello
Venne con enfasi soprannominata la rinascita napoletana. E, naturalmente, come sempre avviene nella vita, ci furono aspetti positivi ma anche vicende negative, un periodo in chiaroscuro, come la storia ci ha insegnato. Siamo nella seconda metà degli anni novanta, quelli contrassegnati dall’avvento di Bassolino, sindaco prima (e governatore della regione poi) che nel bene e nel male ha comunque inciso sulla città
A Napoli cominciarono a soffiare forti venti innovativi, non sempre graditi, che tuttavia servirono a cancellare abitudini consolidate dai napoletani.
Tra le principali novità ci fu il riappropriarsi di Piazza del Plebiscito che venne interdetta completamente al traffico (l’orribile parcheggio già era stato soppresso da un po’).
Piazza Plebiscito si trasformò così in un grande “teatro” a cielo aperto, un suggestivo contenitore di grandi manifestazioni che richiamarono migliaia di napoletani soprattutto per la serata dell’ultimo giorno dell’anno.
Nella piazza che divenne il simbolo della rinascita di Napoli il primo grande evento si tenne il 31 dicembre del 1995, lanciando così la tendenza del veglione in piazza. Sull’enorme palco montato per l’occasione tra Palazzo Reale e Palazzo Salerno.Ad esibirsi ci furono Luca Carboni e Nino D’Angelo presentati da una infreddolita Milly Carlucci.
Sempre in piazza del Plebiscito per il periodo natalizio iniziò la tradizione di installare delle grandi opere d’arte moderna firmate da famosi artisti internazionali, la più bella fu la prima la famosa “montagna di sale” di Mimmo Palladino.
Ancora in piazza del Plebiscito nel giugno ‘96 Lucio Dalla tenne un memorabile concerto che incantò i napoletani, cosa che si sarebbe ripetuta anche l’anno seguente l’esibizione di uno scatenato Antonello Venditti.
Anche via Caracciolo la domenica mattina venne pedonalizzata, diventando sempre più meta preferita di tanti cittadini anche della provincia. Cominciò anche una tanto strombazzata ristrutturazione della Villa Comunale che coincise con l’inizio della fine, una lenta agonia grazie ad un progetto, molto discutibile, di Alessandro Mendini.
Al contrario il centro antico, alquanto rivalutato, divenne patrimonio dell’Unesco. Anche via Calabritto ebbe il suo exploit e divenne una vetrina di grandi firme che andarono ad occupare i locali più prestigiosi. Bulgari, non trovò posto, e dovette “accontentarsi” di via Filangieri…
Per la sua inaugurazione fissata per il 10 dicembre 1998 fu organizzata una grande soirèe al Grand Hotel Vesuvio in passerella a presentare le ultime creazioni della maison romana: Claudia Schiffer. La famosa top model, all’apice della sua carriera, sfilò innanzi ad una selezionata platea composta da solo centoventi invitati. Poi Claudia Shiffer tornò a Napoli al San Carlo come testimonial della maison Ferragamo…
Oscar Luigi Scalfaro, fu il primo presidente ad intraprendere una tradizione che si rinnoverà sia con Ciampi, che Cossiga che Napolitano, consistente nel trascorrere l’inizio dell’anno nuovo a Villa Rosebery, la residenza presidenziale di Posillipo.
E consuetudine della consuetudine la tappa in città al Gambrinus per un caffè napoletano al cento per cento e dove avveniva un informale ma caloroso scambio di auguri con i cittadini che affollavano piazza Trieste e Trento.
E tanti erano i napoletani quando il 18 giugno 1997 giunse in città il Principe Alberto di Monaco, impeccabile nel suo completo chiaro, che ospite dell’allora governatore Antonio Rastrelli, dopo che ebbe gustato una pizza margherita preparata appositamente per lui da Brandi, nel tipico locale di Sant’Anna di Palazzo, percorse a piedi fra due ali di folla curiose via Chiaia per recarsi a Palazzo Reale dove ad attenderlo, innanzi allo scalone d’Ercole, c’era Carlo di Borbone. Quattro passi reali nel cuore della città. Roba d’altri tempi…
Nell’autunno del 1996, il mio tradizionale appuntamento si apprestava a vivere un nuovo corso, infatti quando giunse il tempo di pensare all’organizzazione della serata di novembre, mamma così come aveva promesso l’anno prima, disse che il suo regalo per il mio compleanno sarebbe stata la festa, con il l’”obbligo” però che si sarebbe dovuta svolgere da Rosolino. Un obbligo che per me era una rassicurazione. La professionalità, l’esperienza, la perfetta organizzazione di Antonio Rosolino mi tranquillizzava sotto ogni aspetto: il menù, i tempi della cena, gli effetti di luce a secondo delle fasi della serata, la musica. A me restava in pieno solo l’incombenza degli inviti.
E come ho gia raccontato, si partita comunque da una base ormai consolidata di 156 amici e amiche e devo dire che il passaggio dall’”effetto sardine” di casa mia agli ampi locali di Rosolino, venne accolto da tutti con maggiore comodità ma anche con un certo imbarazzo, l’atmosfera, mi confidarono molti, non era la stessa. La verità, a parte tutto, è che eravamo tutti cresciuti, lasciandoci per sempre alle spalle la spensieratezza e la voglia di vita dei ragazzi di via dei Mille.
Ma restando alla semplice logistica, il passaggio dalla casa al locale creò, un piccolo disagio. In poche parole, si perse, comunque, qualcosa. Sembrò quasi vivere, senza abusare nel paragone, quello che era successo al pubblico del festival di Sanremo quando la manifestazione canora traslocò dal piccolo ed accogliente teatro del Casinò, una sorta di bomboniera, al mega teatro Ariston dal palco gigantesco, e la sala enorme
Ai soliti amici habitué si aggiunsero dei nuovi invitati fra i quali mi fa piacere ricordare: Elena Selvaggi, Giancarlo Cangiano, Giuliana Cozzi, Marcello Crispo, Paola del Balzo, Giovanna Dosi, Peppe De Angelis, Alessandra Improta, Paola D’Amato, Michele Fortunato, Maura Letizia, Agostino Lauro, Massimo Moschini, Laura Marsico, Peppe Nappi, Roberto De Risi, Diego Navarro, Francesca Rhò, Franco Rendano,Mario e Paola Quintano, Flora Visco, Annamaria Roller, Antonella Serpieri e Perla Raffaelli.
Il grande ritrovo si presentava ai presenti come un grande contenitore di donne bellissime ed elegantissime accompagnate da impeccabili cavalieri.
A dir poco un colpo d’occhio straordinario soprattutto quando dopo la cena si aprirono le danze: ricordo che quell’anno era molto di moda il ballo della macarena ed in prima fila a ballarlo c’erano Marisa Reichlin e Luciana De Angelis. Uno spettacolo. Non so se mi spiego.
Anche per il 1997 e per il 1998 ci fu la stessa identica organizzazione ma con un sempre maggiore numero di presenti, finalmente non c’erano più problemi di spazio. In questi anni si aggiunsero amici, alcuni carissimi che fino ad allora non era riuscito ad averli come miei ospiti ed ora invece facevano parte della grande grandissima “famiglia” che mi seguiva da anni.
Tra le new entry c’erano Andrea e Paola Attena, Franco Baldi, Rossella Baldarre, Barbara Cannavale, Ascanio Colonna, Rosa Cantore, Luicia Cannaviello Joset Del Piero, Claudio ed Antonella De Vivo, Arturo Del Vecchio, Giorgio Greco, Roberto Mantovano, Lilla Perez, Massimo Profili, Laura Caico, Luca Stoelcker, Cristina Signoriello, PierLuigi Troise, Luigi Taddeo.
Nel 1998 il numero degli invitati era di 195 ed oramai le feste venivano ampiamente riportare sui quotidiani cittadini. Bellissimi pezzi accompagnati dalle foto di Pippo by Capri portavano le firme di Giuliana Gargiulo, Laura Caico, Cecilia Donadio, Desirèe Klain, Claudia Marra, Maria Carmen Villani e Vanni Fondi dal 1997 anno in cui a Napoli venne edito il Corriere del Mezzogiorno.
E proprio alcuni di questi giornalisti mi votarono affinché il mio nome venisse inserito nella rosa dei candidati alla nomination per il migliore” attore” protagonista maschile nella serata degli Oscar della Mondanità, una simpatica manifestazione ideata dal re della notte, il mitico Tonino Colangelo patron dello Chez moi. E proprio nel locale del parco Margherita a due passi da piazza Amedeo si svolse la grande serata in stile hollywoodiano. Mancava solo il red carpet, una vera notte degli oscar della della “Napoli by night”.
La giuria attenta e severa era composta da alcuni giornalisti addetti ai lavori e presieduta da Riccardo Villari e Carla Della Corte. Vinsi io e l’ambita statuetta mi venne consegnata da Yulija Mayarchuk, Cristina Donadio e Patrizia Reichlin, mentre per la migliore protagonista femminile il premio andò a Maria Consiglio Visco Marigliano. L’oscar alla carriera fu consegnato a Giovanni Cafiero.
Con questo premio mi avviai verso l’organizzazione della festa del 1999 e poiché quella dell’anno precedente non era stata brillante come le altre per colpa del dj che non riuscì a creare la giusta atmosfera, per ovviare a qualsiasi problema convocai il dj Sasà Giglio, quello che ci faceva ballare in casa, perché mi dava molta fiducia.
Questa festa sarebbe stata l’ultima del millennio ed iniziai a pensare che ne avrei organizzata ancora un’altra nel nuovo secolo e poi basta.
Per questo motivo pensai di fare scorrere sul grande schermo di Rosolino le fotografie contenenti le immagini più belle delle tante mie feste, ricordi bellissimi nei quali i protagonisti assoluti erano i miei carissimi ed insostituibili amici.
L’idea di proiettare le foto fu vincente e la serata fu un successo grazie anche alle presenze di Peppino di Capri con la moglie Giuliana Gagliardi, Augusto Acquaviva, Filippo Aprea, Gigi Amitrano, Antonella Boccia, Adolfo e Donatella Russo, Antonio Capasso, Raniero e Pina Coletta, Marina Cozzi, Paolo ed Elena Caccioppoli, Ignazio Crivelli, Eugenia Monti, Elena De Falco, Peppe Camerlingo, Enzo ed Annamaria Di Palma, Pasquale e Gabriella Esposito, Lino Giugno, Mario e Patty Meola, Carlo e Gigliola Migliardi, Ugo e Gabriella Novelli, Gino ed Ornella Pomicino, Angelo Romano, Ludovico Scotti, Alberto ed Enrica Sifola, Federico e Chiara Tammaro, Mario D’Agostino, Giancarlo e Gabriella Viscardi, Francesco ed Antonella Veloti, Sandro Uberti. Eravamo 250 quella sera…
Il giorno dopo mentre continuavo a ricevere ringraziamenti e complimenti per la serata, ascoltavo una compilation che mi aveva regalato Antonella Boccia quando fui rapito letteralmente dalle note di Life Savers girls la colonna sonora dello splendido film documentarista Mondo cane.
In quel momento immaginai il momento clou della festa del 2000, la fine del Millennio…
(5.continua)