di Adolfo Mollichelli
Tolosa oh! cara Dopo il Belgio, l’Italia batte anche la Svezia con un golazo di Eder allo spirare del match e si qualifica per gli ottavi degli Europei di Francia con un turno d’anticipo. Mercoledì prossimo affrontiamo l’Irlanda e Conte potrà far tirare il fiato agli azzurri più affaticati. Non vincevamo due partite consecutive dall’edizione del Duemila in Belgio e Olanda. Quando sotto la guida saggia di Dino Zoff arrivammo in finale e fummo beffati dal golden gol di Trezeguet. Speriamo porti bene Vendetta servita fredda, come nella migliore tradizione western. Ci sta bene anche Dumas con qualche sconto sugli anni: dodici anni dopo.
TACCO & BISCOTTO - Spazzata via Ibra e la sua Svezia. Fu letale il gol dello svedese con il codino ad Oporto. Il colpo dello scorpione, una movenza da taekwondo nel cuore della difesa azzurra che lasciò esterrefatto Buffon e che provocò liti interne con Bobo Vieri che se la prese un po’ con tutti i compagni. E poi, il famoso biscotto tra Svezia e Danimarca (pareggio per 2-2 doveva essere e 2-2 fu) e l’Italia del Trap lasciò la terra lusitana del fado e del bacallao e Cassano pianse lacrime autentiche.
“Un gol di tacco, capite?”, il Trap smoccola ancora quando pensa a quello scorpione che s’infilò subdolo e velenoso nella stanza dei suoi sogni portoghesi infranti.
Fu quello l’unico gol segnato da Ibrahimovic a Buffon. Non c’è riuscito più, nonostante abbia incontrato da avversario, con le maglie dell’Inter e del Milan cucite addosso, il portierone Tarzan che dondola sulle traverse degli stadi francesi come se fossero liane. Ibra contro l’Italia. Era stata etichettata così la partita-verità di Tolosa. Ibra contro tutti. Ibra colosso tra i colossi in maglia canarina. Corazziere con il codino alla guida della Nazionale più alta degli Europei di Francia.
GIU’ LA TESTA IBRA - Come vi siete sentiti svedesoni massicci, tosti e alti, querce con le scarpette al posto delle radici a buscarle dai piccoletti azzurri, dai Giaccherini e dai Florenzi e da quell’Eder che vi ha messo in fila per quattro col resto di due quando la fisicità dovrebbe avere il sopravvento se il minuto è l’88.
Che spettacolo la rete del successo azzurro: rimessa laterale lunga di Chiellini, spizzata di testa di Zaza a sovrastare uno dei corazzieri in giallo e poi lui: Eder che infila uno dopo l’altro Johansson e Granqvist e Lewichi e Kallstrom e infila l’angolino alla sinistra di Isaksson che fu portiere della primavera della Juve. Goduria piena e sacrosanta.
Giù la testa Ibra. Tu che avevi sgomitato sul collo di Chiellini e sulle gambe con cicatrici di Barzagli. All’asciutto, senza gloria personale alla quale tieni da morire. Prepara un’altra conferenza stampa, come quella recente in cui hai pubblicizzato una linea intima e chissà se forse non avevi previsto che saresti rimasto in mutande, tu ed i tuoi compagni in giallo canarino. E prima del gol c’era stato un cross a spiovere delizioso di Giaccherini che Parolo aveva mandato sulla traversa di Isaksson.
FEBBRE AZZURRA – Scusate lo sfogo dello stagionato cronista che ha seguito gli azzurri per vent’anni tra mondiali ed europei. Ma quando ci vuole, ci vuole. Ed ora che mi sono calmato, che l’emozione è sfumata, torno sulla terra, raccolgo le idee e provo a ragionare.
Non è stata una bella partita. Azzurri contratti, alcuni visibilmente stanchi. O fuori fase, come Pellè che non ne ha indovinata una, ma era stato dato per acciaccato ed allora bene avrebbe fatto Conte a non schierarlo o, quantomeno, a sostituirlo molto prima. Zaza, decisivo nell’azione del gol vittoria, Immobile sono freschi e vogliosi. De Rossi ha dato tutto e meno male che Daniele è tornato.
DIFESA DI FERRO - Ha lasciato il posto, esausto, a Thiago Motta. Cartellino timbrato da Sturaro per Florenzi che era stato l’unica novità dell’undici di partenza: il romanista per lo svagato Darmian anti-Belgio.
La Svezia doveva fare la partita. Ha cercato di farla, ma con scarsi risultati pratici un po’ per lacune tecniche evidenti di gran parte dei canarini (l’esterno sinistro Olsson uno dei pochi ad avere corsa e buon piede) e molto perché Ibrahimovic è stato annullato dalla BBC sigla che sta per Barzagli, Bonucci e Chiellini. Finché terranno, insieme con Buffon, sarà difficile per tutti farci gol.
Non a caso il reparto arretrato della Juve trapiantato in Nazionale è ancora imbattuto. Nota di colore, anzi di colori: le scarpette di Chiellini: una gialla, l’altra rossa.