di Gianpaolo Santoro
Rissoso e irascibile come Pepeye. Ma almeno Braccio di ferro, nonostante i suoi ottantasette anni è simpatico. Lui, invece no. Tutt’altro. Atteggiamenti da guascone, uno volta vuole picchiare un tifoso deluso, un’altra quasi un poliziotto che si rifiuta di fargli da facchino, Aurelio De Laurentiis, il re del cinepanettone, cinepappone, come lo chiamano a Napoli, ha la simpatia di una biscia. Anzi lui crede di essere addirittura un biscione, quello dell’Inter
Tratta Mauro Icardi, senza aver avuto alcun permesso dalla società nerazzurra e, con lo stile che lo contraddistingue, mette i soldi in contanti sul tavolo. Come nelle bische clandestine.
Una trattativa stile magliari. Trentacinque, quaranta, quarantacinque, cinquanta. Promette euro e film, pensa di impressionare Zhang Jindong, presidente di Suning Holdings Group, un patrimonio di tredici miliardi di euro, quello di “Fozza Inda”. Chissà, magari avesse aggiunto anche due zeppole e panzarotti poteva trovare il tycoon stufo degli involtini primavera, ma così… Dicono abbia detto sorridendo “Zozza Pappò”, chissà che vorrà dire…
Qualche giorni fa con la sua giacca color crema parlava di etica sportiva (La Juve è società di razza sa che andrà con noi contro a un muro…) e di merda, non tanto sportiva. A detta sua pare abbia salvato la città del pallone, anzi l’abbia tolta dalla merda. “Sangue e merda”, definiva così la politica Rino Formica. Ma con De Laurentiis il sangue non si vede.
Ha comprato il Napoli con i libri in tribunale scippandolo rocambolescamente ad altre iniziative per solo 32 milioni di euro senza mettere un soldo (un prestito Unicredit saldato in tre anni) e si è catapultato in un mondo sconosciuto con arroganza, spavalderia ed una smodata voglia di protagonismo. Crede di stare sempre sul set di uno dei suoi film di cassetta dove la sua parola è legge. Dovrebbe vivere a Cinecittà. Il guaio è che spesso racconta frottole credendo di essere il più bravo ed il più furbo. Il dramma è che ancora non si è accorto di non essere né l’uno e nell’altro. E’ molto fortunato, questo si. E sia chiaro, per chi affida il suo destino, ad un pallone ed un ciuffo d’erba, è una dote importante.
Bravo, bravissimo, re del mercato. Un paio di colpi di genio al microscopio. Venduto Cavani De Laurentiis era disposto a svenarsi per Leandro Damião da Silva dos Santos, che del calciatore aveva soltanto il nome: offrì qualcosa intorno ai 30 milioni di euro, i suoi emissari facevano avanti e indietro col Brasile e promettevano tuoni e fulmini. Ma il ragazzotto preferì lasciare l’Internacional per andare al Santos, chissà forse si sentiva a casa. L’erede di Cavani che voleva De Laurentis in tre anni ha cambiato tre squadre (Santos, Cruzeiro e Betis) ed ha segnato in tutto dieci gol…
E la grande intuizione Sarri? Dopo aver adulato e corteggiato Benitez per indurlo a non andare via, il buon De Laurentiis ha offerto il Napoli a Emery, Montella, Spalletti e Mihjalovic collezionando una serie di no, che sembrava già essere alla campagna referendaria. Insomma una quinta scelta, altro che l’uomo che insegnava calcio…
“Assistito” sempre dall’Udinese (che anno dopo anno ha girato al Napoli i pezzi più o meno migliori) di Pozzo che gli consegnò Pier Paolo Marino (che comprò Hamsik e Lavezzi) per iniziare a fare calcio De Laurentiis riempì di favole la città, di tutto e di più, non solo di calcio, come ha scritto Mimmo Carratelli nel suo “Elogio a De Laurentiis”. “Ma chi credete di essere in questa città inconcludente che io saprei come organizzare, non solo il calcio-disse il buon Aurelio – Qui si può costruire l’Eldorado. Napoli ha tutto e in quindici anni potrebbe diventare una locomotiva. Facciamo un’isola artificiale a forma di palma in mezzo al golfo, come ce n’è una a Dubai, e la chiamiamo Palma e ci facciamo un casinò, un albergo, villette a schiera e un approdo per 300 barche. Facciamo di via Caracciolo una promenade, come ce l’ha Nizza, come la Croisette di Cannes. Facciamo un tunnel sotterraneo dagli alberghi del lungomare a Mergellina e sopra facciamo 17 stabilimenti balneari. Creiamo 40mila posti barca da Bagnoli a Pozzuoli.” La sceneggiatura di un film di fantascienza, chiacchiere in libertà, come lo stadio.
E la scugnizzeria, immagine suggestiva di un nuovo vivaio di talenti napoletani? Aveva preso come modello la cantera del Barcellona: il settore giovanile del Napoli è uno scandalo. E Castelvolturno? Qualche campetto se messo a confronto con il Centro Sportivo Juventus Center di Vinovo, il centro Angelo Morati di Appiano Gentile, Milanello e tanti altri di serie A, senza parlare del Centro Sportivo Torre del Grifo Village, dove si allena il Catania, un vero spettacolo.
Il suo è un club liquido, senza centro sportivo, senza sede, senza vivaio, senza società. Tutto in famiglia, e si vede. Un consiglio d’amministrazione “io mammeta e tu” (i due vicepresidenti senza portafoglio sono la moglie Jacqueline Marie Baudit e il figlio Edoardo, detto Edo uno, disse Gargano “che sta lì perché non sa fare niente”) dove c’è anche la figlia Valentina. Insomma l’80 per cento del Cda azzurro è targato De Laurentiis. Una famiglia per il calcio. Che sgobba da matti. Negli ultimi bilanci si evince che “sono stati deliberati compensi a favore dei membri del Consiglio di Amministrazione per un totale di Euro 5.512.500″, il che rende il CdA azzurro il più ricco d’Italia (i compensi del Cda della Juve sono 4 milioni, quello del Milan soltanto 2, tanto per capirci…)
Era il presidente dell’immagine. Pugno di ferro, lui dai giovanotti in mutande voleva tutto, non sole le cosce. Gol e pubblicità, commercializzazione e markeying. Ora con questa vicenda di Icardi sta perdendo non solo l’immagine dei calciatori (a Maurito lasciata ampia libertà di contratti personali) ma anche la sua. Il presidente di ferro s’è squagliato. Ad Icardi offerti sei-sette, dieci milioni a stagione, ognuno dice la sua. Poi verrà la volta di Hamisk, Insigne, tutti scalpitano. E non parliamo di Koulibaly, nero come non mai.
Il calcio, si sa, come diceva Gianni Brera è “un mistero agonistico”. Il calciomercato è, invece, solo un mistero.
Non sappiamo come andranno a finire tutte queste storie di uomini e centravanti, Higuain, Icardi, Milik di certo continueranno a far gol, il pallone continuerà a disegnare magiche traiettorie comunque. Ma fra clausole, bugie merda e contratti, qualcuno però ha perso la faccia.