di Carlo Alberto Paolino
Che Guevara? Vale 10 euro. Hugo Chavez a sopresa il doppio, 20. Karl Marx ancora più del doppio, come è giusto che sia, 50. Sono i “voucher della revolucion, pugno chiuso e “El pueblo unido jamás será vencido” (Il popolo unito non sarà mai sconfitto)
La singolare l’iniziativa è di Giovanni Maiolo coordinatore del progetto “Sprar” del Comune di Gioiosa Ionica, progetto di accoglienza, per richiedenti asilo e un sistema di protezione per rifugiati che nella località calabrese di circa 7000 abitanti, che ospita 75 rifugiati, costa allo stato Italiano circa un milione di euro l’anno. Ebbene, a Gioiosa i migranti ricevono direttamente la gran parte di quella somma ma non in euro, bensì in “voucher” che possono spendere per affittare casa in gruppo e comprarsi da mangiare. La limitazione, non insignificante, è che quei “buoni” possono essere spesi solo all’interno del perimetro cittadino, perché al suo esterno non hanno alcun valore.
Che poi questa iniziativa abbia il sapore di un “elogio rosso” è un altro discorso e sotto certi aspetti un paradosso. Dedicare una iniziativa nata per l’integrazione e l’inserimento degli immigrati a Che Guevara (ricordate il suo discorso all’Onu “” mi chiedete se fucilavamo, si abbiamo fucilato, fuciliamo e continueremo a fucilare perché questa è la rivoluzione” ) che realizzò un campo di concentramento per i gli omosessuali “perchè non consoni con i dettami della rivoluzione” o a Ugo Chavez che con le sue politiche (proseguite da Manduro) ha condotto il Venezuela alla fame ed alla miseria dei giorni nostri, appare decisamente un controsenso. La libertà per fortuna non si compra con i voucher…