di Adolfo Mollichelli
Erano azzurri, erano giovani e forti. Sono caduti a Bergamo, ostile da sempre. Bue bye imbattibilità. Era una medaglia da mostrare con orgoglio sulla maglia chiassosamente sponsorizzata. È bastato un gol di Petagna, ragazzone scuola Milan. Napoli incapace di rimontare.
Fuori casa è come se perdesse forza e sicurezza. Come Sansone senza capelli.
Che sarebbe stata una giornata particolare (e qui non c’entra Ettore Scola), una di quelle maledette domeniche, lo si era intuito nell’ora in cui il ragù non pipitea più perché è l’ora di andare a tavola.
E sul desco non erano cadute briciole ma due pigne natalizie, la doppietta di Higuain. E c’era anche il sole a Bergamo e quel nome Caduti d’Italia poi.
Gli azzurri è come se avessero preso dai lusitani strabattuti in coppa il gusto per il fado che è malinconia struggente. Svagati e confusionari si consegnano al pressing ordinato e ossessivo dell’Atalanta.
Anche quando allenava il Genoa, Gasperini seppe mettere in difficoltà Sarri. Napoli ricco di campioni osannati (forse troppo), con due nazionali in più per le convocazioni di Reina e Callejon a rinforzar la Spagna, ole’.
Tutti in riga ad ammirare il Papu Gomez, argentino e petisso e pure con un braccio fasciato. Ogni suo scatto era una rasoiata, un suo dribbling uno choc, su un suo tiro Reina ha parato d’istinto.
Sembrava Garrincha – un Mane’ su banda invertita, la sinistra – il Papu delle meraviglie. Tante invenzioni e sublime il dribbling a rientrare su Hysaj giocato come un birillo con relativo cross a centro area. Trasformata in sala bigliardo: sbaglia il tempo Koulibaly, carambola sul volto di Ghoulam e palla in buca spinta da Petagna.
Ci sarebbe stato tutto il tempo per recuperare se la ciurma di Sarri non avesse voluto dedicare la giornata bergamasca alla Reale Marina Borbonica, nel cui regolamento spiccava il seguente principio: chill e prua jessero a poppa, chill ‘e poppa jessero a prua, facite ammuina.
Centrocampo approssimativo in Jorginho, isterico in Hamsik – che pure ha tentato più volte la conclusione dalla distanza – braccato da Gagliardini, velleitario nel dribblomane Zielinski che però qualche idea ficcante l’ha avuta.
Napoli fumoso in avanti. Tiro ad incrociare di Callejon. Girata lemme di Milik. Punizione decente di Ghoulam ribattuta da Berisha. Anche una traversa (Dramè) a Reina battuto a legittimare il successo dell’Atalanta che ha più volte sfiorato il raddoppio. I
l coast to coast di Grassi, l’ex, nel finale ha lasciato i brividi sul corpo di sostanza (così dice Anna mia cugina) di Reina.
Questione di mentalità, di concentrazione negli incontri ravvicinati di un certo tipo (coppa e campionato) confessa Sarri. Sarà pure così ma se zio Maurizio variasse un po’ il suo credo tattico non sarebbe male. Eravamo andati a Bergamo fieri del nostro Pepe e ritorniamo scornati dal loro Papu.