di Carlo Alberto Paolino -
“Y no me da la gana, una dictadura igualita a la cubana…” Il Venezuela non ha più voce per gridare la propria rabbia, non ha più lacrime per piangere il proprio dolore. “Libertad, Libertad” sempre di più in piazza per protestare contro il presidente venezuelano Nicolas Maduro, il Mud (coalizione di unità democratica) ha la sensazione di sbattere contro un muro, siamo alla guerra ad un passo ormai dalla guerra civile. L’agibilità democratica non esiste più. In piazza la guarda nacional sopprime con la forza ogni forma di protesta.
Ma può un popolo lasciarsi morire senza reagire, senza tentare di fare niente? Prendiamo ad esempio le cifre rese note dal ministero della Salute, sembrano un bollettino di guerra. Un dato balza subito agli occhi: l’impennata della malaria (+76%), della mortalità infantile e dei decessi tra le mamme. Le donne che hanno perso la vita durante il parto sono aumentate del 65%, mentre le morti dei bambini sono cresciute del 30 per cento e legate soprattutto a sepsi neonatale, nascita prematura, polmonite, sindrome di difficoltà respiratoria. Un recente studio ha rilevato che nell’ultimo anno la popolazione venezuelana soffocata dalla crisi economica e dalla mancanza di generi alimentari ha perso mediamente nove chili di peso.
L’opposizione venezuelana, oltre a chiedere la liberazione dei prigionieri politici, che aumenta in modo esponenziale, chiede elezioni, apertura dei canali umanitari, il rispetto della Costituzione e dell’Assemblea Nazionale.
Chiede, in poche parole il ripristino della democrazia. L’organizzazione degli Stati Americani (OEA) ha approvato un documento dove si chiedeva a Nicolás Maduro di ripristinare la “piena autorità” dell’Assemblea nazionale, saturata dal “Tribunal Supremo de Justicia”, la Corte Suprema di Caracas, dove i “membri” sono nominati e pilotati da Maduro.
Intanto Nicolás Maduro, ha giocato “un’altra carta”, ordinando ai suoi Ambasciatori nel mondo di promuovere una campagna di immagine e di propaganda a favore del suo governo e della rivoluzione bolivariana. Ma il mondo non può continuare ad essere cieco.