Adolfo Mollichelli

Adolfo Mollichelli

Giornalista. Ha lavorato con il Roma ed il Mattino. Ha seguito, tra l'altro, come inviato speciale cinque Mondiali, altrettanti Europei, nove finali di Campioni-Champions e l'Olimpiade di Sydney

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La sVentura azzurra

di Adolfo Mollichelli

 Erano undici anni che l’Italia non perdeva una partita di qualificazione, 56 risultati utili consecutivi. A Madrid la Spagna ci ha ricondotti sulla terra. Con tre sberle che fanno male. E buon per noi che le furie rosse non abbiano insistito altrimenti saremmo stati sepolti da una valanga di gol.

Adolfo Mollichelli

Adolfo Mollichelli

Crepe dovunque generate da una hybris assurda. E da un handicap tecnico che è stato determinante. Il giorno prima della derrota madrilena, i ragazzi di Di Biagio avevano aperto a Toledo (città di perfide lame) la due giorni spagnola con una sonora scoppola: 3-0, identico risultato. In due partite, sei reti a zero per gli spagnoli. Tra gli under della Roja segnalo Ceballos e Merino, due top player.

La differenza tra Italia e Spagna è stata “formalizzata” da un elemento psicologico e da una discriminante tecnica. La presunzione di Ventura è stata punita con sottile perfidia dai rossi di Lopetegui.

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Gian Piero Ventura

Avevo temuto alla vigilia che saremmo andati incontro alla sconfitta. Che ci può stare. Ma è il modo che ancora offende. Provo ad immaginare che cosa abbia meditato il ct abbronzatissimo. Vediamo: persa per persa me la gioco e se viene il colpaccio via verso la Russia con amore. Apprezzabile idea. Ma senza presunzione. E qui è cascato l’asino.

Due soli centrocampisti e quattro attaccanti, l’amato 4-2-4 dei tempi baresi. In casa degli spagnoli? E che fa! Non ci sono serpenti al Bernabeu. D’accordo, ma fior di giocatori sì. Lo sapevi Gian Piero?

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Morata esulta, Barzagli in ginocchio. La foto di Spagna-Italia

Ti rinfresco un po’ le idee. L’esperienza conta molto. E non ti aveva detto proprio nulla la scoppola rimediata dalla Juve a Cardiff? L’avrai vista immagino la finale di Champions. Allegri, anch’egli vittima dell’hybris, aveva immolato Pjanic e Khedira contro Kross, Casemiro, Modric più Isco. Ma almeno il conte Max aveva un po’ di giocatori di un certo livello.  Sapevi di Iniesta, Busquets, Silva e Isco (sempre lui), immagino. Hanno giocato al gatto col topo, umiliando De Rossi dalla barba francescana e Verratti l’impalpabile che soltanto gli incompetenti paragonarono a Pirlo, che bestemmia. Flash: Isco che fa tunnel a Verratti con la suola e prima ancora il sombrero.

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Isco, inarrestabile

Li avevi fatti giocare insieme varie volte Belotti ed Immobile e contro squadre molto più deboli della nostra (per fortuna ce ne sono ancora) e non era andata tanto male. Ma sono pur sempre due centravanti simili: Immolotti! Due per uno, meglio uno per due.

Ai lati del gallo che non ha cantato e del Ciro smanioso, Candreva sulla destra (sue dieci cross ne azzecca uno) e Insigne sulla sinistra. Povero Lorenzino, ha cercato di dialogare come fa con Ghoulam ed Hamsik e Mertens, ma ha trovato soltanto muri e forse avrà pensato a Trump. Lorenzino e Spinazzola nel vuoto del fronte sinistro (almeno a destra s’è visto qualcosa con Darmian-Candreva).

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Leonardo Spinazzola

Ed a proposito di Spinazzola che chiamano Spina (l’Atalanta ne sa qualcosa) come si fa a mandare in campo un giocatore che per ripicca (è della Juve e sarebbe voluto tornare alla casa madre un anno prima dal prestito biennale) non aveva giocato neppure un minuto prima di Madrid?

Prassi ed etica a braccetto, nel modo sbagliato. Bernardeschi almeno una manciata di minuti in Supercoppa li aveva vissuti e poi s’è regolarmente allenato dal primo giorno di ritiro.

Immobile, Verratti, Belotti e Barzagli

Immobile, Verratti, Belotti e Barzagli

Con il 4-2-4 nella mente? E allora Insigne dietro a Belotti e due esterni polivalenti che avrebbero potuto dare una mano a centrocampo e forse si sarebbe evitata la figuraccia. E’ una mia idea e, quindi, conta poco o nulla (o no?).

L’ideale sarebbe stato affrontare la Spagna con tre centrocampisti (4-3-3).

Numeri, d’accordo. Perché poi nel calcio conta la tecnica. E più elementi hai che sappiano trattare l’attrezzo (il pallone) e maggiori sono le probabilità di vincere. E qui cadono le braccia. Perché è questione di cultura. In Italia si privilegia il fisico a scapito della tecnica. In Spagna accade il contrario. Perciò crescono i Morata, gli Asensio, l’Isco delle meraviglie, i Saul e tanti altri che vanno ad aggiungersi – e un domani sostituiranno – mostri sacri come Iniesta, Ramos, Piqué, Busquets, Carvajal. Questione di programmazione e di scuola calcistica: meno muscoli e più classe. Perciò la forbice tra Italia e Spagna è destinata ad allargarsi.

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Ed a proposito di mostri sacri anche noi ne abbiamo ma sono nella inevitabile fase calante. Come Buffon, ad esempio, che ha gravi colpe sulla punizione di Isco: era chiaro che il folletto spagnolo avrebbe indirizzato la palla sopra la barriera. Qualcosa di meglio era lecito aspettarsi. Come De Rossi che quanto a spirito agonistico non gli si può rimproverare nulla, ma lasciarlo solo nel mare in tempesta non è più il caso.

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Ventura avrà il suo bel da fare per ricompattare un gruppo allo sfascio (specie psicologicamente) in vista della partita da vincere, quella con Israele che è stata battuta in casa dalla Macedonia (gol di Pandev) ed avrà qualche stimolo in meno: avesse vinto, avrebbe potuto continuare a sognare la piazza d’onore nel girone.

Il mondiale italiano passerà (dovrebbe) per i play off. Allo stato potrebbe toccarci una tra Irlanda del Nord, Eire, Grecia ed Ucraina dove a novembre fa un freddo cane.

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Le facce di Ventura

Un’ultima nota: caro Ventura, ho notato – ogni qual volta le telecamere di mamma Rai ti inquadravano – che sbuffavi come una locomotiva, che l’abbronzatura degenerava in rosso collerico ad ogni errore dei tuoi sottoposti, che spesso portavi le braccia larghe sui fianchi raffigurando un’oinochoe (brocca per versare il vino nell’antica Grecia). E allora, mi chiedo e ti chiedo: ma chi l’ha messa in campo una squadra così scombinata? Ai posteri l’ardua sentenza. E niente scherzi contro Israele, mi raccomando. Un consiglio? Provare Belinelli, almeno un gol da tre è assicurato. Forza azzurri, scetateve!

 

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