di Ottorino Gurgo
Tra i tanti problemi che la maggioranza deve affrontare nei giorni e nelle settimane a venire, quello della giustizia occupa, indiscutibilmente, un ruolo centrale. E, in questo ambito, è certamente in primo piano la questione della prescrizione che divide i partiti di governo e, secondo i “rumors” che circolano nei palazzi del potere, potrebbe provocare in tempi ravvicinati, la caduta del governodi Giuseppe Conte.
Si fronteggiano, entrambi attestati su posizioni di assoluta intransigenza, i cinquestelle (o, per essere più esatti quel che ne rimane) e Italia viva di Matteo Renzi: i primi non rinunciano a sostenerne l’abolizione; i renziani ritengono che questa abolizione contrasta con i più elementari principi della civiltà giuridica.
Proprio facendo leva su questo contrasto, dal centrodestra e, in particolare da Forza Italia, è venuto l’invito all’ex presidente del Consiglio – del quale si è fatto portavoce Renato Brunetta – a rompere gli indugi e a far venir meno il sostegno al governo Conte per dar vita ad un nuovo esecutivo insieme con Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia.
L’impresa, alimentata dai toni asprissimi di Renzi e dalla sua dura polemica con il ministro della Giustizia Bonafede, ci sembra francamente di fantapolitica e probabilmente appartiene al novero di quelle “fakenews” che costantemente fanno da contrappunto al dibattito politico.
È probabile, però, che pur non costituendo l’anticamera di un governo di centrodestra con all’interno Italia viva – non crediamo che Renzi si spingerebbe a tanto – il braccio di ferro tra quest’ultimo e i cinquestelle possa creare le condizioni per la rottura di una coalizione che più fragile di com’è non potrebbe essere.
Ma, al di là di queste polemiche e provando ad entrare nel merito della questione, crediamo di poter dire che se si vuole realmente dar luogo a quella che viene definita “una giustizia giusta”, l’abolizione sic et simpliciter della prescrizione viola il principio della certezza del diritto e presenta evidenti contrasti con la Carta costituzionale.
Illuminanti sono stati, al riguardo, le affermazioni del procuratore generale di Milano Roberto Alfonso, secondo il quale la riforma della prescrizione contrasta con l’articolo 11 della Costituzione incidendo sulla garanzia della ragionevole durata del processo.
Il fatto è che l’amministrazione della giustizia questione che, in una società civile e in una democrazia matura, dovrebbe prescindere da ogni condizionamento derivante dall’appartenenza partitica, è invece divenuta motivo di contrasti mediocri tra i partiti.. Ma, purtroppo, la nostra tutto è fuorché una democrazia matura.