di Carlo Alberto Paolino
Se Mario Soldati il suo eccezionale reportage televisivo “Viaggio lungo la Valle del Po alla ricerca dei cibi genuini” l’avesse spinto sino al Parco nazionale del Cilento, oggi avremmo un documento d’importanza antropologica eccezionale e imprescindibile. La prima grande inchiesta in Italia sul “turismo enogastronomico”, un viaggio nella nostra storia, nelle nostre tradizioni, nella nostra memoria
Sono tornato anche quest’anno nel Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, l’aria protetta più grande d’Italia, istituita poco più di dieci anni fa per tutelare il patrimonio di biodiversità, paesaggistico e culturale, in una piccola frazione montana del Comune di Ascea.
Sono tornato nella terra in un antico borgo della Magna Grecia, di nome Mandia (una frazione di Ascea) per la “Festa degli antichi sapori”, una iniziativa popolare e genuina voluta dalla cittadinanza di Mandia, con lo scopo di devolvere il ricavato ad opere pubbliche. Un borgo dal centro storico caratteristico e pittoresco, abitato da trecento anime, ricco di storia e di suggestioni, che gira intorno alla Cappella della Vergine del Principio e la splendida Chiesa dedicata a San Giovanni Battista e situato su una collina di 510 metri sul livello del mare, prospiciente la torre di Velia-Elea, cinta da due fiumiciattoli che a valle del paese confluiscono a formare l’Alento.
Il nome del paese potrebbe derivare da “mandia”, termine antico e desueto per indicare il mantello monastico nero con angoli ornati di velluto o seta di colore viola scuro o rosso cupo, usato nei riti della Chiesa orientale; oppure dalla forma dialettale antica di “magnìa, mannìa, magna” ad indicare un luogo di transumanza per il bestiame, come pure da “mandra”, che è la forma dialettale di mandria, e significare quindi il luogo dove trovavano riposo i pastori, custodi della mandria.
Nei giorni della sagra è un inseguirsi di mostre della civiltà contadina, esposizioni di pittura e artigianato locale, spazi musicale con canzoni e balli popolani.
E, naturalmente, la possibilità di degustare prodotti tipici e d’eccellenza, quali fagioli, “tabacchini”, il fagiolo di Mandia che ha ottenuto il primato europeo per le sue caratteristiche, i fusilli fatti a mano, le castagne, le salsicce di maiale alla brace, freselle con olio di oliva locale, patatine fritte e dolci tipici, il tutto bevendo vino “naturale”. Cucina povera e totale la “cultura della terra”. E se siete fortunati, c’è la possibilità di incontrare anche Daniela Ferolla, una ex Miss Italia nata da queste parti.