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Assenze dal posto di lavoro
E malati immaginari

di Alberto Toro

La classifica delle maggiori assenze dal posto di lavoro? Calabresi, siciliani, campani, pugliesi, abruzzesi e sardi. Un giorno su tre ci si assenta di lunedì. Sono 106 milioni le giornate di malattia perse durante tutto l’anno 

Parliamoci chiaro, prima o poi bisognerà in qualche modo affrontare il discorso. Quando parlano i numeri, c’è poco da discutere. Bisogna solo prenderne atto, consapevolmente. Guardiamoci intorno: ma siamo davvero così cagionevoli? Possibile che i calabresi, i siciliani, i campani, i pugliesi si ammalino così frequentemente? Ma andiamo con ordine.

Nel 2012, ultimo anno in cui sono disponibili i dati, secondo i risultati emersi da una ricerca effettuata dall’Ufficio studi della Cgia sono stati quasi 106 milioni i giorni di malattia persi durante tutto l’anno. Sono circa 6 milioni i lavorato di dipendenti  italiani che hanno registrato almeno un evento di malattia. Mediamente, ciascun lavoratore dipendente italiano si è ammalato 2,23 volte ed è rimasto a casa 17,71 giorni.

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Nel pubblico ci si ammala più spesso, ma mediamente si perdono meno giorni di lavoro che nel settore privato. I giorni di malattia medi registrati tra i lavoratori del pubblico impiego sono stati 16,72 ( 2,62 per lavoratore), nel settore privato, invece, le assenze per malattia hanno toccato i 18,11 giorni (con un numero medio di eventi per lavoratore uguale a 2,08). Da sottolineare che la malattia di un lavoratore viene considerata come unico evento anche nel caso di più certificati tra i quali intercorra un intervallo di tempo non superiore a 2 giorni di calendario. Inoltre, viene segnalato che questi dati sono stati estratti dall’Osservatorio sulla certificazione di malattia dei lavoratori dipendenti privati e pubblici dell’Inps, avviato nel 2011.

Ovviamente, i lavoratori anziani sono più a rischio dei giovani. Dalla rilevazione emerge che le assenze aumentano in misura corrispondente al crescere dell’ età. Se fino a 29 anni il numero medio di giorni di malattia per lavoratore è pari a 13,2, nella classe di età tra i 30 e i 39 anni sale a 14,9, per toccare il valore massimo sopra i 60 anni, con 27,4 giorni medi di assenza all’anno. La durata media degli eventi di malattia è, comunque, relativamente breve. A livello nazionale, nel 71,7 per cento dei casi la guarigione avviene entro i primi 5 giorni dalla presentazione del certificato medico.

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E fin qui, si potrà più o meno essere sorpresi, sulla frequenza di assenza per malattia dal posto di lavoro. Ma quello, che francamente stupisce, sono alcune anomalie, singolarità, diciamo così. Ci sarà un motivo affinché oltre il 30 per cento dei certificati medici che attestano l’impossibilità da parte di un operaio o di un impiegato di recarsi nel proprio posto di lavoro sia post week end? Su oltre 13 milioni e 365 mila eventi di malattia registrati due anni fa, oltre 4 milioni (pari al 30,7 per cento del totale) sono stati denunciati a inizio della settimana. Svariate sono le ragioni ipotizzate dallo stesso studio della Cgia. “Nel fine settimana si concentrano le attività conviviali e quelle legate al tempo libero. Con l’avvento della crisi, inoltre, sono sempre di più coloro che per risparmiare eseguono piccoli lavori di manutenzione nel proprio giardino o nell’abitazione in cui vivono. Iniziative che, in qualche modo, contribuiscono ad aumentare gli acciacchi degli italiani. Tenendo conto che molti medici di base il sabato e la domenica non svolgono la normale attività ambulatoriale, l’elevato numero di certificati che si riscontra al lunedì è in gran parte riconducibile a queste situazioni”.  Sarà.. ma la sensazione del lungo fine settimana resta l’ipotesi più convincente.

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Ma l’anomalia vera, è un’altra. La cagionevole salute dei lavoratori meridionali. A livello territoriale “spiccano” i risultati della Calabria. A causa delle precarie condizioni di salute, nel 2012 ogni lavoratore dipendente calabro è rimasto a casa mediamente 34,6 giorni. La media sale addirittura a 41,8 nel settore privato. Tra i lavoratori dipendenti più “cagionevoli” troviamo anche i siciliani (con 19,9 giorni medi di malattia all’anno), i campani (con 19,4) e i pugliesi (con 18,8). Gli operai e gli impiegati più “robusti”, invece, li troviamo a Nordest. Se i lavoratori dipendenti dell’Emilia Romagna rimangono a casa mediamente 16,3 giorni all’anno, in Veneto le assenze per malattia scendono a 15,5 per toccare il punto più basso nel Trentino Alto Adige, con 15,3 giorni. Ricapitolando: nei primi sette posti della graduatoria per assenze per motivi di lavoro troviamo Calabria, Sicilia, Campania, Puglia, Basilicata, Abruzzo e Sardegna.  E ho detto tutto, direbbe Totò. Senza dover scomodare per forza Molièrè…  

 

 

 

 

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