marika fruscio hot-2

Il derby che vale un campionato
Ed anche uno striptease…

di Mimmo Carratelli  

L’anno scorso, un colpo di testa di Callejon a sette minuti dalla fine, su cross di Ghoulam, batté De Sanctis e scoprì un seno di Marika Fruscio. Un hot-gol per la vittoria del Napoli sulla Roma

 marika fruscio

Marika Fruscio, tifosa del Napoli

Nello studio televisivo di “Diretta Stadio”, la show girl, definita “il più suggestivo balconcino d’Italia”, ballando al gol dello spagnolo scoprì uno dei suoi seni pregiati, erotico omaggio alla segnatura dell’andaluso del Napoli. Non contenta, esibì poi uno strip scatenato, coperta appena da un paio di calze sexy, che fece il giro su Internet. Mai la partitissima con la Roma, fiammeggiante per tradizione, aveva avuto una “cornice” così incandescente.

Le partite del Napoli con la Roma hanno avuto sempre un sapore particolare, condite da autentiche trasmigrazioni di tifosi (oggi vietate). Proprio una vittoria sulla Roma, negli anni Trenta, partorì una definizione diventata famosa. “Una vittoria che vale un campionato”.

CiuccioVomero

Facciamo un po’ di storia. Il calcio a Napoli apparve sulla scia della Belle Epoque e si chiamò Napoli nato sotto il segno del leone l’1 agosto 1926. La città, con mezzo milione di abitanti, era la più popolosa d’Italia (Milano 400mila, Roma 380mila). Aveva otto teatri, cinque circoli nautici, caffè famosi e l’Eldorado Santa Lucia, un immenso stabilimento balneare al Borgo Marinari con dancing e spettacoli. Numerosi erano i giornali: il “Roma”, “Il Mattino”, “Il Mattino illustrato”, “Il Mezzogiorno”, “Il Mezzogiorno Sportivo”, il “Corriere di Napoli”, “Il Pungolo”, “Il Piccolo”, “Tutti gli sports” in rotocalcio e illustratissimo. Per le donne “Modella” e “Modellina”. Poi tanti giornali umoristici tra i quali i più letti erano il “6 e 22”, “Monsignor Perrelli” e “Vaco ‘e pressa”.

Ciuccio azzurro, anni sessanta

La redazione de “Il Mezzogiorno Sportivo” aveva i balconi che affacciavano su piazza Trieste e Trento. Per le più importanti trasferte del Napoli, il redattore capo Felice Scandone vi si affacciava urlando ai tifosi in strada le notizie sulla partita man mano che gli “inviati” le trasmettevano agli stenografi del giornale. Michele Mottola, grande giornalista napoletano che fu per quarantanni redattore capo al “Corriere della sera”, quand’era ancora al “Mezzogiorno sportivo”, settimanale illustrato che a Napoli si stampava dal 1923, inventò il titolo rimasto famoso, “Una vittoria che vale un campionato”, riferendosi proprio a un successo sulla Roma.

Allora, le stagioni del Napoli si risolvevano in due, tre partite “di cartello” alle quali la squadra azzurra, non eccellendo in classifica, affidava tutto il suo prestigio e la sua gloria. La felice definizione di Michele Mottola divenne poi “una partita che vale un campionato” usata per tutte le grandi sfide del Napoli.

Napoli-Roma, quest’anno, arriva troppo presto per “valere” già il campionato. Ma la spettacolare squadra di Garcia e un Napoli che punta alla partitissima per ridurre a sorpresa il distacco dalla due regine del campionato, proprio la Roma e la Juventus che sono a +7 sugli azzurri, valgono almeno il prezzo del biglietto e chissà che la partitissima di tanti bollenti spiriti non proponga altri gol dal sen fuggiti.

 (dal Corriere dello sport del 31 ottobre)

 

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