di Eduardo Palumbo
Non so perché ma leggendo l’ennesimo pasticciaccio torna alla mente una canzoncina della nostra infanzia “gobbo suo padre, gobba sua madre, gobba la figlia e la sorella era gobba pure quella, la famiglia de gobbon” . Basta cambiare gobbo in truffatore e si fotografa la situazione. “Truffatore suo padre, truffatrice sua madre, truffatrice la figlia e la sorella, truffatrice pure quella, la famiglia dei truffatori…” Questo è un governo di gobbi. Anzi di famiglie di gobbi. I Renzi, i Boschi, gli Alfano
Ma possibile che in milioni di milioni di famiglie, quelle più truffaldine, “mariuole” avrebbe detto qualcuno, stanno tutte al governo? Ma possibile che presidente del Consiglio, ministro per le riforme, ministro degli Interni abbiano tutti dei padri scavezzacollo, dove il più innocente manda cinquanta segnalazioni alle poste, per assunzioni? Mentre un altro fa “inciuci” ed apre società una dietro l’altra, scatole cinesi per una bancarotta fraudolenta ed un altro ancora ha da vicepresidente contribuito al crac della povera banca Etruria, mandando sul lastrico migliaia di persone?
Sulla testa di Renzi pendono quattro inchieste e tre procure pendono sulla sua testa.
La bancarotta di Tiziano Renzi, l’uomo col pizzetto, suo padre a Genova, i debiti della Chil, società di famiglia, a Firenze, il rivoltante papocchio di Banca Etruria e per ultima la vomitevole vicenda di suo cognato (il marito della sorella di Renzi Matilde) Andrea Conticini ed i suoi fratelli Alessandro e Luca dei fondi sottratti dall’Unicef e da Operation Usa, soldi destinati alle campagne per i bambini affamati in Africa. Soldi ( a quanto si è appreso) serviti ad aiutare l’azienda di promozione dei Renzi, la Chil, dove ha lavorato anche l’attuale premier, e che gli ha pagato pure un Tfr da 50mila euro e il fondo pensione.
In poche parole i magistrati ritengono che il denaro che doveva servire per aiutare i bambini dell’Africa con la Play Therapy sia stato per tappare le falle dei conti in rosso dell’azienda di famiglia Renzi e di altre due società amiche. Centinaia di migliaia di euro.
In poche parole i pm accusano “Alessandro Conticini (40 anni, ex direttore dell’Unicef di Addis Abeba poi socio e direttore della londinese Play Therapy Africa Limited con la moglie francese Valerie Quere, 42 anni) insieme al fratello Luca Conticini di appropriazione indebita. Mentre il cognato di Renzi è accusato di reimpiego dei capitali (che prevede anche il riciclaggio) “commesso in Firenze nel corso del 2011 in relazione a somme di denaro provento del reato”.
Le sacre famiglie del governo, insomma, sono piene di problemi e guai con la giustizia. La parabola del renzismo.
Truffatori … direi che siamo noi che lo vogliamo.
E spesso cerchiamo di capire come fanno per imitarli.
Ma ancora più spesso, ci rivolgiamo a loro per essere aiutati. Così diveniamo a nostra volta truffatori (quando togliamo qualcosa a qualcuno che ne avrebbe almeno bisogno o diritto quanto noi) oltre che truffati.
Un paio di amici, però, mi ripetono che bisogna saper vivere. Ed allora …