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Buffalo Gennaro Bill

di Giovanni Pasàn

Ragazzo delle vacche, bovaro, mandriano, buttero. Ma se lo chiami cow boy, il fascino è diverso, sfiora la leggenda. A cinema sono stati i grandi protagonisti dell’epopea dei western, hanno fatto sognare e continuano a fare sognare generazioni e generazioni. Ma esistono i cowboy nel terzo millennio, quando si cavalcano solo computer e tablet? La notizia è che esistono eccome, ed il più bravo di tutti, un italiano. Si chiama Gennaro Lendi, ha 32 anni, ed è di Grumo a Nevano. In sella al suo Yankee Gun è diventato campione del mondo.

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Racconta Max Pezzali, cantastorie dei nostri tempi. “In questi tempi difficili il mondo sembra un gigantesco Far West senza certezze ne’ punti di riferimento: ciarlatani, imbonitori e balordi di ogni genere imperversano nelle sconfinate praterie del terzo millennio. Per fortuna esiste ancora una maggioranza silenziosa di persone che badano ai fatti, alla concretezza e al duro lavoro, alzandosi ogni mattina senza darsi mai per vinti. Perché i cowboy non mollano”.

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Gennaro Lendi, l’ultimo dei cowboy

Ed è proprio vero che non mollano mai. Gennaro è uno che faticato tanto per inseguire il suo sogno, che è sempre stato andare a cavallo. Eppure il suo destino era tutt’altro. Era quello di vivere di cinema e di teatro, polvere di palcoscenico, e stelle non da sceriffo ma del cinema: la sua famiglia è proprietaria del Lendi, uno cine-teatro molto attivo nella provincia di Caserta, tanti spettacoli e tanta passione. Ma non era la vita che voleva Gennaro. Fin da bambino era innamorato del cavallo, una passione che non è mai stata ostacolata in famiglia.

Le prime gare Torello di Melizzano in sella ai cavalli di razza quarter horse, i più impiegati nel reining, una disciplina dell’equitazione riconosciuta dalla Fei e dal Coni e che sembra tra non molto debutterà anche alle Olimpiadi.

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Una disciplina spettacolare e affascinante che sembra nata osservando una esibizione “Buffalo Bill Wild West Show” lo spettacolo circense (in cui vengono ricreate e rappresentati in tipico stile western una serie di momenti della vita di un cowboy) che William Frederick Cody, cioè Buffalo Bill ha portato per oltre venti anni in giro per il mondo dagli Usa alla Europa (attrazione speciale al Giubileo d’oro di Londra ed in Italia, dove tenne uno spettacolo speciale per papa Leone XIII).  Già, perché i campioni che praticano reining (da rein, redine in inglese) sembrano appunto più cowboy che cavalieri.

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E’ uno sport di abilità dove cavallo e atleta devono esibirsi in manovre veloci, improvvisi cambi di direzione, brusche frenate, rapidi cambiamenti di sensi di marcia, proprio come in un rodeo rispettando però tutte le regole previste da uno sport vero. Uno spettacolo fuori dal comune.

Dopo un lungo girovagare ed una bacheca piena di trofei, Lendi ha deciso di tentare il salto di qualità  ed andare in Arizona a seguire  i corsi di Andrea Fappani, un italiano che fa da maestro agli americani che, inutile sottolinearlo, hanno il reining nel cuore.

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Gennaro Lendi, in sella al fido Yankee Gun, si è laureato campione del mondo senior 2016 nel ranch sul lago di Ginevra di proprietà di Corinne, la moglie di Michael Scumacher. Corinne che è stata campionessa d’Europa ha trasmesso passione e doti tecniche del reining alla figlia, Gina Maria Schumacher, che a 19 anni è riuscita a laurearsi campione del mondo, nella categoria young rider.

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Oliviero Toscani e Gennaro Lendi

Per vivere Gennaro Lendi fa l’allenatore di cavalli. “Sono ormai due anni che lavoro fianco a fianco con Oliviero Toscani. Lui è un allevatore di quarter horse, io li addestro e li alleno. Vivo in provincia di Pisa, a Casale Marittino, il mio quartiere generale è l’OT Horse (Oliviero Toscani Horse) dove teniamo anche stage e corsi per giovani cavalieri.

Un centro all’avanguardia, cavalli e fotografia, grande serietà e professionalità sul lavoro, ma anche un pizzico di genio e sregolatezza.

Insomma proprio come è Oliviero Toscani. “Per celebrare la vittoria del campionato del mondo ha voluto fotografarmi nudo con la medaglia d’oro al collo. Mi ha fatto indossare solo stivali e capello. Con le mani mi sono coperto le parti intime. La foto è attraversata da una esclamazione: Oh my go(l)d!. Che dire, una foto fuori degli schemi. Come fuori dagli schemi è Oliviero Toscani. E, in fondo, come fuori dagli schemi è uno come me che nel terzo millennio per vivere fa il cowboy…”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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