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Ma io sto col mister De Burro

di Tonino Ferro

La grande crisi dell’Inter vista da lontano ma anche da vicino, un siciliano seminapoletano che ha il genio e la sregolatezza dell’Inter e che vive a Rotterdam, nel cuore dell’Olanda, quella meridionale naturalmente. E saldamente sul mare, perché il mare bagna le idee

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Frank De Boer

Rimane il fatto che non ho mai visto giocare l’Inter così bene come in alcune di queste prime partite. De Boer paga lo scotto di essere un terrone al contrario (tra l’altro, il suo nome in olandese vuol dire “il massaio, l’uomo semplice”): noi mangiamo merda finché un’azienda illuminata di uno qualunque dei Nord del mondo non decide di puntare su di noi, e da lì l’ascesa è costante; lui, che ha concetti e conoscenze e una cultura che qui farebbero comodo a tutto il movimento, finisce in un’azienda di merda, dentro un paese di merda e collassa. Perde il filo.

Depresso anche da una stampa e da un’opinione pubblica di settore che fa pena. Come sanno tutte le squadre che non hanno sponsor all’interno delle redazioni, vero Napoli?

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Tonino Ferro

Non è un caso che le cose vadano sempre peggio da quando l’olandese ha cominciato a capire l’italiano (roba da pazzi, tra l’altro; roba che dovrebbe meritare la stima di tutte le capre che non parlano manco la loro lingua e – l’ho sentito con mie orecchie – lo accusano perfino di mancanza d’intelligenza).

Finché stava rintanato nel suo mondo trovava il coraggio d’andare avanti. Oggi finisce nel tritacarne mediatico, lo stesso che con la solita ipocrisia, lo flagellava dopo la prima sconfitta in Europa e lo incensava schifosamente dopo la successiva vittoria con la Juve: eventi lontani solo due giorni l’uno dall’altro.

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Fossi in De Boer non aspetterei di essere licenziato da un cinese, non continuerei a farmi flagellare da questi quattro giornalisti stronzi e in malafede (che l’Inter fa sempre vendere un sacco di copie e un esonero fa sempre comodo), farei un rutto in conferenza stampa, e me ne tornerei ad Amsterdam, aspettando l’occasione giusta per tornare a pisciare a San Siro.

E noi malati di questi colori ci accontenteremo di Pioli, Mandorlini, o un altro che non ho capito manco chi è, nella solita mezza stagione che farà registrare un 4 a zero a Torino, una “clamorosa prima vittoria del Crotone a San Siro”, e via dicendo. Perché  l’Inter non pazza, è innanzitutto scema.

 

 

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