di Ernesto Santovito
La serata è di quelle giuste, l’atmosfera è elettrizzante e da impresa, la bomboniera del Vodafone Arena di Istanbul è un colpo d’occhio eccezionale, lo stadio è un grande foulard bianconero, una sorta di maledetta nemesi a tre giorni dalla sconfitta con la Juve. Scintille da Champions League
Ma tutto po si gioca in duecentocinquanta secondi di gioie brividi e paure, prima il rigore di Quaresma (stupido fallo di mano di Maksimovic) poi la replica di Hamsik, pallone accarezzato con maestria, in una partita in fondo appena sufficiente. Finisce 1-1, niente di fatto. Si deciderà tutto nelle ultime due partite.
Il Napoli meritava sicuramente di più, ha dominato per larghi tratti, è apparso subito concentrato e determinato, con buona personalità deciso a prendere in mano saldamente le redini del gioco. I turchi si sono adeguati, anche perché non avevano molte alternative.
Gli azzurri nella prima frazione di gioco sono andati al tiro due volte con Gabbiadini (deviazione ravvicinata bloccata in due tempi e stop a seguire e diagonale preciso ma non forte, deviato col piede da Fabri) e con un tiro al volo di Callejon (cross di Hyasj ) tutto solo al centro aerea di rigore, con pallone a lambire le stelle.
Il Besiktas agiva di rimessa ma quando riusciva a distendersi affondava pericoloso. Una deviazione volante imprecisa di Aboubakar su cros di Arslan (saltato Allan) ma soprattutto grazie all’ennesimo svarione di Koulibaly (non si contano i regali agli avversari quest’anno) con Hutchinson che sbagliava da facile posizione e coglieva il palo esterno.
Ma se Hutchinson ha sbagliato un gol facile Callejon ad inizio ripresa se lo è addirittura divorato: tutto solo davanti a Fabri inventava una conclusione a metà strada tra un colpo sotto ed un diagonale: risultato un tiro sbilenco e sgraziato che rotolava maledettamente fuori. Un erroraccio imperdonabile..
La partita ha vissuto così di sprazzi improvvisi, con un cliché dominante: azzurri a fare la partita e turchi ad operare con ripartenze, non sempre veloci, ma a volte ben costruite. Il bambino ribelle Insigne, perdonato da Sarri, ha avuto in pieno recupero la palla della vittoria, ma il pallone è finito di poco a lato.
Era l’ennesima prova d’appello per Gabbiadini, un’ora di gioco abbondante con solo due timidi squilli, la solita poca cattiveria e la totale mancanza di peso e personalità in campo. Impalpabile, come spesso è avvenuto in questa stagione. La sua cosa migliore? Aver accettato la sostituzione senza fare polemiche. Troppo poco per un goleador. Per Sarri “bene nel primo tempo, meno nella ripresa”.
Il tecnico comunque torna da Istanbul con quale certezza in più. “Dopo un periodo difficile veniamo da due partite giocate su buoni livelli, sono contentissimo dalla prestazione. Resta un po’ di amaro in bocca per il risultato perché abbiamo creato tanto e concretizzato poco, ma l’importante era ritrovare compattezza”.