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Scacco Matteo al governo

di Emiddio Novi

Uno tsunami referendario si è abbattuto su Renzi, l’Europa e la turbofinanza. Quasi il 70 per cento degli italiani ha affollato i seggi per travolgere il sistema. Non date retta a quelli che vogliono banalizzare questo voto. Ora vi vogliono far credere che tutto si possa limitare alla sconfitta di Renzi, del Pd e alla difesa della Costituzione

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Non è così. Qui si è trattato di ben altro. Nelle settimane scorse spiegavano che la bocciatura referendaria avrebbe avuto lo stesso significato e lo stesso peso politico dell’exit inglese, del referendum che a Londra spazzò via il conservatore europeista Cameron. In molti avevano sottovalutato il livello di esasperazione, di rabbia, di indignazione degli italiani. Renzi paga il conto per essere stato, dopo Cipro, l’unico governo europeo che ha permesso l’applicazione del bail lin, le regole europee che fanno pagare il fallimento di una banca persino ai correntisti.

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Come se non bastasse ha fatto approvare una legge sulla cosiddetta modernizzazione delle piccole banche popolari che dovevano quotarsi in Borsa per essere scalate e comprate per pochi spiccioli. La turbofinanza non poteva tollerare che in Italia resistessero alle sue trame le banche cooperative che hanno permesso al Paese di resistere alla crisi e che hanno sostituito le grandi banche nel far credito alle famiglie e alle imprese.

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Valanga di NO per Renzi e la Boschi

Il governo ha tentato persino di far espropriare dalla banca creditrice l’alloggio alle famiglie che erano in ritardo di sei rate del mutuo. Per non parlare della manfrina di atteggiarsi a coraggioso antagonista di Bruxelles per poi cedere di schianto sulle questioni importanti, anzi per attestarsi nel negoziato per il trattato commerciale tra Stati Uniti ed Europa sulle posizioni delle multinazionali contro l’agroalimentare e l’industria italiane.

La riforma, poi, non solo non aboliva il senato. Ma lo trasformava in una camera di controllo dell’attività legislativa della Camera dei deputati. In pratica un partito poteva vincere le elezioni, ma poi si trovava a d’aver fare i conti con i 100 senatori che rappresentavano regioni e comuni governati dal Pd.

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Renzi e Grillo

Renzi paga per queste infamie. Ma il conto lo paga anche l’Europa che non potrà ignorare l’altolà subito a Roma. Il voto ha spiazzato anche Grillo che venerdì a Torino aveva invitato gli italiani a rassegnarsi. Tanto Renzi avrebbe vinto. Prendete i giornali di sabato. Leggete i titoli in prima pagina. E non crederete ai vostri occhi. Ora si atteggiano a unici, eroici oppositori. A quelli che avevano capito tutto. Vedrete anche i Cinquestelle faranno la fine di Renzi. Gli italiani sono pazienti e fanno credito politico. Ma quando perdono la pazienza…

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