di Antonia Ciccarelli
Quando un artista “milanese” si identifica nella storia, nei colori, nei sentimenti e nelle passioni del Mediterraneo.
Una intera vita artistica nel nome del Mediterraneo. Dipinti, sculture, ceramiche, disegni, bozzetti pulsanti di sole e fragranze, opere ricche di significati cromatici che hanno tradotto il sentimento del “Mediterraneo” di Sassu declinandolo nei colori forti e personalissimi, che vanno dal rosso all’arancione, dal rosa fucsia all’azzurro.
Il Mediterraneo, inteso come “luogo principe” del suo immaginario, è divenuto un paesaggio dell’anima, l’intensità emotiva di una terra amata senza riserve, a cominciare dalla Sardegna e dalla Sicilia, isole del cuore e della passione.
Figure, paesaggi, cavalli, tauromachie, donne, uomini rossi, caffè, maison, tutte rappresentazioni inconfondibili che riportano ad un originario primitivo per una ricerca tesa all’essenziale. Sassu è nato per sbaglio a Milano, l’uomo è figlio, forza, creatività del Sud, tutta la sua attività artistica è stata indirizzata da un unico motivo: esaltare la “bellezza mediterranea”. Un sentimento lungo tutto l’arco della sua vita, un tripudio di movimento e vitalità creatrice.
Tre anni fa la forza emotiva di Sassu è stata in mostra a Sorrento, ora le sue opere sono visibili ad Atessa, piccolo paese che si trova in provincia di Chieti, dove un paio d’anni fa è stato creato un museo in onore di Sassu, grazie alla donazione del mecenate Alfredo Paglione, suo cognato, di alcune opere.
Sono ben 210 opere realizzate tra il 1927 e il 1990, che sono state accolte nelle sale storiche di palazzo Ferri, un edificio risalente alla metà dell’ottocento. Visitando e visionando le bellissime stanze e le opere che sono collocate al loro interno si percepisce la grande passione che l’artista aveva per il Mediterraneo. Si respira il Sud.
Sassu, come abbiamo detto, ha interiorizzato quello che viene definito il mito del Mediterraneo (trattato in tutti i secoli nella cultura occidentale, partendo dalla poesia, dalla scultura, pittura e architettura) facendolo proprio e, a modo suo, esaltandolo nell’uso del colore (una luminosità intensa, partendo dalle varie sfumature del rosso o del blu, del verde) che diventa sempre più acceso quando scopre la natura, la passione terrena, le millenarie fantastiche creature tra mito e realtà. La ricerca dell’Eden, della pace mentale.
Il Mediterraneo, i simboli del Mediterraneo. A cominciare dalle donne, donne burrose, tonde, calde, materne, i cavalli, simbolo di forza e di possanza dallo sguardo quasi umano; e che dire, poi, delle opere dedicate agli uomini rossi dell’antica Grecia, o a quelle ispirate al caffè elemento di unione e socializzazione di molti popoli? All’interno del museo di Atessa sono state inserite anche delle scultore e delle ceramiche di Sassu che provengono dal museo di Castelli, in provincia di Teramo. Scultore che sembrano emergere dalla materia, ceramiche dai colori molto forti, netti, vivi. Come l’amore per il Mediterraneo.