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Linz, da Mauthausen a Rubik
Meraviglie al museo del futuro

di Ettore Lupo

Da Mauthausen al cubo di Rubik. Da un passato da dimenticare a un futuro da rimarcare. Linz e  l’Ars Electronica Center…cubo2

Linz, il capoluogo dell’Alta Austria, nell’immaginario collettivo è la citta dei 186 gradini gradini irregolari, sassosi, scivolosi di Mauthausen-Gusen (che fu uno dei più crudeli campi di lavoro del Terzo Reich, ospitò più di centocinquantamila deportati) e per essere stata la residenza giovanile di Adolf Hitler.

Oggi Linz, fortunatamente, ha cambiato la sua immagine ed a parte una quantità di rassegne e festival (maggiore fra tutti il Linz Fest un open-air festival con rappresentanti famosi di musica, letteratura, arte e cultura infantile che si svolge ogni estate al Donaupark)  è conosciuta soprattutto per l’Ars Electronica Center (Aec ), “il museo del futuro” che ha l’obbiettivo di mostrare le tecnologie delle future generazioni già al presente e dove i visitatori hanno la possibilità di sperimentare con installazioni interattive o di esplorare un mondo virtuale in 3D.
E qualcosa di singolare e sotto certi aspetti entusiasmante è il progetto  Puzzle Facade, un gigantesco cubo di Rubik realizzato proprio al museo del futuro. L’obiettivo è quello di trasformare l’esperienza del rompicapo da individuale ad interattiva attraverso il design e la tecnologia. Cioè?

cubo4Due prospetti dell’Ars Electronica si illuminano e subito la celebre griglia 3×3 del Cubo di Rubik è pronta per essere risolta. Di fronte, i passanti sono invitati a partecipare al gioco e a risolvere il rompicapo e per farlo hanno a disposizione un “controller”. Il cubo di Rubik bianco che fa da controller, con elementi di superficie stampati con sistema di 3D printing, comunica tramite bluetooth con un ricevitore e trasmette, passando attraverso un software, la disposizione dei colori suggerita dall’abilità logica del giocatore. Contiene, tra i vari sensori, un accelerometro, che permette, orientando a dovere il controller, di scegliere la faccia del cubo su cui disporre le tessere colorate, avendo a disposizione solo due prospetti dell’Ars Electronica. E quando il giocatore risolve il rompicapo la facciata diventa di un unico colore…
Così con un uso semplice ma sapiente dell’elettronica, Javier Lloret ha trasformato il luogo privato, sede di sperimentazioni e studi, in un luogo pubblico di grande effetto, regalando agli abitanti della città momenti di svago, grande attrazione con uno spettacolare gioco di luci.

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 http://puzzlefacade.com/

 

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