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Lupo, Psichiatria democratica
punta ad un patto per il lavoro

 di Paolo Ariete

Parla Emilio Lupo, segretario nazionale di Pd che ha compiuto quarant’anni. Programmi, iniziative, battaglie ed obiettivi. E non solo malati di mente…

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Emilio Lupo

“ La vera morte sta nel non essere più compresi”. (P.Paolo Pasolini). E’ questo l’incipit che Emilio Lupo, segretario nazionale, ha scelto per aprire il congresso dei quarant’anni di Psichiatria Democratica che si è svolto a Vico Equense. Un congresso che ha avuto il sapore di una sfida. L’ennesima. E dove ragionare è stata l’esortazione …

Qual è la sfida?
E’ quella di sempre, ma che ancora non è riuscita ad imporsi. A noi piace ragionare, fa parte della nostra storia. Ragionare per meglio rispondere ai detrattori della riforma, a quanti, nel corso di questi ultimi venti anni, hanno agito per imporre un pensiero riduttivista, privo di credibili agganci teorici e di riscontri operativi, al servizio di grandi interessi mercantili e di miseri opportunismi piccolo professionali. Ragionare per contrastare i professionisti della disinformazione e del nichilismo operativo, che vanno cianciando del tramonto irrimediabile delle avanguardie e di ogni possibilità di innovazione nella cura e nella lotta per i diritti dei marginali e degli psichiatrizzati.
Qual è la situazione attuale?
La Salute mentale, particolarmente al Sud, sta pagando un prezzo altissimo: gli attacchi ai livelli occupazionali e agli interventi sociali, agiti in ragione della mancanza di risorse, riducono i Servizi a centri di intervento sulle emergenze e le urgenze, con interventi di tipo medico esclusivi, e col risultato paradossale di un aumento incontrollato dei costi, ben funzionale agli interessi delle agenzie del farmaco e del ricovero nelle strutture private.
Sul banco degli imputati la classe politica?
La classe politica (fatte salve rarissime eccezioni come la Commissione Marino sugli Opg), è stata insensibile ai bisogni di chi è svantaggiato…. ed anche gli intellettuali, con non molte eccezioni, distratti non si sa da che cosa, sempre più silenti o a rimorchio del potere, non contrastano l’attuale deriva.

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Qual è l’errore che più frequentemente si va ripetendo?
Non si comprende che senza coesione siamo tutti più deboli e coloro con i quali vogliamo rivoltare il mondo finiscono, invece, rivoltati insieme a noi. Si fanno battaglie di singoli gruppi, con il risultato paradossale di aumentare il potere di chi ostacola il cambiamento per favorire le lobbyes del disagio. La crisi, inoltre, alimenta i corporativismi, l’indifferenza e l’isolamento di chi vive in disagio, l’egoismo e l’assenza di solidarietà attiva, di condivisione delle difficoltà dell’altro da noi
Che cosa rappresenta oggi Psichiatria Democratica?
Psichiatria democratica, voglio qui ribadirlo, non è una Associazione di categoria, ma si sforza di essere uno strumento di liberazione, a partire dal nostro specifico psichiatrico in quanto paradigmatico della necessità di operare un’opposizione reale alle politiche di espulsione e di controllo sociale che qui prendono le forme dei dispositivi propri della psichiatria asilare e della psichiatria dell’emergenza.
Che si ripropone Psichiatria Democratica?
Non ci manca l’autocritica. Dobbiamo certo fare di più in tutti i settori: dalla Sanità alla scuola, dalla giustizia all’ambiente, dal welfare al lavoro. Noi tutti siamo una forza se facciamo nostro il progetto collettivo che contenga al suo interno, i valori e le proposte concrete per sconfiggere l’idea antica dell’incurabilità verso cui sarebbe, irrimediabilmente, votato il Paese. Ovvero dell’ineluttabilità della malattia mentale, di una scuola selettiva, di una violenza di genere, di fabbriche e città malsane, di una disoccupazione e una precarietà, soprattutto giovanile, che non conoscerà svolta. Dobbiamo essere consapevoli che il denunzialismo generico, verboso e dilagante è un nemico che si può sconfiggere soltanto se si afferma un progetto di cambiamento che sappia raggiungere la gente e parlare alla testa e al cuore, che riesca ad impregnare l’anima delle persone della speranza che un altro mondo è possibile, nei fatti.

ospedale-psichiatricoProroga. L’Italia è il Paese delle proroghe…
Noi abbiamo espresso la nostra assoluta contrarietà a qualsivoglia proroga ( è ancora fresca la proroga al 2015) e conseguente sanzionamento economico nei confronti delle Regioni inadempienti con la decurtazione di quota parte del fondo sanitario nazionale. Quel che ribadiamo con forza è che per evitare il trascorrere di anni tra un rinvio e l’altro, bisognerà, categoricamente stabilire – con un preciso atto legislativo – che venga indicata una data precisa dopo la quale non sarà più possibile ricorrere all’Opg.
Qual è la vostra linea di condotta in tal senso?
Noi sosteniamo da tempo e con grande convinzione, che la Magistratura di sorveglianza debba utilizzare gli strumenti vigenti ( sentenza della CC numero 253/2003) per concretizzare misure alternative all’Opg , ma anche che si debba dare inizio, congiuntamente e al più presto, perché è urgente e centrale, alla revisione degli articoli del Codice penale in tema di imputabilità, pericolosità sociale e misura di sicurezza.

602-408-20110316_151421_3C0C7ABEL’inferno delle carceri… Un’emergenza endemica.
Psichiatria democratica, con altri movimenti, si adopererà – in tutte le realtà cittadine dove siamo presenti – per rendere concreta la fuoriuscita dal carcere di un consistente numero di persone, attraverso l’utilizzo dell’Ufficio Lavori di Pubblica Utilità (Ulpu). Le ricadute sarebbero tante e positive a più livelli:
a) si rispetterebbe il dettato costituzionale nella sua interezza:
b) si potrebbero attivare in questa direzione i più disparati Enti e realtà associative e crescerebbe, nei fatti, l’inclusione sociale;
c) si decongestionerebbe il carcere;
d) avanzerebbe, nella cittadinanza, la cultura dell’accoglienza e del perdono nella responsabilità, aggiungendo un tassello alla democrazia attiva.

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L’albergo dei poveri

Le città sociali, un vecchio progetto …
Sono passati 13 anni da quando abbiamo lanciato il progetto di “attraversare tutti i luoghi dell’esclusione per attivare percorsi che conducono all’inclusione” Quest’anno, dopo 13 anni di lotte, il progetto del Comitato per l’Albergo dei Poveri (che prevede al suo interno una area di accoglienza diurna, una notturna e quindi un orto cittadino), è stato fatto proprio dall’Amministrazione, ed ha preso vita il 1 febbraio. Ma va monitorato per verificarne lo sviluppo effettivo. Anche questa è Salute Mentale, perché parliamo di uomini e donne costretti a vivere on the road , costretti dalle avversità della vita e dall’indifferenza crescente, ad abitare cartoni e solitudine. E noi dobbiamo esserci con i tanti che – spesso in silenzio, rifuggendo ogni clamore – promuovono quei percorsi di inclusione sociale cui tutti dovrebbero tendere.

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Quali sono le azioni da portare avanti con maggiore forza ?
Dobbiamo ancora una volta richiedere con forza:
a) l’adeguamento degli organici del personale pubblico, e che si incrementino l’integrazione con l’area del sociale, le attività riabilitative e si moltiplichino, al contempo, gli interventi di aiuto psicologico;
b) la realizzazione di programmi di alternativa al ricovero (dai gruppi – appartamento,alle case supportate) senza fare lievitare i posti letto per i dimessi dagli OPG ma utilizzando i fondi stanziati dalla legge, per rafforzare i Servizi di Salute Mentale, e attuando programmi individualizzati;
c) una nuova progettazione dei Centri Diurni di Riabilitazione, resi permeabili ai microprocessi sociali e culturali del territorio;
d) la promozione nell’intero Paese, di un “Patto per il lavoro” che coinvolga le associazioni degli artigiani e degli industriali, gli enti locali, i sindacati ed il mondo della cooperazione, per garantire all’utenza psichiatrica una continuità nel lavoro per la conquista di un’autonomi concreta;
e) che vengano istituiti gruppi di ascolto destinati all’area del disagio adolescenziale.
DSM

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