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Psichiatria democratica
e la battaglia di Basaglia

 di Paolo Ariete

Psichiatria Democratica celebra il suo congresso dei 40 anni a Vico Equense nel nome di Franco Basaglia.

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Franco Basaglia

“Dal momento in cui oltrepassa il muro dell’internamento, il malato entra in una nuova dimensione di vuoto emozionale: viene immesso, cioè, in uno spazio che, originariamente nato per renderlo inoffensivo ed insieme curarlo, appare in pratica come un luogo paradossalmente costruito per il completo annientamento della sua individualità, come luogo della sua totale oggettivazione. Se la malattia mentale è, alla sua stessa origine, perdita dell’individualità, della libertà, nel manicomio il malato non trova altro che il luogo dove sarà definitivamente perduto, reso oggetto della malattia e del ritmo dell’internamento. L’assenza di ogni progetto, la perdita del futuro, l’essere costantemente in balia degli altri senza la minima spinta personale, l’aver scandita e organizzata la propria giornata su tempi dettati solo da esigenze organizzative che – proprio in quanto tali – non possono tenere conto del singolo individuo e delle particolari circostanze di ognuno: questo è lo schema istituzionalizzante su cui si articola la vita dell’asilo”

Franco Basaglia aveva le idee chiare. Una lotta ed un impegno che vengono da lontano, da mezzo secolo fa. Un impegno quello di Basaglia continuata nel tempo da Psichiatria democratica (che venne   fondata da Basaglia), una lunga intensa stagione di battaglie per una assistenza fuori dalla brutalità dei manicomi, per l’affermazione dei diritti, contro qualsivoglia esclusione, a fianco di persone che sono costrette a vivere in condizioni di difficoltà, talora estreme.

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Emilio Lupo

Oggi come ieri, l’impegno di Psichiatria democratica (che venerdì, inizio lavori dalle 10,30, e sabato al Castello Giusso di Vico Equense, celebra il quarantesimo anno dalla sua fondazione) è sempre lo stesso. “Combatteremo e contrasteremo sempre con la massima forza e la massima decisione il crescente disinteresse ed il depauperamento delle risorse destinate alle Aziende sanitarie locali, lotteremo, perché non vengano vanificate le esperienze territoriali maturate” dice i segretario nazionale di Psichiatria Democratica, lo psichiatra napoletano Emilio Lupo.
Ovviamente, la madre di tutte le battaglie è quella che si rifà ai principi e alla legge 180 di Franco Basaglia (a cui il congresso è dedicato) e che consiste nello smantellamento in tempi brevi dei sei ospedali psichiatrici giudiziari ancora esistenti, vecchi presidi di un concetto superato di assistenza.

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Norberto Bobbio

“ La 180 ha rappresentato molto e non solo per la Psichiatria italiana – ha detto Lupo – Ha ribaltato, fondamentalmente, il concetto della “custodia”dei pazienti psichiatrici, rilanciando la necessità di prendersene carico.  Norberto Bobbio, parlando di riforme nel nostro Paese,  ha dichiarato che la 180 è stata l’unica vera legge di riforma , perché è stata una legge nata dalla pratica.
La legge è solo un “pezzetto di un percorso”, che senza di essa sarebbe stato difficile fare: le esperienze anti-istituzionali in Italia avevano dimostrato che certe cose andavano fatte e si potevano fare, avendo un supporto legislativo. L’asse portante è stato questo provvedimento, che ha consentito tutta una serie di iniziative fatte prima della sua promulgazione avessero una sorta di imprimatur nazionale, e che ha avviato un cambiamento in realtà meno sviluppate”.

carcere-27Ma Quali sono le richieste che verranno rilanciate dal Congresso di Vico Equense? Si parte dall’adeguamento degli organici del personale delle unità operative e dalla formazione di operatori-tutor: indispensabili ai pazienti in grave difficoltà e da affiancare ai colleghi dei centri di Salute mentale. L’obbiettivo è il sostegno da assicurare e il miglioramento della vita in famiglia e l’attenuazione della solitudine sia per il paziente che per i suoi congiunti. In seconda battuta, la realizzazione di una diversa accoglienza abitativa e l’applicazione del cosiddetto “Patto per il lavoro” che renda gli utenti economicamente autonomi.

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Spiega il segretario nazionale Emilio Lupo. “Le risorse devono essere per i pazienti e non destinate alle strutture. Bisogna agire attraverso programmi “personalizzati” per ciascun internato. L’obiettivo è la nascita delle Città sociali, l’unico filo che può unire le mille facce della marginalità. Una richiesta e una proposta già avanzate da decenni di lotte da parte degli operatori sanitari e dalle famiglie interessate: Invece vedo che ancora si indugia, si perde tempo”.
La triste verità è che a due anni dall’emanazione della legge 9/2012 (e successive modifiche) ci sta avviando ad un’ulteriore proroga dei termini di scadenza, addirittura, secondo le richieste delle Regioni, di ben tre anni. Una proroga che si sarebbe potuta evitare se, come aveva proposto Psichiatria democratica già nel 2012, si fosse dato vita a task force in grado di coordinare a livello nazionale i progetti di dismissione.

 

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3 pensieri su “Psichiatria democratica
e la battaglia di Basaglia

  1. Tocco Luigi

    Ho bisogno urgentemente di un medico legale, perchè ho una sorella, paziente psichiatrica, alla quale sono stati creati danni irreversibili, a causa della somministrazione di farmaci ALDOL inframuscolare.
    Questo a causa di una diagnosi sbagliata.. Il suo problema era depressione, e non schizzofrenia, ecc ecc ecc ecc… grazie per l’attenzione, attendo una risposta

    Replica
    1. RedazioneRedazione Autore articolo

      Gireremo questo suo appello ad alcuni operatori del settore che conosciamo. Qualora dovessimo avere una risposta positiva, l’avviseremmo al più presto. buona fortuna

      Replica

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