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Europa in fumo

di Paolo Ariete

Una notizia buona ed una meno buona nella Giornata mondiale senza tabacco. Quella relativamente positiva è che gli italiani sono tra gli europei che fumano meno, quella decisamente negativa è che abbiamo ancora 10 milioni e 900 mila fumatori nel Paese, oltre il 20 per cento della popolazione.

 La grande lotta contro i fumatori sembrava destinata ad una vittoria sicura. Con il divieto di fumare nei locali pubblici, certo , è stato assestato un duro colpo, ma certo non basta a sconfiggere il fenomeno.

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Anzi dopo il calo dei primi anni, ora il livello dei fumatori abituali si stabilizzato. E la situazione di stallo secondo l’Osservatorio Fumo, alcol e droga dell’istituto superiore della Sanità riguarda tutte le fasce d’età. Questo vuol dire che per ogni fumatore che smette c’è un giovane che comincia, un ciclo inarrestabile, segnale chiaro che le politiche di prevenzione rivolte ai giovani non stanno funzionando.

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Secondo gli ultimi studi, un approccio meramente informativo con opuscoli, volantini, immagini è del tutto inefficace. A funzionare di più sono i programmi che insegnano ai giovani a gestire le relazioni con i coetanei, prendendo le distanze e a resistendo all’imitazione dei compagni che fumano. Ma c’è decisamente ancora molto da fare.

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A dieci anni dall’introduzione della Convenzione quadro sul controllo del tabacco (Fctc) dell’Oms solo il 15 per cento della popolazione mondiale ha un adeguato accesso ai programmi di disassuefazione dal fumo e meno di una persona su dieci nel mondo è coperta dalla tassazione del tabacco a livelli raccomandati. Da più parti si chiede di includere la riduzione del tabacco fra gli obiettivi dello sviluppo sostenibile, che dovrebbero influenzare le agende  : Il sogno è di ridurre al 5 per cento in 25 anni, i consumatori di tabacco. Un traguardo ambizioso fissato da un gruppo di ricercatori dell’Università di Auckland in occasione della  World Conference on Tobacco on Health dell’Oms di Abu Dhabi e che si potrà raggiungere solo accelerando ed ampliando le azioni contro la vendita e il consumo di  sigarette. Ad affermarlo è un gruppo di ricercatori dell’Università di Auckland, in un editoriale pubblicato sulle pagine di “The Lancet”, in occasione della  World Conference on Tobacco on Health dell’Oms che inizia oggi ad Abu Dhabi.
Smettere-di-fumare-giovaniL’età a cui si accende in Italia la prima sigaretta è intorno ai 18 anni. E di solito si smette di fumare solo dopo 40 anni. E non è neanche del tutto vero che chi fa sport rinuncia alle sigarette. Per la prima volta quest’anno è stato preso in considerazione anche il numero di fumatori tra gli atleti, che sono risultati essere ben uno su dieci, senza differenze tra uomini e donne.

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Eppure nonostante questi dati non certo incoraggianti, l’Italia è nelle ultime posizioni per i fumatori nei Paesi dell’Unione europea. É quanto emerge dall’ultimo sondaggio di Eurobarometro, secondo cui la percentuale dei consumatori di tabacco fra gli italiani è del 21 per cento, in fondo alla classifica Ue subito prima di finlandesi (19 ) e svedesi (11 ), sotto la media europea del 26 per cento. I fumatori più incalliti sono i greci (40 pr cento) seguiti dai bulgari (35).

Vytenis Andriukaitis

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In generale, il consumo di tabacco è in calo in tutta Europa: rispetto al 2012 si registra una diminuzione del 2 per cento specie fra i giovani fra i 15 e i 24 anni (4 per cento). Rimane ferma però a questa stessa fascia di età il momento in cui in media in Europa si comincia a fumare, cioè 17,6 anni. Un dato per il commissario europeo alla Salute, Vytenis Andriukaitis “inaccettabile”.  Andriukaitis  si è detto pronto “ad aiutare i Paesi ad affrontare il problema, perché crea costi reali per la società, ma dipende da fattori gestibili di rischio, come nel caso dell’alcol o della cattiva nutrizione”.

Le stime parlano di 700mila morti e di un costo diretto per i sistemi sanitari europei per un totale di oltre 25 miliardi di euro, ogni anno. Di buoni motivi per smettere, è evidente, ce ne sono tanti. Il fumo di sigaretta è la più importante causa di morte evitabile nella nostra società: tumore al polmone e alla gola sono strettamente correlati. Non solo, il fumo aumenta anche il rischio di cancro al seno, alla vescica e all’intestino.

 

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