di Eduardo Palumbo
Che ci crediate o no, questa volta il gelido, freddo, “finto” Europarlamento di Strasburgo, ha mostrato un’anima, un cuore. Lo schiaffo della piccola, residuale, viziata e scombinata Grecia allo strapotere dell’eurocrazia, ha suscitato un moto d’orgoglio, un riscatto, forse una speranza. Sia chiaro: non è che l’Europa istituzionale si sia convertita tutta sulla strada di Syriza, certo che no, ma vivaddio, una volta tanto la discussione verte per davvero su qualcosa di concreto, vitale, reale e non sul formaggio senza latte, sulla funzionalità degli orinatoi e la grandezza delle vongole.
Una stretta di mano, un abbraccio, una pacca sulla spalla, una foto: l’ingresso di Tsipras nell’emiciclo è stato quello di una star, facile ricorrere alla mitologia, il piccolo, ridotto alla fame Davide che ha sconfitto il gigante Golia, tasche e pancia piena. C’era un’atmosfera da stadio, applausi, urla, fischi e “buuu”, cartelli con la scritta ‘No’ e ‘Oxi’ spiccato sui banchi degli eurodeputati.
Dopo il difficile, teso Eurosummit con i capi di governo dell’Europa che hanno palesemente non escluso l’ipotesi di Grexit ed hanno lanciato il loro ultimatum (domenica 12 luglio) per raggiungere un accordo, altrimenti ognuno per la sua strada, ci si aspettava un Tsipras guardingo, cauto, sulla difensiva. Ma, siccome, la migliore difesa è l’attacco il premier Greco ha lanciato il suo durissimo attacco a questa Europa delle banche e non dei popoli.
“I vostri soldi sono serviti a salvare le banche, non sono mai arrivati al popolo. Il problema non sono questi ultimi 5 mesi da quando Syriza è al governo, ma questi ultimi 5 anni. Cinque terribili, difficilissimi anni durante i quali la Grecia è stata cavia di un esperimento di austerità che non è riuscito, e che ha peggiorato macroscopicamente il Paese.” Parole dure e di forte chiusura nei confronti del feroce predominio dellaTroika. Parole solo in parte bilanciate dall’assicurazione che il “no” del popolo greco al referendum “non è stata una scelta di spaccatura con l’Europa”, ma un segnale della “volontà di tornare ai valori che stanno alla base dell’Ue”.
La dissipatrice Grecia, l’esenzione fiscale per gli armatori, l’iva al 13 per cento, ma è possibile che la colpa sia solo e soltanto degli altri? No, certo che no. Tsipras ha riconosciuto l’enorme responsabilità dei governi passati nella crisi attuale, crisi la cui responsabilità dunque lui non addossa al resto dei partner europei. “Non sono tra quei politici che dicono che i problemi nella loro patria sono colpa degli stranieri: per tantissimi anni i governi greci hanno creato uno stato clientelare, hanno alimentato la corruzione tra politica e imprenditoria e arricchito solo una certa fetta del popolo: il 10 per cento del popolo detiene il 56 per cento della ricchezza del paese; e questa enorme ineguaglianza unita ai programmi di austerity, invece di correggere, ha appesantito la crisi”.
E le accuse che la Grecia non ha presentato alcun piano, indicato alcuna via d’uscita da questo terribile vicolo cieco? “Il governo greco fornirà proposte concrete nelle prossime 48-72 ore cercando una soluzione per rendere più sostenibile il debito pubblico anche continuando i propri “sforzi” sulle riforme”. Ma una cosa deve essere chiara, la piccola Grecia ha dato un segnale chiaro, netto “ che la crisi greca è un problema europeo e non solamente di Atene e quindi la soluzione deve essere a livello europeo, la volontà di tornare ai valori che stanno alla base dell’Ue”.
Mentre il premier dettava le sue condizioni al Parlamento europeo, ad Atene, secondo il quotidiano ellenico “Kathimerini”, il ministero delle Finanze sta studiando l’introduzione di una valuta parallela all’euro qualora i negoziati a Bruxelles dovessero concludersi con un nuovo niente di fatto. Secondo quanto affermato dal vice-ministro alle Finanze, Dimitris Mardas all’emittente Mega Tv “i salari dei dipendenti pubblici sono assicurati fino a metà luglio, con un importo pari a 300 milioni. Mancano però circa 2 miliardi per pagare 4,5 milioni di pensioni ai cittadini in luglio.” Per questo pare che il governo stia valutando l’emissione di titoli di debito, i cosiddetti ‘Iou’ (I owe you) che rappresentano la garanzia di un pagamento futuro e che verrebbero stampati e distribuiti per garantire salari e pensioni.
E’ VERO CHE I GOVERNI GRECI PRECEDENTI HANNO COMMESSO ERRORI
MA QUANDO UN PICCOLO STATO DELL’UE SI TROVA IN GRAVE DIFFICOLTÀ
CAUSATA DA QUESTI ERRORI,È DOVEROSO ED UMANO CERCARE DI
AIUTARE E NON RIMANERE IMPASSIBILI SU LE PROPRIE
DECISIONI…OGGI TOCCA ALLA GRECIA DOMANI CHISSÀ POTREBBE TOCCARE
A COLORO CHE SI RITENGONO IRREPRENSIBILI E POTENTI…..MEDITATE GENTE.